Giovanna Pancheri Beppe Severgnini
Share

Si è tenuta nei locali della sala XI del Castello dei Doria, la cerimonia di premiazione della VI edizione del Premio giornalistico “Città di Castelsardo”.

Primi protagonisti della serata sono stati i giornalisti premiati nelle edizioni passate, rievocati attraverso la proiezione delle immagini dell’epoca, accompagnati da affascinanti letture dello scrittore Giampaolo Cassitta. In una sala gremita Tiziana Ribichesu e Giampaolo Cassitta hanno poi consegnato i riconoscimenti ai giornalisti individuati come più meritevoli dalla giuria presieduta da Gianni Garrucciu. «Il segreto del giornalismo consiste nell’andare in giro a scoprire storie, interpretarle e raccontarle agli altri – ha affermato –, i premiati scelti si sono imposti per professionalità e serietà: sono coloro che non aspettano la notizia ma la vanno a ricercare, sul campo».

Presenti ed entusiasti il sindaco di Castelsardo, Antonio Capula, l’assessora alla cultura Valeria Sini e il vicepresidente della Fondazione Sardegna, Salvatore Rubino, il quale ha espresso «Questa è la festa del giornalismo, oggi stiamo premiando delle eccellenze, dei maestri. È importante sottolineare anche che i giornalisti hanno avuto, e hanno ancora, un ruolo fondamentale durante la pandemia». Il premio della Sezione Cronaca, intitolata a Giovanni Canu, corrispondente locale de La Nuova Sardegna da Castelsardo, è andato a Piera Serusi de L’Unione Sarda e a Luigi Soriga de La Nuova Sardegna. Soriga ha sottolineato i problemi legati al racconto della pandemia: «Siamo dovuti andare a fondo nella ricerca delle notizie, nei tempi più cupi caratterizzati dal Covid».

Per quanto riguarda la Sezione Sport, intitolata a Pino Pinna, storico corrispondente de L’Unione Sarda da Castelsardo, i premiati sono stati Roberto Montesi e Maria Pintore. A Montesi, addetto stampa del Cagliari Calcio – assente alla cerimonia ma presente con un video in cui afferma di essere molto contento del premio ricevuto, e di vedere il suo nome nell’albo d’oro accanto a dei giganti della professione, è stato riconosciuto il merito professionale dovuto alla difficoltà di fare giornalismo all’interno di una categoria particolare come quella degli addetti stampa. Maria Pintore, direttrice di Radio Internazionale Costa Smeralda, ha affermato: «Faccio un lavoro bellissimo, iniziato da giovanissima. La mia voce mi campa da più di 40 anni! Ho iniziato in radio e ho sempre raccontato la vita degli altri con parole mie». Roberto Pinna ha ricordato la passione con il quale suo padre seguiva le squadre locali, raccontando da inviato il calcio giocato lontano dai riflettori, nei piccoli paesi della provincia.

Diversi sono stati i momenti di emozione, sfociata nella commozione durante l’assegnazione del premio dedicato al giornalismo d’inchiesta, intitolato a Piero Mannironi. A consegnare il premio a Tiziana Simula è stata Daniela Scano – moglie del giornalista recentemente scomparso – la quale ha dichiarato: «Questo è un regalo di compleanno, perché oggi Piero avrebbe compiuto 68 anni. Lui sarebbe stato felicissimo di questo premio, così come lo sono io e i nostri figli. Per me è stato un grande maestro; inarrivabile.» Tiziana Simula, visibilmente emozionata, ha precisato: «Il giornalismo d’inchiesta è necessario. La ricerca della verità è fondamentale, occorre essere curiosi. Sempre».

Il secondo premiato della sezione, Paolo Mastino, purtroppo assente, ha inviato un video dove si afferma di essere orgoglioso di ricevere un premio così prestigioso e di volerlo condividere con i tanti colleghi che si sono impegnati con lui in questi anni, e con i tantissimi familiari delle vittime della tragedia della “Moby Prince”. Mastino è infatti stato premiato per il suo lavoro d’inchiesta concretizzato nel documentario Rai dal titolo Buonasera, Moby Prince.

Ad introdurre e a separare i due momenti della cerimonia di premiazione è stata l’esecuzione al piano di Emilia Migalio, musicista castellanese, che è riuscita a rendere l’atmosfera intensa e malinconica, interpretando un brano del compositore Ezio Bosso.

A chiudere la serata sono stati i due premiati della sezione Speciale: Beppe Severgnini e Giovanna Pancheri. Severgnini, con la naturalezza che contraddistingue chi è arrivato a livelli di professionalità tali da non dover dimostrare più niente, ha esordito evidenziando il suo outfit: «Sono un omino elegante! Oggi ho la cravatta, e non capita spesso. Sono molto contento di essere qui; Indro Montanelli (uno dei premiati delle edizioni passate n.d.r.), è stato uno dei miei maestri. Secondo Montanelli il peccato mortale per i giornalisti era quello di annoiare, di affermare di non essere stati capiti. Il giornalismo deve avere il coraggio di dire ciò che la gente non vuole sentirsi dire.»

Giovanna Pancheri – prima donna a ricevere il riconoscimento del Premio giornalistico Città di Castelsardo – ha aggiunto: «Sono rimasta mirata dalla professionalità e dallo spessore dei colleghi che sono stati premiati stasera. Dedico questo premio alle giovani donne, qui nella terra di Eleonora d’Arborea e, siccome il giornalismo è un lavoro di squadra, la seconda dedica va a tutti i tecnici, i cameramen e gli operatori che mi hanno sempre accompagnato.»

La serata si è conclusa con la proiezione di un video realizzato dai liceali partecipanti al laboratorio “Genera” – l’associazione promotrice dell’evento presieduta da Simone Campus, il quale ha dichiarato: «Il nostro progetto è finalizzato a generare entusiasmo nei ragazzi. L’idea è quella di realizzare un festival di giornalismo che li veda protagonisti: un evento che inverta la piramide e che faccia sì che i nostri ragazzi – che non hanno le stesse opportunità di chi vive nelle grandi città – siano i premiati. Purtroppo a Castelsardo vige un forte abbandono scolastico, poiché è una cittadina di cintura».

Ringraziamenti ed applausi chiudono una cerimonia ricca di fermento culturale, testimonianze, riflessioni e progetti. L’appuntamento, come ha ricordato il sindaco Capula, è per la settima edizione del premio, nel 2022.

Leave a comment.