isola dell'asinara
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L’analisi di grandi serie di dati (cosiddetti big data) raccolti e studiati tramite le tecnologie digitali di internet, sono sempre più necessari per comprendere l’importante relazione tra l’economia del turismo e gli attrattori scelti dai vacanzieri come meta per i loro soggiorni.

Esempio principe in Sardegna è l’Asinara e il suo Parco naturalistico. Dallo studio dei flussi di dati si scopre, infatti, che i visitatori dell’Asinara fanno spontaneamente rete tra i diversi punti di interesse turistico del nord Sardegna incrementando, di fatto, il valore economico e sociale delle altre offerte territoriali, dal turismo balneare alla degustazione di cibo.

A tale proposito, in caso di ripresa dei voli internazionali, come nei programmi più recenti degli aeroporti di Alghero e Olbia, l’attrattore Asinara nel 2021 potrebbe generare una capacità di spesa di oltre 1 milione  400 mila euro di soli turisti internazionali a vantaggio del territorio circostante.

È una duplice osservazione importante che fa presagire l’intenzione di un prossimo appuntamento per mettere a sistema una nuova offerta di turismo naturalistico fondata su un’inedita “rete dei parchi naturali” della Sardegna. È quanto emerso dal webinar: “Digitale e turismo naturalistico: il ruolo dei big data e il caso Asinara” che partendo proprio dall’analisi dell’esempio dato dall’isola del nord Sardegna ha permesso di far comprendere come i big data siano determinanti per conoscere e analizzare i comportamenti dei turisti prima e durante la pandemia e per capire il peso degli attrattori naturalistici in termini di potenziale turistico.

WEBINAR. All’appuntamento sono intervenuti Vittorio Gazale, direttore dell’Ente parco, Carlo Gaspa founder e amministratore delegato di Eager Srl di Sassari che ha sviluppato le tecnologie per raccogliere ed elaborare i big data sull’Asinara, Emanuela Bussu consulente digitale dello Studio Giaccardi & Associati di Ravenna che ha correlato i dati ai trend statistici ufficiali e ai comportamenti di ricerca online dei turisti interessati a visitare Asinara. Moderatrice, Giulia Eremita, una delle maggiori esperte in Sardegna e in Italia di turismo digitale. L’evento nasce dalla volontà di Paolo Costa, co-founder e manager di Eager, di “fare cultura dei dati” in Sardegna e da un’idea visionaria di Beppe Giaccardi, consulente di strategia, per un’inedita collaborazione tra soggetti pubblici e privati, in grado non solo di coinvolgere lo stesso Ente parco, ma di guardare alla valorizzazione dello straordinario patrimonio naturalistico dell’intera regione. 

OCCASIONE PER SARDEGNA. Proprio il caso studiato nell’Asinara ha permesso di arrivare a una conclusione: “La Sardegna ha un grande potenziale di sviluppo sostenibile se punta al turismo naturalistico integrando e andando oltre il tradizionale turismo balneare per sfruttare i flussi degli oltre 30 milioni di appassionati della natura(datidell’Osservatorio Nazionale delle Filiere del Turismo di Unioncamere, diffusi prima dell’impatto covid-19) – sottolinea Bussu nel suo intervento – ma può sfruttare anche la crescente domanda emersa durante l’attuale grave crisi del turismo convenzionale in risposta spontanea al ‘bisogno di respirare sicuri’”.  Per Gazale, inoltre “l’ecoturismo rappresenta un elemento fondamentale nelle nostre politiche di conservazione del parco. Parliamo di un’economia che permette ai territori dell’area di vivere e avere la consapevolezza che il loro reddito è dato dal capitale naturale – dice – il nostro lavoro è fatto della tutela dei paesaggi e delle risorse naturali di grande pregio e questo soddisfa una domanda di servizi ambientali consapevoli dei valori del territorio. Il prodotto ‘natura’ – continua – si configura da noi come ‘bene d’élite’ e più la visita al Parco è di immersione nella natura, più il visitatore è disposto a pagare. Oggi, ancora di più con la pandemia, si è arricchita la domanda di chi vuole questi spazi naturali ed è disposto a spendere per vederli e preservarli”.

IL ‘CASO ASINARA’. A presentare lo studio sui big data Carlo Gaspa che sottolinea come “‘Datizzare’ significa tradurre in dati quello che è misurabile e in questo ambito si scopre che tutto può essere convertito in un dato – sostiene – la difficoltà è quella di avere la tecnologia giusta per analizzarli e le competenze per utilizzarli. Ma le opportunità che l’analisi dei dati può aprire è fondamentale per chi vive in questo come in altri campi economici”. E proprio dalle competenze messe in campo per lo studio sull’Asinara, è emerso che i visitatori fanno rete spontaneamente tra i diversi punti di interesse turistico aumentando valore e opportunità per le altre economie del nord Sardegna, per esempio integrando l’Asinara con la spiaggia della Pelosa, i diversi centri storici di Sassari, Alghero e Castelsardo, le Grotte di Nettuno, l’area marina di Porto Conte, i siti archeologici di Porto Torres e della Nurra. Sempre i big data analizzati, dicono che le aree di provenienza dei visitatori non sono solo quelle del nord ovest ma anche dal nord est, con una forte concentrazione su Olbia, a riprova che le motivazioni di viaggio verso gli attrattori naturalistici sono una leva forte che supera la stanzialità dei turismi convenzionali. I visitatori esteri hanno avuto una triplice funzione: sono il 49% degli arrivi totali dei flussi di incoming, hanno contribuito a “destagionalizzare” da aprile a ottobre insieme ai sardi e più degli italiani e nel Comune di Porto Torres sono stati più presenti degli italiani anche nei mesi estivi. 

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