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TABARKA – Anche quest’anno gli Italian Business Oscar, giunti alla quarta edizione, sono stati un’occasione preziosa per promuovere i legami, culturali ed economici, tra la Tunisia e l’Italia. Rapporti che affondano le loro radici nella storia e che, oggi, rivestono un’importanza ancora maggiore, in un quadro geopolitico instabile e di incertezze sia per le persone, sia per le imprese.

L’evento si è dipanato a Tabarka in una piacevole due giorni organizzata dalla Camera Tuniso-Italiana di Commercio e Industria (CTICI) e ospitata nella splendida cornice del Miramar La Cigale Hotel Thalasso di Tabarka, che ospita una delle Spa di lusso eletta tra le migliori al mondo. CTICI è un’istituzione nata nel 1984 e, da allora, sempre vicina alle imprese che internazionalizzano la loro attività, con un ruolo attivo nell’evoluzione dei rapporti di affari tra i due Paesi.

Nel corso della serata del 15 ottobre sono stati assegnati riconoscimenti a quelle imprese, enti e individui italiani e tunisini che si sono distinti per il loro impegno nel consolidare i rapporti bilaterali tra Italia e Tunisia sebbene, come è stato efficacemente sintetizzato dalla Segretaria generale della CTICI, Denise Salustri, «in questa congiuntura difficile per tutte le imprese la lista delle nomination agli Oscar del business 2022 non è esaustiva, perché ogni società che lotta per rimanere sul mercato meriterebbe di per sé un premio».

L’Oscar per la “Migliore Grande Impresa” è andato a Effemme Biserta, quello per la “Migliore Piccola e Media impresa” alla Compagnie manufacture italienne, quello per il “Miglior Investimento Consolidato” a Tunicotex e quello per il “Migliore Nuovo investimento” al Gruppo Manifatture Italiane.

Salotti Italia si è aggiudicato l’Oscar “per la Resilienza”, mentre il Premio d’onore per la Responsabilità sociale d’impresa è stato assegnato alla Chiesi e il Premio d’onore come “Miglior partner tunisino” alla Société Bouzguenda Freres, del gruppo Polina.

Il Presidente di CTICI, Mourad Fradi, ha fornito numeri e considerazioni sulla centralità dell’ente e sullo stato delle relazioni tra Italia e Tunisia sul fronte del business: «Contiamo circa 400 iscritti provenienti dal mondo dell’industria e dei servizi. La nostra è una camera di commercio tra le più importanti in Tunisia, e crediamo che giochi un ruolo importante per il suo impegno con privati e istituzioni e nel facilitare il lavoro delle imprese. Quando si pensa all’Italia, alcuni credono che il business si leghi quasi esclusivamente ai settori del cibo e della moda. Non è così: l’imprenditoria italiana, qui, è motore di una grande plusvalenza, ci sono più di 860 imprese italiane che hanno una presenza in Tunisia e che, oggi, offrono circa 70.000 posti di lavoro diretti e altri indiretti in parecchi settori merceologici».

Inevitabilmente, i costi energetici in Europa hanno spinto a guardare oltre gli orizzonti continentali ma, come spiega il Presidente Fradi, per gli italiani non si tratta soltanto della ricerca di risparmi sui costi: «Certamente il prezzo dell’energia, qui, è diverso rispetto all’Europa ma anche in Tunisia è destinato ad aumentare. Pertanto, chi viene in Tunisia lo fa soprattutto per altro: qui l’impresa trova infrastrutture e manodopera. Ci sono decine di migliaia di giovani ingegneri pronti a entrare nel mondo del lavoro e i l’impegno economico, per un imprenditore, è minore rispetto a tutti gli altri Paesi del Mediterraneo. Anche rispetto a un Paese come la Cina che, oltretutto, è lontana. Dal covid in poi, le imprese si sono accorte dei problemi che possono nascere con i loro partner commerciali in Asia mentre, nel nostro caso, si tratta di uno Stato vicino, amico e che gode dello status di partner privilegiato dell’UE, con cui è in vigore un accordo di libero scambio già dal 1995». Sono tutti ingredienti di valore per rendere la Tunisia un sito tra i più attrattivi per fare impresa.

Fondamentale, come sempre, il patrocinio istituzionale da parte dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi testimoniato dall’Ambasciatore Fabrizio Saggio, nominato in carica lo scorso 6 ottobre e alla sua prima uscita ufficiale: «Dico con orgoglio che l’Italia è diventata il primo partner commerciale della Tunisia, ci stiamo avviando verso il numero di 1.000 imprese presenti sul territorio. Sono convinto che il made in Italy rappresenti uno degli strumenti più efficaci e potenti di politica estera. I marchi italiani sono il biglietto da visita dell’Italia in tutto il mondo: la filiera agroalimentare, il tessile, le infrastrutture, la meccanica, i trasporti. Gli imprenditori italiani in Tunisia rappresentano molto bene il nostro Paese e le sue eccellenze».

Saggio ha sottolineato le difficoltà dei tempi recenti e la resilienza degli imprenditori: «Negli ultimi anni, le imprese hanno dovuto affrontare sfide difficili ma sono riuscite a mantenere la loro presenza, a pagare salari e a continuare a investire contribuendo al sostentamento di italiani e tunisini. La selezione dei vincitori degli Oscar del business è di valore perché, in ciascuna categoria, sono tanti gli imprenditori che si sono distinti per coraggio, perseveranza e impegno. Ho apprezzato particolarmente il premio assegnato per l’impegno sociale, introdotto quest’anno: fare business non significa, infatti, solamente cogliere le opportunità di profitto offerte dal mercato ma anche fare scelte consapevoli di scambio e contribuire al benessere della comunità nella quale l’impresa opera».

A portare infine il saluto della Ministra dell’industria, energia e risorse minerarie, Neila Gonji, la Direttrice del Bureau de la Coopération internationale, Ichraf Rivière: «Se la crisi ha toccato molti e tiene impegnate quotidianamente le istituzioni tunisine, ci teniamo a ribadire che il ministero e tutte le strutture governative sono vostre partner e alleate. E sono disponibili ad aiutare, accompagnare e facilitare le strategie di tutti gli attori dell’economia in Tunisia. L’occasione ci permette di ringraziare personalmente l’ambasciatore e la CTICI per l’organizzazione di questo evento, così come la città di Tabarka che ci ha accolto».

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