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Calato il sipario, è tempo di bilanci per la XX Mostra Regionale del Libro edito in Sardegna. Un giro di boa per un ritorno alla normalità, dopo anni difficili per tutti. Il grande ritorno dell’Associazione Editori Sardi, presieduta da Simonetta Castia, ha restituito forza, organicità e significato alla più importante vetrina per la promozione dell’editoria libraria isolana: «Ringrazio gli editori e i loro autori, che hanno riposto con coesione e forte spirito di collaborazione al nostro invito. Insieme abbiamo potuto sviluppare il programma in modo coerente e compiuto, portando un contributo ricchissimo e articolato in incontri con gli autori e le scuole, in performance, mostre e spettacoli. Più che buoni i numeri della fiera, il cui riscontro, in termini di vendite dei libri e di apprezzamento dei visitatori, è senz’altro positivo. Ora bisognerà lavorare per riportare l’iniziativa agli standard di un tempo, consolidando il ruolo centrale dell’editoria sarda».

La forza della Mostra del libro edito in Sardegna di Macomer è quella di aver creato un’occasione unica per vedere riuniti tutti gli editori sardi, conoscere il catalogo collettivo dell’editoria isolana, ascoltare dal vivo gli autori, in un ambiente dove la cultura è il comun denominatore.

La rinnovata cabina di regia e il ritrovato spirito collaborativo con il Comune di Macomer hanno quindi permesso di caratterizzare fortemente la manifestazione 2022. Presenza massiccia degli editori, varietà di opere, cartellone articolato e ritmo incalzante. Sono questi i punti di forza di un evento che ha scelto di rendere omaggio a Manlio Brigaglia, Paolo Pillonca e Grazia Deledda. «Siamo felicissimi del risultato – ha affermato l’assessore alla Cultura Gianfranco Congiu –. Una partecipazione rilevante di case editrici, autori e pubblicazioni rende la fiera capace di misurarsi con i temi più complessi e di proporsi anche al di fuori dei propri confini. A conferma che la nostra cultura è sufficientemente matura per reggere il confronto con le grandi produzioni».

«Non posso che esprimere grande soddisfazione – ha aggiunto il direttore artistico Alessandro Marongiu –. Il tema “Nazioni, Confini, Guerre. Per un diritto alla pace tra XXI secolo e ritorno al passato” ci ha permesso di offrire al pubblico, sia a quello tornato in presenza sia a quello che ha seguito la manifestazione on-line, un programma declinato nella maniera più articolata possibile: tante presentazioni di libri, naturalmente, e poi ancora proiezioni cinematografiche, performance, spettacoli teatrali e tavole rotonde. Da non dimenticare gli incontri e i laboratori con gli alunni degli istituti scolastici primari e secondari».

Si è discusso di giornalismo culturale, di come sostenere l’editoria in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. C’è stato spazio per i docufilm e i libri fotografici, spettacoli teatrali e musicali. Senza dimenticare i laboratori per bambini e ragazzi: alcuni all’interno delle scuole, altri aperti al pubblico. 5 istituti di ogni ordine e grado coinvolti, circa un migliaio tra bambini e ragazzi.

“Tra Isola e Mondo”, una delle sezioni a cura di AES, ha visto sul palco una trentina di scrittori. Una staffetta culturale che, a ogni passaggio di testimone, ha arricchito di contenuti le quattro giornate della Mostra. Si è parlato di rinascita, comunità e conflitti. Di quelli combattuti al fronte e di quelli interiori, capaci di svelare la vera natura dei protagonisti delle storie. Si è scritto di eroi ed eroine, legami familiari, Sardegna, “sardità”, storia e archeologia.

Come detto, domenica 23 è stata la giornata conclusiva della Mostra. Tanti gli appuntamenti in programma, da mattina a sera. A cominciare da “Guerra alla guerra!” di Ernst Friedrich, presentato dall’editore di WoM. «Il volume – ha spiegato Matteo Pinna – è un saggio fotografico che mostra le atrocità dei conflitti attraverso le mutilazioni corporee, ma anche ricercando le ragioni politico-economiche che spingono gli Stati a usare le armi. A fare propaganda per “incoronare” gli eroi, convincere i popoli della necessità del conflitto e a trovare un accordo per il cessate il fuoco».

Di seguito “Il re delle api”, edito da Arkadia. «Un romanzo di narrazione – lo ha definito l’autore Ruggero Roggio –. Intreccio di personaggi inventati, a parte Mamadou che ha imparato la lingua sarda e tira le fila di una trama contraddistinta dall’ordine caotico degli avvenimenti».
Poi è stata la volta di Carlo Sorgia e del suo “Il profumo della libertà” a cura di Arkadia. Nel dialogo con Annamaria Baldussi, lo scrittore ha descritto il suo come «Un romanzo di amore, passione ed evoluzione che profuma di sardità». Ambientato nel 1812, in una Cagliari flagellata dalla carestia, narra della congiura di Palabanda. Vicenda storica che ricorda un gruppo di oppositori al regime dei Savoia, che finì tragicamente con la loro condanna a morte.

La sessione pomeridiana si è aperta con la tavola rotonda “Stati, Popoli, Nazioni: un difficile equilibrio”, incontro moderato dal giornalista Vito Biolchini e al quale erano presenti Paola Bonesu, Omar Onnis, Carlo Pala e Maurizio Onnis per discutere su come declinare in azioni pratiche le decisioni politiche che riguardano un dato territorio, Sardegna inclusa. Alle 16.30 di scena Carla Cossu e “L’estate delle spie. I servizi segreti americani in Sardegna nel 1943”, Condaghes edizioni. Un libro dal quale affiora inesorabile la brutalità della guerra e la violenza cieca dei fascisti italiani che la stessa autrice ha definito «persino più feroci dei tedeschi».

Subito dopo Silvia Sanna e il suo “Fabrizio De Andrè. Vecchi, ladri, avvinazzati, assassini e ovviamente anarchici”, edito da Maxottantotto. «De Andrè era un poeta. Le sue canzoni sono intrise di riferimenti letterari, testi e sottotesti da interpretare», ha spiegato la scrittrice, che nel libro ha ripreso e adattato la sua tesi di laurea.

“Le torri d’Ogliastra. La Santa cruzada y los cautivos” di Gian Luisa Carracoi, a cura di Aipsa, ha portato il pubblico alla scoperta di un’epoca lontana nella quale la Sardegna, sotto il Regno di Spagna, era preda delle incursioni saracene. «L’iter per la costruzione delle torri costiere fu lungo e dispendioso», ha raccontato l’autrice che ha avuto accesso a molti documenti inediti.

Più tardi spazio a Savina Dolores Massa che ha scelto di romanzare la figura di Anna Coleman, scultrice statunitense realmente esistita. Nel libro diventa Ophelia Andersen e restituisce un volto a 185 soldati sfigurati nella prima Guerra mondiale. «Per scrivere di questa donna, ho dovuto vestire i suoi panni – ha spiegato La Massa –. Per scrivere di quei “mostri”, come si definivano, ho dovuto sentire il loro dolore».

A seguire “Totu frades. Tutti fratelli”, la traduzione della lettera Enciclica “Fratelli tutti” del Santo Padre Francesco, a cura della casa editrice Condaghes. Sul palco il vescovo di Ozieri Mons. Corrado Melis, il prefatore Paolo Maninchedda e Mario Puddu che ha avuto il merito di spiegare in “limba” il pensiero di Papa Bergoglio. «L’importante – ha sottolineato – era capire il significato profondo di quelle parole e non leggerle né in sardo né in italiano. Per farlo ho cominciato dall’ultima pagina».

A chiudere la XX edizione della Mostra Regionale del libro edito in Sardegna, lo spettacolo “Der boxer. Ballata per Johann Trollman” ideato da Michele Vargiu con le musiche originali, dal vivo, di Gianluca Dessì. Per l’occasione il Centro polifunzionale si è trasformato in un palcoscenico d’eccezione. L’atmosfera ha permesso un pieno apprezzamento da parte del pubblico.

La XX Edizione della Mostra del libro edito in Sardegna di Macomer
è organizzata da

Regione Autonoma della Sardegna

Comune di Macomer

AES – Associazione editori sardi

con la collaborazione di

Libreria EMMEPI / UNLA/Centro Servizi Culturali / Biblioteca comunale Macomer

Media Partner

mediterraneaonline


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