Accarezzati dal lungo e turbolento soffio dell’Oceano Atlantico i vitigni utilizzati in questa annata, i quali si trovano su suoli di argilla e scisto, sono stati l’Alicante Bouschet, la Periquita, la Trincadeira e l’Aragonez, poi vinificati separatamente in acciaio inox con macerazione e fermentazione variabile in durata dai 7 ai 15 giorni, per poi affinare in barrique di rovere francese per un anno.
I popoli del Mediterraneo conobbero il riso dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno e Teofrasto, contemporaneo del condottiero, il quale è stato il primo a dare descrizione della pianta nei suoi trattati, parlandone come di un cereale che cresceva in acqua dopo lungo tempo ed i cui semi erano particolarmente idonei ad essere bolliti onde soddisfare il fabbisogno alimentari dei popoli asiatici. Aristobolo, compagno di Alessandro in diverse campagne militari e durante le spedizioni in Asia, ci dà addirittura notizie più dettagliate: il riso era una pianta che poteva raggiungere i quattro piedi di altezza, aveva abbondanti spighe, era ricca di semi, coltivata in aiuole chiuse e ben irrigate.
Il vino, oggetto del desiderio e fonte di piacere allo stesso tempo, diventava elemento di fusione tra la gioia di banchettare e quella dell’amoreggiare se non addirittura l’innesco delle pulsioni che esplodevano in orge collettive tra cibi raffinati e corpi sinuosi.
La vite dunque divenne in questo arco temporale coetanea dell’uomo nell’agricoltura, così come al vino spettò il ruolo di fedele compagno di viaggio della società primordiale attraverso la storia, la letteratura e il progresso, una vera e propria onnipresente testimone dell’umana civiltà