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Il Ministro delle Antichità egiziano Mohamed Ibrahim ha annunciato qualche giorno fa la scoperta di una nuova e importante tomba risalente a 3500 anni fa nella riva ovest della città di Luxor.

La spedizione, sotto la direzione della spagnola Mila Alvarez Sosa e dell’italiana Irene Morfini, lavora in cooperazione con il Ministro delle Antichità egiziano, e ha scoperto la tomba di May e sua moglie Neferet durante gli scavi del Min Project nella tomba di Min (TT109).

CTAM_Min Project_TT109_14-12-2013
Le direttrici Mila (a sinistra) e Irene (a destra)

May era un importante funzionario della XVIII dinastia. Sui muri sono visibili delle scene rappresentanti il banchetto funerario e scene di caccia e pesca, che saranno rese visibili grazie al lavoro del team e aiuteranno a ricostruire la storia di May e Neferet.

Min, anch’esso personaggio importante dell’Antico Egitto, era sindaco di Tjeny (Thinis) e delle Oasi, Supervisore dei profeti di Osiride ed Onuris e tutore di Amenhotep II.

Mila ed Irene hanno gentilmente risposto ad alcune domande sulla nuova scoperta e il loro progetto di scavo:

Una scoperta dentro la scoperta, vi aspettavate questa sorpresa?

“Diciamo che entrambe abbiamo spesso parlato del fatto che lo spazio vuoto che si trovava nelle mappe nella montagna dietro la tomba di Min era sospetto: sembrava strano che in quell’area non ci fosse una tomba dal momento che il resto della necropoli ne è totalmente costellato!”

Perchè May è così importante?

“May appartiene ad una dinastia molto importante, la XVIII, e lo studio della sua tomba può portare nuove informazioni riguardo un periodo della storia egizia tanto importante. Solo studi futuri ci permetteranno di attribuirla con certezza al regno di uno dei faraoni così importanti di questa dinastia. La tomba inoltre deve essere totalmente svuotata dai detriti che raggiungono quasi il soffitto e ci aspettiamo di trovare il o i pozzi funerari con la camera funeraria per il defunto.

Per quanto riguarda l’entrata “ufficiale” della tomba (noi siamo entrate da una apertura non dalla “porta principale”) questa si trova sepolta sotto la sabbia. Quando daremo inizio allo studio della tomba, dovremo scavare dalla superficie per poter liberare l’entrata di accesso.

mila Alvarez Sosa  acceso al tunel nuova tomba may
L’entrata non ufficiale alla tomba di May

 

May era, fra le altre cose, Supervisore a tutti i cavalli del re, Supervisore al bestiame, Supervisore ai campi, Sindaco e principe. Grazie ad un cono funerario (1) che abbiamo ritrovato, siamo riusciti a conoscere questi ed altri titoli, che testimoniano una persona di un certo rango.”

Le tombe su cui state lavorando appartengono a Min e a May. Questi due personaggi hanno qualcosa in comune o il fatto che le loro tombe siano così vicine è solo coincidenza?

“In comune hanno il fatti di appartenere entrambe alla XVIII dinastia, anche se la loro connessione è ancora tutta da studiare. La tomba di Min appartiene al regno del faraone Tutmosi III, mentre per quella di May dobbiamo ancora attendere gli scavi per poter sperare in in indizio che ci permetta di stabilirne la data esatta.”

La fase degli scavi è probabilmente quella più emozionante del vostro lavoro, e quello su cui il “pubblico” fantastica di più. Ma cosa fa un team di egittologi quando non è nel sito?

“Effettivamente la parte degli scavi è la più emozionante, ma un egittologo ha tantissime altre cose da fare una volta terminata la mattinata di lavoro “in tomba”. Ci sono i database da aggiornare, le foto da sistemare, i diari da scrivere…spesso ci rechiamo alla biblioteca della Chicago House sulla riva Est di Luxor per poter fare ricerca riguardo i reperti rinvenuti la mattina, altre volte studiamo a casa e decidiamo dove scavare il giorno seguente, prepariamo conferenze, reports ed in pratica analizziamo e studiamo tutto ciò che non è possibile durante l’orario di scavo….e dormiamo!”

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Le egittologhe copiano iscrizioni nella tomba di May

 

(1) Cono funerario: manufatti di argilla a forma di cono che portano nome e titoli del defunto. Questi oggetti venivano collocati sulla parete esterna della tomba e recavano una scritta stampata in geroglifico con il nome ed i titoli del proprietario. In pratica erano una sorta di carta di identità del defunto.

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