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La persecuzione dei cristiani in Siria sarà al centro del nuovo incontro di geopolitica organizzato dal Centro Italo Arabo e del Mediterraneo.  L’appuntamento è mercoledì 20 giugno, alle ore 18, presso la sala Basile di Villanova Coworking (villa Atzeri, via san Saturnino 7 a Cagliari) con il reporter di guerra Gian Micalessin che presenterà il suo libro Fratelli traditi: la tragedia dei cristiani in Siria. Introduce il presidente del Centro Italo Arabo Raimondo Schiavone. Moderano i giornalisti Alessandro Aramu Paola Pintus.

E’ una storia dimenticata quella dei cristiani della Siria che dal 2011 sono stati perseguitati dall’Isis e dalle altre formazioni jihadiste nell’indifferenza dell’Europa e dell’Occidente. Un dramma di cui non si è mai dimenticato, tra i pochi giornalisti in Italia, il reporter Gian Micalessin, uno di quelli che ha sfidato le pallottole dei terroristi pur di raccontare la durissima condizione delle comunità cristiane nel corso della guerra in Siria. Micalessin lo ha fatto con solità onestà intellettuale e con il piglio di chi sa bene che certe storie possono essere raccontate solo andando sul campo, come nella tradizione del miglior giornalismo di guerra.

Questo dramma è ben raccontato nel volume Fratelli traditi. La tragedia dei cristiani in Siria. Cronaca di una persecuzione ignorata (Cairo Editore, 16 euro) che parte da un tradimento:  la miope illusione della Primavera Araba, descritta e raccontata come un insieme di rivolte democratiche e liberali salvo poi rivelarsi una fucina di fondamentalismo e oscurantismo politico e religioso. Dietro quelle sollevazioni si nasconde l’ascesa dei Fratelli Musulmani e delle altre forze islamiste a capo dell’insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad. Così quell’insurrezione – appoggiata dall’America di Barack Obama e da gran parte delle nazioni europee, Italia compresa, – si trasforma ben presto nel tentativo di consegnare il Paese al fondamentalismo.

I cristiani di Siria, come testimonia il volume di Micalessin, sono i primi a denunciarlo, i primi a raccontare le nefandezze e i massacri compiuti da queste formazioni. Ma non vengono né ascoltati, né creduti. Nella narrazione – condivisa da gran parte dei governi occidentali e rilanciata dai media generalisti – i nostri “fratelli nella fede” diventano semplicemente i complici e i sostenitori del regime del dittatore Assad. Prigioniero di questa grande mistificazione, l’Occidente assiste senza muovere un dito alla persecuzione dei cristiani da Homs ad Aleppo, da Raqqa alla periferia di Damasco, dove ininterrottamente da tremila anni si parla anche l’aramaico, la lingua di Gesù. Intrecciando l’analisi degli eventi con le voci raccolte nei numerosi reportage realizzati dal 2012 a oggi, Gian Micalessin ci racconta il conflitto siriano dal punto di vista dei cristiani.  Ma ci spiega anche come il sostegno e gli appoggi garantiti ai gruppi jihadisti nella speranza di spazzare via il governo di Bashar al-Assad abbia permesso la nascita dell’Isis e facilitato gli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Perché tradendo i cristiani di Siria abbiamo, alla fine, tradito noi stessi.

Il libro di Micalessin è un’ottima bussola per comprendere anche le persecuzioni dei cristiani negli altri paesi. Un dramma che riguarda non solo il Medio Oriente ma anche altri contesti, dall’Africa alla Corea del Nord. L’Occidente sembra essere del tutto indifferente a una vicenda che riguarda le proprie radici e la propria identità. Come ha sottolineato più volte l’autore, il disinteresse coinvolge principalmente “la crisi dei valori occidentali che impedisce agli europei di ricordare quali sono le proprie radici, ricordare da dove vengono e a cosa devono guardare se vogliono sopravvivere come civiltà”.

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