Share

I vitigni autoctoni minori della Sardegna sono stati protagonisti di una masterclass d’eccellenza al Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino. La masterclass si è tenuta lunedì 3 aprile, dalle ore dalle ore 14.00 alle ore 15.30, al Padiglione 8 (Sardegna). L’evento è stato speciale perché la “lezione” è stata tenuta da tre punte di diamante dell’enologia italiana: Mariano Murru, Andrea Pala e Antonio Manca. Tre grandi professionisti che hanno avuto importanti riconoscimenti anche a livello nazionale. Hanno presentato ad una platea di professionisti e appassionati, tre differenti vitigni: Nasco (Murru), Arvisionadu (Pala) e Granatza (Manca).

Mariano Murru, Andrea Pala e Antonio Manca

Mariano Murru è stato premiato da Vinoway nel 2020 come Miglior Enologo Italiano, un riconoscimento assegnato per il suo spirito di abnegazione e di dedizione alla sua amata Sardegna. Murru è tra i più apprezzati enologi italiani nel mondo. L’enologo, Direttore tecnico della cantina Argiolas, presenta la masterclass dedicata al Nasco (in questo articolo è specificata la storia e le caratteristiche del vitigno). Mariano Murru con il vino Iselis bianco, prodotto al 100% con uve Nasco, ha creato il miglior ambasciatore nel mondo di questo antichissimo vitigno.

A seguire le sue orme, il gallurese Andrea Pala, eletto miglior giovane enologo d’Italia nel 2021 che ha contribuito a creare vini che hanno già ottenuto importanti riconoscimenti. Giovane ma già esperto di vitigni autoctoni non solo sardi ma anche delle Marche, Campania, Calabria, Lazio e Toscana, regioni dove lavora come consulente enologo di importanti aziende. 

Giovane ma già di grande esperienza anche Antonio Manca, enologo della cantina Trexenta, che con i vitigni autoctoni ha grande dimestichezza. Insomma, tre enologi per illustrare l’eccellenza dei vini sardi a una platea di buyer nazionali e internazionali.

 “L’Arvisionadu – afferma Andrea Pala – è un rarissimo vitigno autoctono la cui diffusione è limitata in un fazzoletto di terra di circa 20/25 ettari, nella regione storica del Goceano, tra i comuni di Benetutti e Bono. Un vero unicum perché è la stessa scienza a dire che per questo straordinario vitigno non è stata trovata nessuna corrispondenza genetica”.

“Preservare questo vitigno – conclude Pala – significa mantenersi fedeli a un codice genetico enologico della Sardegna, esattamente come si fa per i centenari dell’Isola. Sono davvero felice di poter presentare i vini prodotti da questo vitigno preziosissimo, simbolo dell’identità enologica della Sardegna”.

L’evento è a cura dell’Agenzia Laore Sardegna in collaborazione con l’Associazione Nazionale “Città del Vino”, Assoenologi Sardegna e Agenzia Agris Sardegna. 

Leave a comment.