Ouverture virtuale per la Stagione 2020-2021 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna: in attesa della riapertura dei teatri nell’Isola, “La camera azzurra” di Georges Simenon con Fabio Troiano e Irene Ferri, Giulia Maulucci e Mattia Fabris per la regia di Serena Sinigaglia – in scena al Teatro Comunale di Sassari “a porte chiuse” e senza pubblico, in ottemperanza al DL del 31 marzo 2021 – sarà trasmessa in differita domenica 25 aprile alle 23 in seconda serata su Videolina (Canale 10 del Digitale Terrestre – su satellite al Canale 819 di Sky e TivùSat) e in streaming su www.videolina.it e su www.unionesarda.it.
Una scelta obbligata – per offrire comunque al pubblico la visione dello spettacolo, vista l’impossibilità di recuperare le date a causa di precedenti impegni cinematografici degli attori – pur nella consapevolezza che nulla possa davvero sostituirsi all’emozione di un evento “dal vivo”, unico e irripetibile, al fascino di una performance “in presenza” nella dimensione dell’hic et nunc, attraverso il meraviglioso gioco della finzione capace di mettere a nudo la verità.
“La camera azzurra” – avvincente trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Simenon, nell’adattamento di Letizia Russo – racconta una storia di passione e delitti, sullo sfondo della serenità e della quiete della provincia francese, in un intrico di supposizioni e pettegolezzi, omertà e pregiudizi, che sfociano in una duplice accusa di omicidio. Un incontro (almeno apparentemente) casuale dà il la alla liaison dangereuse tra un uomo e una donna, antichi compagni di scuola, attraverso le misteriose regole dell’attrazione: i due diventano amanti, si ritrovano segretamente in una stanza d’albergo nei pressi della stazione, all’insaputa dei rispettivi coniugi, infrangendo regole e convenzioni e destando scandalo in una piccola comunità. Quei rari e infuocati appuntamenti in cui si consuma il duplice adulterio, il piacere e l’abbandono dell’eros, puro e selvaggio, in una sorta di primitiva innocenza, in armonia con il mondo, riaffiorano nel ricordo dei protagonisti quando ormai l’estasi dei sensi ha lasciato il posto alla tragedia.
Viaggio nei labirinti della mente dei due (ipotetici) amanti diabolici con “La camera azzurra” – produzione Nidodiragno/Coop CMC, con scenografia di Maria Spazzi e costumi di Erika Carretta, disegno luci di Alessandro Verazzi e scelte musicali di Sandra Zoccolan (anche assistente alla regia insieme con Giulia Dietrich) – dove, come in un incubo, i momenti più importanti della relazione, le parole, le emozioni vengono ripetuti più e più volte durante la fasi di un’inchiesta. La stanza d’albergo diventa un simbolico tribunale, il delicato colore delle pareti, quasi un rimando alle atmosfere e al profumo dell’infanzia, lascia il posto alle cupe e inquietanti sfumature del noir: l’arte di Georges Simenon fa emergere i nodi irrisolti, i conflitti interiori, i timori, le responsabilità e le colpe, gli effetti collaterali e le conseguenze (im)prevedibili per chi trasgredisce i sacri comandamenti e giuramenti e gli obblighi della fedeltà.
Focus sulla temerarietà e insieme sulle inutili precauzioni degli amanti, in un dramma moderno dove la mentalità tradizionalista e il rigido moralismo di una cittadina di provincia si scontrano con il fuoco della passione, ponendo gli spettatori (come i lettori) di fronte all’enigma di due morti improvvise (e forse “annunciate”) e al mistero della psiche tra impulsi inconfessabili, fatali inclinazioni e tentazioni pericolose. Un vivido affresco di varia umanità per un’opera in nero, una versione amara e decisamente contemporanea della comédie humaine con le molteplici sfaccettature, le debolezze e le contraddizioni, la lucidità e la ferocia disarmante della verità.
“La camera azzurra” di Georges Simenon – dopo la fortunata versione cinematografica di Mathieu Amalric (al Festival di Cannes per Un Certain Regard, una candidatura al Premio César) – approda sulla scena con la forza evocativa di un’indagine sull’origine del desiderio e sull’ambiguità dei sentimenti e dei legami, nello spazio insieme claustrofobico e straniante di una stanza, dove si ripercorre a ritroso una vicenda emblematica tra eros e thanatos – amore e morte.
Pur nella rigorosa fedeltà alla trama originale, la versione teatrale e la mise en scène firmata da Serena Sinigaglia si arricchiscono di ulteriori elementi, per mettere l’accento sul carattere universale della vicenda e dei sentimenti dei personaggi, vittime di una “attrazione fatale”.
I PROTAGONISTI
Sul palco l’eclettico Fabio Troiano, attore di teatro e cinema, sceneggiatore e pure conduttore televisivo, formatosi alla Scuola di Recitazione dello Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, diretto da registi come Mauro Avogadro, Marco Plini, Giancarlo Cobelli e Dominique Pitoiset, volto noto del piccolo schermo dalla Melevisione a fiction e serie tv, da La squadra e Centoverine a RIS e Squadra Antimafia (vincitore del Premio Salvo Randone come migliore attore nel 2003). Al cinema dopo “L’uomo della fortuna” di Silvia Saraceno, “Santa Maradona” e “A/R Andata + Ritorno” di Marco Ponti, “Dopo mezzanotte” e “Tutta colpa di Giuda” di Davide Ferrario, interpreta l’anarchico “Passannante” nell’omonimo film di Sergio Colabona, poi nel cast di “Giorni e nuvole” e “Cosa voglio di più” di Silvio Soldini, fino ai recenti “Stato di ebbrezza” di Luca Biglione e “Nati 2 volte” di Pierluigi Di Lallo, ritorna nell’Isola dopo la tournée con “Lampedusa” di Anders Lustgarten (produzione BAM Teatro) che l’ha visto co-protagonista in scena insieme con Donatella Finocchiaro.
Irene Ferri – attrice e conduttrice televisiva (miglior interprete femminile al Roma Fiction Fest 2011 per La Nuova Squadra – Spaccanapoli), formatasi al Centro Sperimentale di Cinematografia, dopo il cortometraggio “Assunta” di Eros Puglielli, prosegue la sua carriera tra cinema e televisione, dove aveva esordito in programmi come A Tutto Disney e Solletico. Nel cast di “Marianna Ucrìa” di Roberto Faenza e “Milonga” di Emidio Greco, spazia tra commedie leggere e opere più impegnate, da “Cronaca di un amore violato” di Giacomo Battiato a “Giorni Dispari” di Dominick Tambasco; capo amazzone in “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti e Igor Skofic, è Alice in “Il giorno in più” di Massimo Venier. Sul piccolo schermo ne “La strada segreta” e “Questa casa non è un albergo”, “Le ragioni del cuore”, “Sospetti 2” e “Grandi domani”; è Rosa Salerno in “Tutti pazzi per amore”, e ancora nel cast di “Sorelle” e “Pezzi unici” con la regia di Cinzia TH Torrini.
Gulia Maulucci – attrice di teatro e cinema, diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, diretta da Dacia Maraini in “Per proteggerti meglio figlia mia” e “Per Giulia”, ha interpretato “Dignità autonome di prostituzione” con la regia di Luciano Melchionna, “Idoli” e “Robe dell’altro mondo” di Carrozzeria Orfeo, “The Dubliners”, da James Joyce, con la regia di Giancarlo Sepe e “ Yerma” di Federico Garcia Lorca, con adattamento e regia di Gianluca Merolli. A seguire “Metropolis” a cura di Giampiero Solari, “Comizi d’amore” e “ La grande età” di Kepler-452, “Una classica storia d’amore eterosessuale” di Domesticalchimia e Campoteatrale e “Modern Family 1.0” de Le Brugole e ATIR, e ora la tournée con la storia in noir di Simenon. Sul grande schermo, nel cast di “Bella Addormentata” di Marco Bellocchio e “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino e in tv tra “Squadra Mobile” e “Il paradiso delle Signore”, fino a “Oltre la soglia” di Riccardo Mosca, oltre a diversi videoclip – “ Per tutta la vita” di Noemi, “Undici” di Shel Shapiro e “Terra degli uomini”, cantata da Jovanotti
Mattia Fabris – diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” (1996), in teatro è stato diretto da Gigi Dall’Aglio (“terrore e miseria del terzo reich” – 1996), Gabriele Vacis (“La rosa tatuata” – 1997 e “Vocazione” – 2004), Bob Wilson – 1997, Cristina Pezzoli (La fine di Shawuot 2008-2009) Nel 1997 entra a far parte come socio fondatore della compagnia teatrale ATIR, con la quale partecipa a diversi spettacoli, da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare alle “Baccanti” da Euripide, “come un Cammello in una grondaia” tratto da “lettere di condannati a morte della Resistenza Europea” di Malvezzi e Pirelli, “where is the wonderfull life” di Renata Ciaravino, “Lear- ovvero tutto su mio padre”, da William Shakespeare, “Troiane” di Euripide e “1989”, sempre per la regia di Srrena Sinigaglia.
La regista – Serena Sinigaglia, diplomata in regia alla Civica Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi”, dal 1996 è fondatrice, presidente e direttore artistico dell’ A.T.I.R. (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca). Ha firmato la regia di numerose produzioni e coproduzioni di prosa e opere liriche. Oltre a dirigere la Compagnia ATIR e tutti gli spettacoli che produce, collabora con i principali teatri milanesi (Carcano, Elfo Puccini, Franco Parenti) e dirige spettacoli per importanti produzioni italiane ed estere (Piccolo Teatro di Milano, Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Theater tri-buhne Stuttgart; Grand Theatre Geneve).
Negli ultimi dieci anni ha diretto la stagione del Teatro Ringhiera di Milano, con produzioni di qualità e particolare attenzione alle giovani startup. Costruisce politiche culturali e iniziative rivolte alla cittadinanza e lavora sulle fragilità sociali, con particolare attenzione verso anziani, bambini, adolescenti e persone diversamente abili, in collaborazione con cooperative e strutture educative e sanitarie. Alterna lo studio e l’analisi dei classici con proposte di drammaturgie contemporanee italiane e straniere. Insegna recitazione per la scuola del Teatro Stabile di Torino e del Piccolo Teatro di Milano, insegna Regi al Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. E’ membro di giurie di molti prestigiosi Premi teatrali e letterari: Hystrio, Matteotti, Scenario, Riccione/Tondelli.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Un preludio “virtuale” con “La camera azzurra” di Georges Simenon, per la Stagione 2020-2021 de La Grande Prosa del CeDAC, che entrerà nel vivo con “Souvenir. La fantasiosa vita di Florence Jenkins” di Stephen Temperley con l’ironia e la verve di Francesca Reggiani in scena con Massimo Olcese e con Francesco Leineri, per la regia di Roberto Tarasco – domenica 2 e lunedì 3 maggio alle 20.30 al Teatro Comunale di Sassari e da martedì 4 a domenica 9 maggio al Teatro Massimo di Cagliari.
Suggestioni letterarie e invenzioni teatrali in “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen con la regia di Arturo Cirillo, anche protagonista sul palco insieme con Valentina Picello e Francesco Petruzzelli – dall’11 al 16 maggio a Cagliari e il 17 e il 18 maggio a Sassari; un viaggio tra parole e note con “Mimì. Da sud a sud sulle note di Domenico Modugno” di e con Mario Incudine, per la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, in programma dal 17 al 22 maggio al Teatro Massimo di Cagliari e il 23 e il 24 maggio a Sassari – poi in tournée nell’Isola, con una replica il 25 maggio all’AMA di Arzachena in collaborazione con Deamater.
Ritratto di famiglia in un “inferno” con “Misericordia”, il nuovo spettacolo di Emma Dante – dal 25 al 30 maggio a Cagliari e il 31 maggio e il 1 giugno a Sassari e infine storie di vita e di sport in “The Red Lion” di Patrick Marber con Nello Mascia e Andrea Renzi – dal 1 al 6 giugno a Cagliari e il 7 e l’8 giugno a Sassari – che racconta il mondo del calcio tra sogni di gloria e disincanto.
La Stagione 2020-2021 de La Grande Prosa al Teatro Massimo di Cagliari e al Teatro Comunale di Sassari è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC/ Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dei Comuni di Cagliari e Sassari e con il contributo della Fondazione di Sardegna.