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Combattere, Curare, Istruire
Padova “Capitale al fronte” e l’Università Castrense

fino a domenica 6 gennaio 2019

Durante la Prima Guerra Mondiale Padova svolse un ruolo fondamentale quale centro medico, in particolare nell’assistenza sanitaria prestata ai soldati e nella didattica medica, motivo per cui è stata recentemente proposta per la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica. Con questo progetto il Museo intende non soltanto raccontare una storia che ha toccato l’intera città e migliaia di studenti provenienti da tutt’Italia, ma anche porre al centro dell’attenzione il ruolo imprescindibile della Medicina nel primo conflitto mondiale e parallelamente il progresso che questa disciplina conobbe in un momento tragico della storia italiana. 

L’esposizione, in perfetta linea con la natura del MUSME a metà tra storia e tecnologia, propone una ricostruzione del percorso dei feriti al fronte, dai primi punti di assistenza fino agli ospedali territoriali, attraverso un’enorme mappa della cosiddetta “catena di soccorso”, organizzata per recuperare e trasportare i feriti, exhibit interattivi, tavoli touch che descrivono i luoghi padovani adibiti a ospedali (sulla base della mappa di Drucker del 1915), video e documenti, reperti storici, tra cui alcuni presidi i medici del periodogiochi e una pinacoteca virtuale con foto d’epoca di alcuni ospedali militari. Una vera e propria narrazione dell’organizzazione sanitaria nella Grande Guerra a Padova. 

Ad accogliere il visitatore una tenda con la ricostruzione dei punti di assistenza, dove i medici diagnosticavano la gravità delle condizioni di salute. Tra i vari reperti una barella del tempo per il trasporto dei malati, il famoso proiettile Shrapnel, riempito di pallette metalliche che venivano rilasciate a raggiera, dall’effetto dannosissimo per i soldati colpiti, “lo zaino” del medico militare con materiali e attrezzature sanitarie per il soccorso, maschere anti-gas, divise, tra cui l’uniforme da medico per le poche dottoresse di allora, un apparecchio per l’esecuzione delle prime radiografie, il gioco per scoprire gli strumenti utilizzati dai medici, 24 volumi dei “Problemi sanitari di guerra”, manuali di chirurgia. 

Particolarmente d’impatto le cartoline che “volano” sui visitatori a ricordare la distanza dei soldati da casa e la difficoltà di comunicazione con le famiglie. Il ruolo di Padova “Capitale sanitaria della Guerra” viene raccontato, inoltre, dai video di due attori, che si caleranno nei panni di due protagonisti: Francesco della Valle (1858-1937), medico e generale, che in qualità di capo della sanità militare istituì la cosiddetta “catena sanitaria”, per recuperare, soccorrere, curare e reintegrare nei ranghi i militari feriti in battaglia (in mostra anche la lettera che Gabriele D’Annunzio gli scrive nel 1923); e Luigi Lucatello (1863-1926), allora preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, che coordinò la complessa organizzazione messa in atto per formare in breve tempo una nuova “leva” di medici, preparati all’eccezionale compito cui erano chiamati. 

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