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Da marzo sarà in libreria “Vicini cent’anni – Alghero e la Grande Guerra ’15 – ’18”, di Raffaele Sari Bozzolo, Edizioni del Sole, Alghero.

Il libro sarà dedicato ad una pagina della storia locale che, in occasione del centenario dall’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, torna in primo piano. Ad un secolo da quel drammatico maggio 1915 “Vicini cent’anni”, racconta di Alghero, come paradigma della storia di un’intera isola; Sari Bozzolo ricostruisce il reale numero degli algheresi morti al fronte, che risultano più del doppio di quanti fino ad oggi sono ricordati nella lapide marmorea del monumento ai caduti che troneggia nel centro cittadino dagli anni ’30 del secolo scorso.

Vicini-Cent'anni-Copertina-Libro
Il saggio trae spunto dalle tragiche vicissitudini di questi soldati per raccontare un periodo storico particolarmente complesso, con non poche similitudini con l’attualità, partendo dalla piccola realtà algherese dell’epoca, per recuperare alla memoria collettiva anni che si rivelarono tanto duri e funesti quanto fondamentali per il futuro dell’isola e dell’Italia, come nello sviluppo politico, economico, sociale e culturale della stessa città. L’opera è il frutto di un lento lavoro di ricerca che Sari Bozzolo ha svolto partendo proprio dalla memoria e dai documenti conservati dai privati cittadini e dell’archivio storico comunale, incrociandoli con i dati, spesso incompleti ed imprecisi, dell’Albo d’oro nazionale sommati a quelli messi a disposizione dal Ministero della Difesa. Uno studio che ha portato a verificare e documentare ben 198 caduti, contro gli 82 che fino ad oggi risultavano ufficialmente.

L’opera di Sari Bozzolo vuole riconsegnare alla città importanti notizie di carattere storico, ma soprattutto quella memoria collettiva che esaurisce in questa generazione il suo percorso orale e che andrebbe diversamente perduta; i capitoli di questo studio si propongono ad un vasto pubblico, ma in primis come strumento divulgativo che si rivolge in particolare alle generazioni più giovani e agli studenti. “Vicini cent’anni non deve quindi considerarsi, né intende proporsi, solo come un mero evento editoriale o una delle tante cerimonie pubbliche che verranno proposte nella ricorrenza storica, ma anche e forse soprattutto come un evento privato, dal momento che certamente offrirà a molte famiglie l’opportunità di conoscere notizie sui loro avi; scorrendo quei quasi duecento nomi, infatti, per tutti gli algheresi sarà facile incontrare un lontano cugino, un prozio o un bisnonno che cent’anni fa partì per una guerra “lontana” per non farne mai più ritorno. Ritrovare così quei giovani vicini cent’anni.

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