Dopo gli attraversamenti nelle architetture di Le Corbusier in Italia, Francia, Argentina e India, con il progetto iniziato nel 2015 My house is a Le Corbusier, Cristian Chironi prende nel 2019 una nuova residenza temporanea in Germania, nell’Apartment 258 dell’Unité d’Habitation di Berlino.
L’Unitè d’Habitation è un edificio residenziale progettato da Le Corbusier nel 1957, concepito come parte dell’Esposizione Internazionale di Architettura per la Berlino segnata dalla divisione postbellica tra Germania Est e Germania Ovest. L’opera risulta diversa dagli altri modelli di Unitèa causa delle correzioni decise dal tecnico incaricato alla realizzazione del progetto, per rispettare il codice edilizio tedesco. Rappresenta comunque l’idea di edificio inteso come “macchina per abitare” coerente alle teorie di Le Corbusier.
L’appartamento 258, oggi di proprietà di Henrik e Natalia Svedlund, si trova in Flatowallee 16 ed è il risultato di alcune modifiche apportate dall’architetto Philipp Mohr tra il 2016-18, con l’intento di rispettare i piani originali di Le Corbusier. L’edificio e le sue stanze, vennero ridipinti combinando la policromia architettonica proposta da Le Corbusier nel 1931, una gamma cromatica composta da 43 “colori architettonici” declinati in 12 atmosfere.
Non è un caso che la stessa palette sia usata da Cristian Chironi per customizzare la sua Camaleonte, auto Fiat 127 Special così chiamata proprio per la sua capacità di cambiare colore in base all’edificio davanti a cui si ferma. L’opera, evoluzione e continuità di My house is a Le Corbusier, accompagna l’artista nei suoi spostamenti e, nella nuova mutazione dedicata all’Apartment 258, partirà da Orani (Nu), il 5 Novembre in direzione Unitè d’Habitation, dove rimarrà esposta e fruibile al pubblico come installazione sonora, un dispositivo amplificato che emette la raccolta My sound is a Le Corbusier, le composizioni dei vari musicisti coinvolti da Chironi nelle precedenti edizioni del progetto.
Per una settimana, dal 9 al 16 novembre, l’Apartment 258 è stato concesso a Cristian Chironi in forma non esclusiva. L’artista, invitato dai proprietari a convivere con loro per un tempo determinato, ha voluto includere i coniugi Svedlund nell’opera-progetto My house is a Le Corbusier dandogli un ruolo attivo e trasformandoli, Henrik artista-musicista e Natalia brewing engineer, come veri e propri strumenti, ispirandosi a loro per la realizzazione delle sue opere. Tra i progetti previsti anche un video prodotto con le immagini delle cartoline collezionate da Le Corbusier durante i suoi viaggi con le musiche di Henrik. Natalia curerà e coordinerà gli aspetti organizzativi e le iniziative promosse durante la residenza. L’intero appartamento verrà trasformato in un cantiere di idee e campo di collaborazioni e verrà aperto al pubblico in forma di mostra Domenica 17.
Questa sesta residenza, che cade nel 150° anniversario della cartolina postale e a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, invoca simbolicamente la libera circolazione e l’abbattimento di tutti i confini.
My house is a Le Corbusier è al contempo opera work in progress, cantiere d’idee, campo di collaborazioni, mostra, oltre che residenza. Il progetto, partito nel 2015, ha l’ambizione di realizzarsi in un lungo periodo e di costituirsi come l’insieme di tutte le esperienze che Chironi potrà realizzare all’interno delle tante opere progettate da Le Corbusier su 12 nazioni sparse nel mondo. “Abitazioni pellegrine” legate imprescindibilmente al movimento e all’incrocio di geografie e culture diverse.
Il progetto prende spunto da un episodio reale: nella seconda metà degli anni Sessanta, l’artista sardo Costantino Nivola, legato da una profonda amicizia e collaborazione con l’Architetto Le Corbusier, di passaggio a Orani (suo paese di origine e anche dello stesso Chironi) affidò alla famiglia del fratello “Chischeddu” un progetto firmato dal grande architetto, con l’auspicio che, lui e i figli muratori, in procinto di costruire una nuova casa, seguissero scrupolosamente le istruzioni contenute all’interno. L’importanza di questo lascito non fu però recepita. Tempo dopo Costantino, rientrato da Long Island, notò che la casa costruita non corrispondeva affatto alle caratteristiche originali e reagì riprendendosi quel progetto. La casa, che si trova tuttora a Orani, costruita preferendo all’idea modernista del maestro una funzionalità popolare (a detta di tutta la famiglia “non aveva né porte né finestre e assomigliava più a un tugurio che a una casa”) riporta, forse, solo “l’umore” di quell’originalità ignorata.
Da questo storia, Cristian Chironi individua il potenziale narrativo per un’analisi di una serie di relazioni nel contemporaneo con conseguenti implicazioni linguistiche e socio-politiche, che variano a seconda del contesto. Calandosi, in un periodo storico di difficile e precaria stabilità economica, in quell’impossibilità a possedere una casa di proprietà e prendendosi nel cambio di baratto la libertà di abitare le case di Le Corbusier presenti al mondo. Chironi fa di queste abitazioni “postazioni di osservazione privilegiate”, per capire com’è oggi recepita l’eredità di Le Corbusier e in che condizioni si trova “La casa degli uomini”. Una resa dell’architettura attraverso il racconto e la presa diretta della sua dimensione spazio temporale, dove si potrà discutere e confrontarsi, vedere l’artista al lavoro, assistere ad eventi, documentarsi sul materiale raccolto o bere insieme un caffè.
Il progetto si arricchisce durante ogni residenza, producendo opere, incontri e scambi che vanno a stratificarsi in un risultato sempre più ampio.
My house is a Le Corbusier è un progetto promosso dalla Fondation Le Corbusier di Parigi con le collaborazioni di: Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, MAN – Museo d’Arte della provincia di Nuoro, Regione Emilia-Romagna, Xing, NERO Magazine, Fondation Suisse, Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, Institut Français di Firenze, Colegio de Arquitectos de la Provincia de Buenos Aires e Equipo Casa Curutchet, Facultad de Arquiectura y Urbanismo Universidad Nacional de La Plata, Pierre Jeanneret Museum, Le Corbusier Centre Chandigarh, Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, Fondazione Nivola, Comune di Orani, Association des Sites Le Corbusier, far° festival des arts vivants Nyon.
La residenza My house is a Le Corbusier (Apartment 258 – Unité d’Habitation type Berlin) è sostenuta dalla Collezione Anna e Francesco Tampieri di Nonantola (Mo) ed è possibile grazie alla gentile ospitalità di Henrik e Natalia Svedlund.
Inizio del viaggio 5 Novembre 2019. Durata della residenza dal 9 al 17 Novembre 2019. Apertura in forma di mostra Domenica 17 Novembre 2019.
Per info e contatti: cristianchironi@gmail.com; corbu.258@gmail.com www.cristianchironi.it; https://www.instagram.com/apartment258/ www.facebook.com/myhousisalecorbusier/; www.facebook.com/corbu.258/