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Il 31 gennaio 2017 scadono i termini per la candidatura al ruolo di Tutor con possibilità di frequentazione al Master e copertura totale delle spese della retta di frequenza
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Il 28 febbraio 2017 invece il termine ultimo per l’iscrizione al Master

Ancora pochi giorni per candidarsi al ruolo di Tutor per il Master di I livello in Design dei Servizi Turistici Sostenibili, organizzato e promosso dallo IED, dedicato alla formazione di professionisti con competenze trasversali sui temi della sostenibilità, degli strumenti di green marketing e della comunicazione. Il termine ultimo per presentare la domanda come Tutor è fissato al 31 gennaio 2017. Lo IED offre la possibilità a una persona interessata a iscriversi al Master di partecipare anche come tutor, e quindi di apprendere e allo stesso tempo di svolgere attività di tutoraggio per il team dei docenti. Coloro che intendono candidarsi dovranno presentare un CV, una lettera motivazionale di presentazione e il piano di studi universitario, e dovranno sostenere un colloquio con la coordinatrice accademica. Il candidato che verrà selezionato per svolgere l’attività di tutor e che contestualmente potrà frequentare le lezioni, vedrà azzerata completamente la retta del Master, dovrà pagare soltanto la quota di iscrizione.

La data di scadenza invece per l’iscrizione al Master è fissata al 28 febbraio 2017.

Per le iscrizioni al Master e per la domanda di tutoraggio ci si può rivolgere a IED Cagliari – Admission Center Dott. Omar Murgia – Tel. 039-070273505 oppure www.ied.it/design-dei-servizi-turistici-sostenibili

Il Master in Design dei Servizi Turistici Sostenibili (la prima offerta didattica in Sardegna legata alla sostenibilità ambientale) si rivolge ai laureati (anche con laurea triennale) in discipline economiche, umanistiche e progettuali (o con titolo equiparato), a tutti coloro che ambiscono a sviluppare il proprio Know how nel campo della sostenibilità dei servizi turistici e della valorizzazione del territorio, ma anche a operatori e manager del comparto che desiderano acquisire nuove competenze. Il corso, nato dalla stretta collaborazione con alcune tra le aziende più importanti del settore turistico, partirà a marzo 2017, avrà una durata di nove mesi e sarà coordinato da Ada Rosa Balzan.

Un corso di alta formazione che, come tutti i corsi IED,  ha a cuore la tematica del design. <<Un approccio basato sulla cultura del progetto, quindi molto operativo verso le risoluzioni specifiche di un problema. E in questo caso il master vede insieme tre temi fondamentali: design, turismo e sostenibilità>>, spiega la direttrice IED di Cagliari, Monica Scanu. Design, come capacità di progettazione culturale con un  approccio creativo;turismo, una delle risorse più importanti del nostro paese e in particolare della Sardegna, su cui c’è ancora molto da fare. E infine sostenibilità, pilastro fondamentale, declinata sui due livelli: macro, che riguarda la specificità del territorio e del disegno della domanda turistica, e micro, strettamente legato alle strutture ricettive e che analizza tutti i fattori che hanno a che vedere con l’ambiente (acqua, energia elettrica, rifiuti, ecc).

MASTER DAY

E proprio sul tema di sostenibilità lo IED di Cagliari ha voluto offrire un primo interessante assaggio sugli argomenti più specifici che verranno affrontati al Master, nella giornata di orientamento organizzata nella sede cagliaritana di Villa Satta la scorsa settimana, attraverso la testimonianza in collegamento via Skype con una delle eccellenze nell’ambito del turismo sostenibile: Antonello De’ Medici, General Manager dell’Hotel Danieli di Venezia, una delle strutture alberghiere più famose e prestigiose del mondo. <<La definizione di sostenibilità è molto ampia, così come quella del design. Ciò che è fondamentale è che deve creare un rapporto di sinergie tra la destinazione e il modello di business. E soprattutto indurre alla riflessione su quale sia l’offerta e per quale pubblico, e su come si possa agire sulla progettualità tenendo conto dei diversi segmenti>>. L’albergo diffuso, ad esempio, che vede in Sardegna il primo esempio di turismo sostenibile con l’esempio di Santulussurgiu, è stato disegnato perché più coerente rispetto al tipo di offerta del territorio.

Diventa importante quindi cogliere le domande effettive, e pensare a destinazioni che non vanno solo a inventare nuovi segmenti di mercato, ma anche nuovi bisogni. Il direttore del Danieli ha così messo in evidenza quanto sia importante lavorare da una parte sulla redditività per sostenere l’impresa, e dall’altra aprire nuovi spazi e immaginare cose nuove, ma soprattutto garantire che ci sia coerenza tra quello che si promette e quello che si riesce concretamente ad offrire a una clientela che ha esigenze sempre più definite rispetto a quelle più generiche del passato. <<La comunicazione e la trasparenza sono un altro elemento molto importante. Le persone sanno perfettamente cosa vogliono, leggono, si informano sulla reputation di una destinazione, commentano>>, ha spiegato nel corso del collegamento on line De’ Medici. Mettendo in primo piano la sua esperienza personale nel mondo alberghiero ha illustrato perciò quanto sia determinante avere la consapevolezza che sia necessario lavorare sui processi. Processi fatti (per ora) più dalle persone che dalle macchine, e quindi diventa imprescindibile la formazione del personale per creare una cultura della sostenibilità. Come il saper adottare delle procedure e dei programmi idonei, formare lo staff, gestire a livello ambientale i cibi che impattano il progetto di sostenibilità, l’energia elettrica, l’acqua, il cibo nei rifiuti, così come dare una particolare attenzione al settore del food e del beverage, grandi driver per concetti e progetti innovativi.

 

Tutto questo fa parte di una logica consapevole della sostenibilità, in un’ottica di aiuto e supporto del territorio che ospita l’impresa e di una comunicazione positiva della destinazione che sappia promuoverla nel modo giusto. <<Spesso la gente neanche sa che esistano dei posti meravigliosi da osservare e da godere, un patrimonio non solo ambientale ma anche culturale>>. Entrando più nello specifico il General Manager di uno degli alberghi più conosciuti al mondo ha esposto alcune delle strategie sulla sostenibilità applicate alla sua realtà lavorativa a Venezia, come ad esempio la costituzione di un Green Council, un gruppo di lavoro con persone che fanno parte della struttura con le quali interrogarsi sui processi e sulle scelte da effettuare, quali ad esempio l’utilizzo di energia a basso consumo, o il recupero delle acque industriali: <<Abbiamo installato già da diversi anni un sistema molto sofisticato di depurazione per le acque reflue, il cui ciclo produce acque pulite. Ovviamente queste non sono edibili, ma utilizzabili per l’inserimento, ad esempio, nel circuito per i bagni dell’albergo. Invece di acquisire ulteriore acqua pulita, abbiamo rimesso in circolo la stessa acqua, depurata e pulita. Cercare di costruire un modello quindi in cui destinazione e produzione di qualità siano due dimensioni complementari. L’obiettivo alla fine è quello di creare una sostenibilità, intesa come valore, un meccanismo per cui il cliente sia felice. Il cliente felice è un cliente che ritorna>>.

 

Importante quindi creare un percorso esperenziale e emozionale in termini di consumo consapevole e rispetto per l’ambiente che il cliente dopo aver vissuto e amato, vorrà probabilmente ripetere. Perché attraverso l’esperienza si costruiscono le memorie e le memorie sono alla base della condivisione sociale ma anche della fidelizzazione della clientela.

De’ Medici ha poi sottolineato quanto sia importante creare un modello di ospitalità che metta al centro quei servizi che una volta si definivano ancillari, di contorno, come la ristorazione o le SPA e tutte le attività di carattere esperenziale, che fanno parte del vissuto e dell’esperienza. Imparare ad ascoltare i propri clienti. Avere la capacità di progettare e mettere le proprie idee al servizio della clientela, cercando di coglierne non soltanto desideri individuali ma anche le linee di tendenza, in qualche caso anticipandone i bisogni. Un monitoraggio costante di quella che è la clientela in termini di aspettativa, di volontà di acquisire un prodotto o un servizio, e di pagarlo. Perché alla fine l’equazione non è solo quella di avere buone idee, ma di portare a casa la capacità di produrre cose che siano apprezzabili e che abbiano un valore. <<Questo significa modificare il paradigma dell’innovazione. Nel momento in cui il nostro obiettivo di target diventa un attore nella esperienza e partecipa a quella che è la vita della destinazione attraverso il fare e che può raccontare, la sua diventa una forma di testimonianza. E i testimoni oggi sono più credibili dal basso, coloro che fanno l’esperienza, piuttosto che dall’alto, come i testimonial-personaggi pubblici che si immedesimavano nell’oggetto della nostra fantasia. Cambiano i trend di consumo. Oggi siamo tutti giudici, siamo osservati e osserviamo, e diamo un peso alla nostra valutazione>>.

In questo senso la parola design acquisisce un significato ancora più importante. <<Disegnare una volta significava trovare il miglior progetto possibile che accomunasse sotto quel tipo di identità più persone. Oggi si intende la capacità di fare un disegno così sfumato che possa essere poi reso in chiaro-scuro fino a renderlo a colori da ciascuno, in base ai propri desideri, la capacità di personalizzare l’offerta>>. Il benessere, il piacere quindi, di andarsi a scoprire le cose. Come le associazioni di gourmet, tantissime, che ricercano i prodotti naturali biologici che vengono ancora prodotti rispettando un ciclo naturale; la tecnologia, che rispetto a tanti anni fa ha permesso di modificare le logiche della conservazione, come l’iper-congelamento di alcuni prodotti che preserva tutte le sostanze originarie del prodotto. Essere inoltre eco-easy e eco-friendly anche nel modo di presentare le cose, il più possibile semplici, e sempre legate a un contesto.

Come nel caso della Sardegna, l’utilizzo ad esempio della cera sarda per la realizzazione dei piatti per le portate dei cibi al ristorante, che racconta tutta una storia legata alla produzione del dove si è consumato il cibo. Ripensare quindi alle destinazioni in chiave sostenibile. Disegnare, inventare, immaginare, creare. L’attivazione oggi non può prescindere dalla rete delle aziende, né dal network, né da quelle che sono poi i rapporti tra le aziende e i consumatori e i fornitori. Sfruttare le grandi doti di un territorio, o di una città e tradurle in progettualità.

Fare design significa quindi dare forma a una esigenza, alla relazione tra il cliente e il fruitore del servizio, e la progettazione e la comunicazione di questa relazione è molto importante. <<La sostenibilità deve essere soprattutto un valore che va comunicato. Ed è grazie a questa relazione, a questo servizio, che io avrò un vantaggio competitivo nell’azienda. Cioè il modo in cui io servo quel prodotto e la tipologia del servizio che io produco e creo>>, ha spiegato Ilaria Legato, docente IED e esperta di design strategico e progetti di comunicazione completa nell’ambito della ospitalità, quello che viene chiamato HO-RE-CA (hotel-restaurant-catering-cafè). Fare il designer dei servizi della comunicazione è un mestiere molto bello che si sposa con la vita, ha aggiunto. <<Un lavoro di grandissima osservazione, creatività e comprensione, anche attraverso il design thinking di tutto il processo>>.

Un lavoro però anche carico di molte responsabilità, in cui il manager deve saper declinare e definire le problematiche che il cliente propone, le componenti del problema, la raccolta dei dati, l’analisi dei dati, fino ad arrivare alla scelta degli elementi da proporre. Saper progettare significa mettere infatti in pratica delle strategie attraverso degli step ben precisi e acquisire una serie di abilità, come essere degli esperti copy-writer, perché dietro alle realtà di ogni territorio vi sono degli aspetti culturali e delle storie eccezionali, saper utilizzare un linguaggio creativo, avere una mentalità digitale, avere una forte intuizione, essere curiosi e molto empatici. Possedere una intelligenza emotiva, insomma, che attraverso gli strumenti del corso si può sviluppare per diventare dei veri e propri executive, ovvero degli strategisti d’azienda.

<<Stiamo vedendo concretizzarsi un sogno. Un anno fa parlavamo di realizzare questo master in Sardegna, malgrado sarebbe stato più vendibile in una realtà come Milano o Roma. Ma era proprio questa la sfida, perché la Sardegna è sinonimo di turismo. Dare quindi una opportunità a un territorio che ha tanto da dire sul settore dell’ospitalità e creare le prime figure in Italia nell’ambito della sostenibilità ambientale legata al settore dell’ospitalità, proprio qui, nell’isola>>, ha sottolineato Ada Rosa Balzan – Coordinatrice scientifica del Master in Design dei Servizi Turistici Sostenibili in chiusura degli interventi al Master Day. Esperta in green marketing, comunicazione sostenibile e CSR la Balzan, responsabile nazionale dei progetti della sostenibilità di Federturismo Confindustria (lavora anche con Antonello De’ Medici, vicepresidente nazionale di Federturismo Confidustria Italia, e General Manager dell’Hotel Danieli di Venezia) ha affrontato i vari ambiti del turismo sostenibile (con il Ministro Franceschini si è occupata anche del piano quinquennale del turismo per l’Italia in cui per la prima volta si è parlato di turismo sostenibile) e spiegato quanto questo sia un ambito molto esteso e le competenze di questo settore trasversali.

Tra i vari argomenti ha portato anche il tema specifico della sostenibilità nella sfera museale, sia privata che pubblica, portando per quest’ultimo caso l’esempio della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. <<La Galleria d’Arte Moderna sarà la prima che creerà il nuovo standard dei musei sostenibili, quindi sarà importante coinvolgere nuove figure quali i Manager della Sostenibilità nelle realtà come la Sardegna per seguire questo iter, creato come eccellenza a livello italiano nell’ambito del turismo sostenibile. La necessità a livello europeo è quella di avere delle competenze e dei know how. Questo progetto pilota che stiamo creando assieme al Ministero e alla Federturismo crea un nuovo standard mondiale di equiparazione dei musei a livello appunto, globale. Taleb Rifai, Segretario generale del UNWTO (United NAtions World Tourism Organization), ci ha chiesto di estrapolare questo standard, e ad aprile ci sarà la presentazione ufficiale. Posso permettermi di dire come cittadina italiana che per la prima volta facciamo parlare della nostra nazione che crea una eccellenza, uno standard tutto italiano che viene presentato al mondo.

L’idea quindi è di creare una filiera dei musei sostenibili. I musei laziali sono già stati coinvolti, probabilmente poi partiranno i musei degli Uffizi, e successivamente i tre poli di Firenze, Venezia e Roma>>. Un’asse strategico a livello di comunicazione molto importante, a cui però, ha spiegato sempre la Balzan, si lavora parallelamente sui piccoli musei, come ad esempio il museo di Celano in Abruzzo, per la valorizzazione del territorio e stimolare anche un indotto economico. <<Il turismo è il petrolio dell’Italia e sembra che ancora non si sia acquisita una grande consapevolezza in merito. Ecco perché si rende necessario stimolare più settori, dalla Confindustria  al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e creare una nuova figura professionale in Italia che sappia affrontare il tema, molto ampio, della sostenibilità a 360°: dalla comunicazione, alla valorizzazione del territorio, all’efficientamento energetico, al CSR e ai bilanci>>.

In sostanza, saper progettare e comunicare con dati e indicatori concreti l’oggettività delle scelte sostenibili delle aziende

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