Carignano e non più del 5% di Bovale sono le quote per questo uvaggio che vede la straordinaria materia prima allevata ad alberello su terreni a prevalenza sabbiosa, ricchi di argilla e calcare ed accarezzati dalla brezza marina. La fermentazione alcolica e la macerazione avvengono in acciaio, la malolattica in cemento e l’affinamento in botti di rovere francese per ben un anno.
Lo stato di salute dell’economia vitivinicola irpina è riscontrabile anche dal fatto che le stesse cantine stiano facendo continue richieste per ottenere personale enotecnico altamente specializzato al De Sanctis che non può altro che andare fiero di questa costante fiducia rinnovata nell’essere istituto di formazione enologica di eccellenza tra i primissimi in Italia.
La cecità dei viticultori e delle grandi aziende agricole ha purtroppo favorito l’uso di formule sempre più comode, di impiego immediato, di apparente risoluzione ed economicamente vantaggiose ma assolutamente prive di ogni lungimiranza ed affetto per la terra; invece le vere risposte al problema, come è stato ampiamente dimostrato, sono insite proprio nelle soluzioni a lungo termine che tengono conto del fatto che quanto più un suolo è vocato alla viticultura tanto più la conversione al biologico sarà di semplice attuazione e costituirà il percorso economicamente più competitivo.
Per la grande affidabilità del pescato, per la cucina tradizionale e per i colori di cui si tinge il locale costituisce proprio il tipico esempio di trattoria mediterranea.
La recensione del libro di Vincenzo Piras Mattana, storico medievale
Fiero delle sue origini contadine e rispettoso del territorio, Franco Terpin produce vini che sembrano riflettere la sua corporatura e la sua personalità: un gusto consistente, schietto e diretto.