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Sul viaggio son state scritte tante pagine. Mi viene da pensare al viaggiatore per eccellenza, Ulisse, che si incammina per una lunga impresa seguendo la volontà degli dei e che, per saziare la sua sete di conoscenza, affronta tutte le peripezie possibili. Il viaggio, che passa attraverso l’esperienza, ha come scopo finale quello della conoscenza di sé stessi. Ulisse, probabilmente, non era giunto ad esso: per questo cercò di andare oltre i suoi limiti, oltrepassando le Colonne d’Ercole e inabissandosi.
Il viaggio di cui si parla in questo articolo mi ha insegnato che, a volte, per guardare dentro di sé, non servono lunghe distanze, né avventure al limite del disumano. Ci sono alcuni weekend, alcune spiagge, alcuni compagni di viaggio che riescono a nutrire l’anima più di quanto si possa immaginare.
Non so se sia stato per i posti meravigliosi che la Grecia può vantare o per quel senso di libertà che le persone spontanee trasmettono, ma la vita in Calcidica assume un volto diverso. Tre lembi di terra che spesso nessuno nota, perché oscurati dalla fama delle isole greche. Qui il turismo è sì sviluppato, ma non quanto in altre zone. Per questo non si avverte l’impersonalità tipica delle località affollate di turisti.

Le città, calde e insopportabili d’estate, inducono a cambiare aria: il mio “team” ed io non siamo da meno. Compagna inevitabile la rossa “Sunny”, una riproposizione della macchina di Thelma e Louise (altri nomi, un altro viaggio). Partenze a mezzogiorno, senza aria condizionata. Solo una cartina e tanta voglia di vedere il mare.

 


Sulla Calcidica c’è da fare una precisazione: il terzo piede è precluso ai visitatori esterni, se non sotto autorizzazione. E’ il Vaticano della Grecia, ricco di monasteri ortodossi, dove le donne non possono entrare. Un’altra distinzione fondamentale è quella tra primo e secondo piede.
La prima striscia di terra è infatti caratterizzata da beach bar, musica altissima, birre e cocktail in spiaggia. Acqua cristallina e sabbia bianca, ma ambiente poco consono all’esplorazione interiore. Il primo piede è il luogo ideale dove passare la giornata con amici a parlare e ridere, per poi lanciarsi nelle pazze nottate in spiaggia.
Il secondo piede è invece quel luogo della Grecia che può trasformare un normale weekend in un “viaggio” inteso nel suo significato più profondo. Difficile darne una descrizione completa. Alcune immagini possono aiutare a far capire quali percorsi interiori si possono percorrere in poche ore o anche in pochi attimi in questa terra paradisiaca.
Rientrare alle 6 del mattino dopo una notte passata a ballare in spiaggia e poi emozionarsi sul terrazzo di casa, a Nikiti, dove la vista sulla cittadina e sul mare lasciano attoniti. Ci si sente come in un’altra dimensione, circondati dall’avvolgente luce dei raggi mattutini e dal fumo dell’ultima sigaretta della giornata.
Un’altra immagine è quella di Kavourotripes. Raggiunta dopo ore di viaggio in macchina, tutta la stanchezza scompare di fronte a un mare piatto, dove, intimoriti dall’acqua fredda di giugno, nessuno nuota. Solo un cane sguazza nell’acqua trasparente, tra le risate dei suoi padroni che fanno campeggio libero lì vicino.
E che dire poi delle cene a Sarti, in taverna: la luna piena (portatrice di sorprese), riflettendosi sul mare, accompagna il pasto a base di pesce e ouzo. La particolare luce notturna, la compagnia, la leggera ubriachezza, i piedi nudi e il diretto contatto con la sabbia permettono di sentirsi un po’ “attaccati alla felicità”.

 


Per concludere, Vourvourou, una spiaggia dove una piccola insenatura nascosta diventa un nido d’amore per coppie, sposi novelli, famiglie, bambini e, perché no, gruppi di amici. Cosa sia l’amore non lo so, ma, se esiste, deve essere sicuramente qualcosa di più grande di quello convenzionale che utilizziamo per definire il rapporto sentimentale/romantico o il sentimento di un genitore per il proprio figlio. L’archetipo di amore deve assomigliare in qualche modo alle sensazioni che si provano in questa spiaggia incantevole. Tra le voci dei bambini che cantano in acqua e le risate dei giovani in spiaggia, il silenzio, quello interiore, distesi all’ombra di un albero, è assoluto. Un misto tra pace e esaltazione di tutti i sensi domina l’animo in questa atmosfera: e non è un controsenso. È questo che Vourvourou regala: un sentimento di fiducia nell’essere umano e la sensazione di poter affrontare tutto, forse perché non c’è poi niente di così difficile, per il semplice motivo che il mondo, in fondo, è bello. L’amore potrebbe essere proprio questo: la sensazione di abbracciare, stimare e apprezzare l’intero universo, comprese tutte quelle cose che non possiamo conoscere.
La natura varia e mutevole della Calcidica permette di cogliere esattamente il significato principale del viaggio: guardare ciò che di bello ci circonda, per staccarsi un po’ dalla tristezza della vita, e sentire quanto è grande il mondo interiore di un essere umano, pur nei suoi limiti. È a questo mondo che dovremmo guardare più spesso, l’unico che conta nell’esistenza, passando attraverso i fantastici luoghi che il mondo esteriore ci offre.

Daniela Melis

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