Vacanze ecologiche
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di Anais Maes

L’avvicinarsi delle vacanze vi fa venire voglie d’evasione? Vorreste abbandonare la routine per qualche giorno? Sognate da lungo tempo un soggiorno in Francia, ma sfortunatamente la crisi si fa sentire sul vostro conto corrente? Allora perché non tentare l’esperienza di un eco-villaggio?

Gli eco-villaggi, presenti sia nel sud della Francia che in Corsica, sono delle comunità che hanno per obbiettivo l’autosufficienza energetica ed alimentare, riducendo al massimo il segno dell’uomo sull’ecosistema. Il principio è quello di non prendere dalla terra più di quello che lei ci può offrire. Per ridurre il loro impatto sull’ecosistema, gli eco-villaggi praticano la produzione verde, la costruzione ecologica, la permacoltura, ed utilizzano solo energie rinnovabili.

Che rapporto con le vostre vacanze mi chiederete? Gli eco-villaggi sono delle comunità aperte: tutti gli anni, accolgono dei volontari associativi, o degli escursionisti. Questi partecipano alle faccende domestiche ed agricole in cambio di ospitalità e vitto. La gran parte delle comunità, inoltre, propongono delle attività a sfondo educativo: delle escursioni in luoghi sconosciuti ai più, dei lavori pratici di giardinaggio ecologico, o ancora, la preparazione di una baguette fatta in casa; poiché diviene sempre più importante preservare il nostro pianeta, non è più sufficiente spegnere la luce uscendo da una stanza o chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti.

Ahi…. Voi immaginate certamente già delle “vacanze” impegnative, senza nessun confort e per voi la vita senza ne internet ne cellulare è inconcepibile… Nessuna paura! Non si tratta di illuminare con le candele o di spartirsi i beni. Gli eco-villaggi propongono diversi tipi di alloggi: camere da ostello, bungalows, o camping selvaggio per gli avventurosi; inoltre non c’è da scegliere fra confort e buoni azioni: gli eco-villaggi solitamente sono equipaggiati di energia solare, eolica o micro-idraulica, non è necessario dunque rinunciare alle gioie della tecnologia. Senza parlare del fatto che certe comunità (come quella di Fondale in Corsica1) propongono dei divertimenti allettanti: sauna, passeggiate a cavallo di un asino, bagno ai piedi di una cascata o in vasche naturali… insomma c’è di che rilassarsi prima di tornare a guadagnarsi la pagnotta.

Se ancora siete reticenti di fronte a questi progetti, eccovi un intervista a Denis Peter, uno dei membri dell’eco-villaggio “Amopie”, nell’Alta-Provenza.

· Visitando i siti web degli eco villaggi francesi (elencati su Ekopedia2]), tutte le comunità sembrano essere ancora allo stadio di “progetto”. Cosa manca ancora per il loro successo?

Dei membri probabilmente!

· La gran parte degli eco villaggi sono sostenuti da privati o da aiuti di varie associazioni; è possibile, per il futuro, che si possa raggiungere la totale autosufficienza? O questo rileva dell’utopia, per definizione irrealizzabile?

Sì, è possibile!

· Quanti membri permanenti conta la vostra comunità? Tenuto conto del fatto che non c’è alcuna gerarchia fra i membri degli eco-villaggi, pensate che sia possibile di estendere il vostro modus vivendi in larga scala?

Sì. In particolare grazie al sistema delle giurie popolari…
Inoltre, Amopie non corrisponde ad un modo di vivere preciso, ma lascia grande libertà all’individuo nel modo di organizzare la propria vita (vedi il funzionamento economico). Dunque, è generalizzabile… solo chi tende a sfruttare il prossimo potrebbe non essere interessato…

· Ci sono dei bambini nel vostro eco-villaggio?

No, è in progetto.

· Sul sito di “Amopie”, nella descrizione della nuova società, è scritto che certi termini della lingua francese sono “bannati”, dove il loro significato limita il prossimo, ad esempio i pronomi possessivi, o parole come “appartenenza” e “proprietà”. Queste regole sono state applicate nella vostra comunità?

Non ho visto dove è scritto che certi termini sono stati “bannati dalla lingua francese”. Non abbiamo certe pretese!
Per quanto riguarda le parole “appartenenza” e “proprietà”, si tratta soprattutto di denunciare una amalgama. In Amopia, non ci saranno guardiani, degli utilizzatori e dei locatari. Questo permette un’attitudine più rispettosa dell’ambiente. C’est Tout!

· Gli eco-villaggi accolgono dei viaggiatori o dei partecipanti al programma WWOFF3 in cambio di compiti domestici o agricoli; questi scambi sono messi in atto solamente per la costruzione e l’elaborazione degli eco-villaggi o dureranno anche a seguito del completamento del villaggio?

Questo genere di cose può durare, certo. Gli scambi arricchiscono sempre.

· Se voi aveste un messaggio da far pervenire ai nostri lettori quale sarebbe?

Per uno sviluppo sostenibile, converrebbe interrogarsi su cosa si fa in fondo, che non è durabile allo stato attuale: perché se le leggi sono corrotte finiscono per essere votate?
Sarebbe forse più giudizioso di attaccare le cause piuttosto che i sintomi.
Perché, per esempio, non affrontare un’economia non monetaria?
Amopie è una società veramente democratica ed ecologica. Come ogni persona può verificare leggendo il sito4


[1] http://www.association-fondale.com/

[2] http://fr.ekopedia.org/%C3%89covillage

[3] World Wide Opportunities on Organic Farms – http://www.wwoof.org/

[4] http://amopie.free.fr/index.php

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