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Stamane ha vinto il terrore contro la libertà di stampa e di espressione. “Ha vinto solo momentaneamente”, così si evince dalla parole durissime del presidente della Repubblica francese François Hollande, intenzionato a mantenere unito il paese, come se questo fosse un segnale molto pericoloso per una escalation di violenza da fermare per tempo.

Un attentato, a detta di molti analisti, annunciato più volte. Poco credibili sono state le minacce alla redazione se due poliziotti non hanno fatto nessuna paura, se il terrore era stato pianificato nella più semplice delle possibilità: colpire nella mattina della riunione settimanale della redazione, così da poter uccidere più persone.

Ci saranno nei prossimi giorni centinaia di articoli, approfondimenti, testimonianze video che ripeteranno le stesse cose. Oggi è un giorno da ricordare, un attacco all’idea stessa di libertà. Ne “Il nome della rosa” di Umberto Eco, si punivano con la morte i frati che osavano leggere libri che provocavano il riso: la risata porta dritti alla strada per l’inferno. Si trattava però del medioevo, di un cattolicesimo malato da regole assurde. In questo caso la religione non centra, si tratta evidentemente della conquista del potere attraverso il controllo della cultura.

La nostra rivista si propone di costruire un ponte tra i cittadini che abitano le quarantatré nazioni che circondano il Mediterraneo. Cittadini che amino la convivenza pacifica, la cooperazione e la difesa dei diritti dell’uomo. Da entrambe le sponde del Mediterraneo dovrebbero levarsi alte le voci di assoluto rifiuto della dittatura terrorista.

Solidarietà a chi, come i giornalisti della redazione del settimanale francese Charlie Hebdo, fanno semplicemente il loro lavoro, sorridendo alla vita e rispettando davvero le culture altre.

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