Non esattamente un vino del ‘900 ma sicuramente frutto dell’anarchia enologica di un produttore che sa essere custode della viticultura di quell’epoca e che sa fare grandissimi vini rossi.
In effetti non se ne parla mai abbasta e dunque è bene che la comunicazione accenda il focus sui vini rosati, sulla loro qualità enologica e sulla straordinaria capacità di abbinamento. Ben venga dunque l’iniziativa curata da Chiara Giorleo e di Adele Elisabetta Granieri dedicata ai vini fermi ed alle bollicine in rosa: 50 Top Italy Rosè, guida online al suo esordio quest’anno.
Lui è Luigi Tecce, classe del ’71. Non crede in Dio ma ad una prima occhiata pare sappia campare molto meglio di chi lo fa e vive i suoi tempi col distacco tipico di chi ha subito il fascino ed il successivo disincanto dai grandi ideali, facendolo da pragmatico e anche con una sottile vena da nostalgico sognatore, ma non ditelo a nessuno sennò finisce che perde la sua aria di strafottente.