Nel film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino il protagonista Jep Gambardella, alla domanda “che cosa ti piace di più veramente nella vita?”, rispondeva molto serenamente e senza sentirsi in dovere di conformarsi all’andazzo generale “l’odore delle case dei vecchi”.
Quando parliamo di coronavirus e di storia dei tre setacci mi viene pensare che non conosciamo le due cose a partire dalla loro origine, e da ciò che le configura in quanto esistenti. Soprattutto mi viene da pensare che non siamo né virologi né filosofi, per quanto i virus circolino liberamente nell’atmosfera e la filosofia faccia parte della nostra esistenza… in alcuni come minuti capillari ed in altri come invadenti vene varicose, come amava sostenere Friedhelm Moser, buonanima.
Si è stimato che un ulteriore fermo delle attività produttive impattanti per l’ambiente per un periodo di 45 giorni eviterebbe nei soli paesi membri della comunità europea ben 145 milioni di emissioni, corrispondenti ad un calo annuo del 5%. Tutto questo ha oltretutto dimostrato che nella sola Cina il miglioramento dell’atmosfera ha evitato le morti di 4000 bambini e 73 mila anziani, grazie alla drastica riduzione degli agenti inquinanti: numeri che fanno non poco riflettere sulle principali cause di mortalità a livello mondiale, soprattutto se si considera che, rispetto alle vittime del coronavirus, il numero di persone salvate è 20 volte superiore.
Da qualche tempo a questa parte la già gravissima situazione che investe i Lavoratori del Mare da anni è decisamente peggiorata a causa dell’emergenza corona virus che ha messo decisamente in ginocchio i trasporti marittimi e gli uomini che ne costituiscono il motore pulsante.
Dopo condizioni salariali ferme ad un ventennio, scarso senso del welfare a bordo, la soppressione del titolo di Capitano di Lungo Corso, un’alimentazione fatta da cibo spesso scadente, il costante ricatto di una formazione a pagamento costante e sovente inutile, la pessima interpretazione ed applicazione delle norme internazionali in fatto di titoli professionali, la mediocrità di tutte le istituzioni coinvolte in questo settore, l’inutilità e la corruzione dei sindacati, il declino dell’Istituto Nautico, depauperato del suo ruolo formativo, la Gente di Mare era già alla frutta per queste e tutta una lunghissima serie di altre ragioni che la metà basta ed avanza a gettare nella vergogna uno Stato che un tempo era considerato una grande Repubblica Marinara.