Arturo Erbaggio è nato a Napoli nel ’77 ed è cresciuto ad Afragola. Nel 1996 ottiene il diploma di maturità scientifica, laureandosi nel 2003 in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Foggia nel 2009, conseguendo inoltre diversi corsi e abilitazioni professionali durante il corso della sua ultraventennale attività lavorativa. Per quanto da piccolo abbia odiato il lavoro in campagna, oggi la sua ammirevole carriera è tutta incentrata sulla forte passione per la viticoltura e l’enologia.
Il Lacrymanera è un uvaggio di Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico coniugati a seconda dell’annata e tradotti in un modello enologico sostenibile e che intende riproporre, attraverso la conoscenza e l’attenzione verso tutti i processi produttivi, un vino artigianale e di grande aderenza al territorio. Fermentazione spontanea con l’uso del pied de cuve e macerazione per circa un mese, poi un anno in vasca d’acciaio, decantazione per gravità e imbottigliamento.
La già famosa ciliegia di Bracigliano è diventata IGP e dal 30 gennaio 2023 rientra nell’elenco delle eccellenze agroalimentari della regione Campania. Ci si auspica una ricaduta positiva sul territorio in termini di preservazione del paesaggio, di sostenibilità ambientale e di indotto occupazione.
La storia della famiglia Casoli appartiene da sempre al borgo di Candida per quanto il progetto delle Tenute Casoli sia più recente: Luigi Casoli, di professione ingegnere, decide nel 2005 di acquistare e recuperare l’antico palazzo un tempo appartenuto alla famiglia Iorio, situato proprio di fronte alle proprietà nobiliari dei FIlangieri, principiandone quindi i restauri nel 2005, innamorato dei dettagli architettonici, soprattutto del superbo esempio di scala vanvitelliana. Nel 2007 lo stesso ne avviò l’impianto di un primo vigneto, poiché la storia dell’antico palazzo era anche fatta di vendemmia, accorpandolo ai tenimenti vitati di famiglia ereditati da suo padre; dopo questa grande operazione di recupero storico, urbano ed edilizio, a grandissima vocazione rurale, l’ingegnere, supportato da sua moglie Katia ed i figli Archimede ed Antonella, fonda l’azienda agricola Le Crete-Tenuta Casoli, ben intenzionato a valorizzare la tradizione vitivinicola di queste terre, senza tralasciare la produzione di mele e nocciole.
L’incontro che è avvenuto ieri 29 giugno presso l’Istituto Enologico “Francesco De Sanctis” di Avellino, dal titolo “Taurasi, the king of Southern Italy”, ed organizzato dal Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, ha avuto successo, ha ricevuto un largo consenso ed ha visto la partecipazione di numerose cantine presenti al convegno, non solo della Verde, associazioni del territorio, stampa ed istituzioni.
La provincia di Avellino è un grandissimo cuore verde, ricchissimo di cantine che hanno fatto la storia del vino campano, ma è solo nelle Cantine del Mosaico che il cuore è battuto più forte, tanto da spingerle generosamente ad unirsi alle aziende vinicole delle altre aree per attestare il loro amore per il territorio, ribadendo con questo gesto forte che la cultura non isola
Si è svolto stamane, presso il prestigioso Istituto di Enologia “De Sanctis” ad Avellino, il VII Congresso Regionale della Campania della AcliTerra, branca associativa specializzata nelle professionalità agricola delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, dal titolo “Coltiviamo il Futuro, i Valori e i Beni Rurali nella Transizione Ecologica”.
Marianna Pulsinelli vanta ben due lauree da 110 e lode in biotecnologie agrarie ed in biotecnologie agroindustriali, conseguite presso l’Università Federico II di Napoli, con specializzazione in impianti biologici ed impianti a biomassa, con esperienza pregressa nella supervisione degli iter autorizzativi per la gestione dell’ammendante compostato misto ed i relativi controlli, sia presso enti pubblici che privati.
Non esattamente un vino del ‘900 ma sicuramente frutto dell’anarchia enologica di un produttore che sa essere custode della viticultura di quell’epoca e che sa fare grandissimi vini rossi.
Il salame di Mugnano rappresenta ancora oggi il salume delle feste, quelle che pur riunendo talvolta il sacro col profano continuano ad essere feste concrete, fatte di valori familiari e gioia, pertanto un rosso frizzante della Penisola Sorrentina Doc come il Gragnano sarebbe un abbinamento ideale grazie al brio ed all’eleganza contadina che entrambi sono capaci di evocare con la loro genuina rusticità.
Lui è Luigi Tecce, classe del ’71. Non crede in Dio ma ad una prima occhiata pare sappia campare molto meglio di chi lo fa e vive i suoi tempi col distacco tipico di chi ha subito il fascino ed il successivo disincanto dai grandi ideali, facendolo da pragmatico e anche con una sottile vena da nostalgico sognatore, ma non ditelo a nessuno sennò finisce che perde la sua aria di strafottente.
Il Satyricon è un vino che per quanto sia degno di ogni lode non si spiega ma si beve, come probabilmente direbbe il suo autore tagliando corto, e si contempla bevendo e ridendo con gli amici, magari ascoltando che coss’è l’amor di Capossela, canzone mai troppo scontata davanti a dei fumanti fusilli avellinese col ragù misto nel tegamino.
Le Cantine Antonio Caggiano rappresentano uno dei punti di riferimento più importanti per chi voglia approfondire la conoscenza della viticultura e del vino in provincia di Avellino grazie ad una produzione di qualità e dal grande appeal territoriale.
Lo stato di salute dell’economia vitivinicola irpina è riscontrabile anche dal fatto che le stesse cantine stiano facendo continue richieste per ottenere personale enotecnico altamente specializzato al De Sanctis che non può altro che andare fiero di questa costante fiducia rinnovata nell’essere istituto di formazione enologica di eccellenza tra i primissimi in Italia.