Solstizio d'inverno
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di Gioia Feliziani

La natura e i suoi fenomeni, così affascinanti, maestosi, imponenti … spesso cruenti hanno sempre esercitato un forte fascino e venerazione.

Fin dalle origini l’essere umano ha tentato di spiegarli e controllarli, e quando, a tutt’oggi, non c’è riuscito con i suoi marchingegni ecco che attraverso i riti e festeggiamenti cerca di “accattivarseli”, e, in qualche modo, esorcizzarli.

I fenomeni naturali e atmosferici non solo sono alle origini delle religioni Pagane (generalmente s’intendono per pagani i culti greco – romani e celtici) ma anche di alcuni importanti festeggiamenti delle religioni ebraico – cristiane.

La stessa celebrazione del Natale Cristiano ne è un’affascinante dimostrazione. I vangeli, infatti, non fissano esattamente né la data della nascita né la morte di Gesù Nazzareno, e diverse sono le ipotesi che spiegano il perché della data del 25 Dicembre, alcune interne al Cristianesimo e altre esterne, e cioè dovute all’apporto di altre religioni o culti. In sostanza, secondo alcuni studiosi il Cristianesimo non ha fatto altro che inglobare riti già esistenti, perché difficili da estirpare.

Secondo gli antichi il 25 Dicembre coincideva con il solstizio d’inverno, e cioè la notte più lunga dell’anno, dopo della quale le giornate incominciano a mano a mano ad allungarsi, e il simbolismo del sole e della luce è molto utilizzato nel Cristianesimo e nella Bibbia.

Nel Vangelo di Luca, Zaccaria descriveva la futura nascita di Cristo come “verrà a visitarci dall’alto il sole che sorge”, mentre quando Gesù è morto in croce il sole, si è oscurato, e si parla di un’eclissi solare.

Alcuni teologi vedono la data del Natale come conseguenza di quella dell’Annunciazione, anche quest’ultima legata ai cicli naturali. L’Annunciazione cade, infatti, il 25 Marzo, e cioè nell’Equinozio di Primavera, caratterizzato dal perfetto equilibrio tra il giorno e la notte. Nove mesi dopo, il tempo del concepimento, è stata fissata la data di nascita di Gesù.

Già altre religioni, in precedenza, festeggiavano l’equinozio invernale.

La Hannukkah era la festa ebraica della Luce, che cade tra il venticinquesimo giorno di Keslev, comunemente accettato come Dicembre, e i primi giorni del mese di Tevet, Gennaio. Ecco che sotto l’antico Calendario Giuliano, la nascita di Cristo è stata fissata al 5 a.C. proprio il venticinquesimo giorno di Kislev, questo per scelta popolare.

In Siria e in Egitto il giorno del 25 Dicembre era festeggiato come il giorno della nascita del Sole in santuari da cui se ne usciva alla mezzanotte annunciando che era stato partorito il sole, raffigurato come un bambino.

Nell’antica Roma erano due le feste pagane in questo periodo. Tra il 19 e il 23 Dicembre circa si festeggiavano i Saturnali, in onore del Dio Saturno, con banchetti, feste, orge canti e giochi d’azzardo.

Si festeggiava inoltre il Sole Invictus, fissato nell’ultimo cinquantennio precedente la nascita di Cristo dall’Imperatore Aurelio II il 25 Dicembre… festa di gioia e di speranza dove erano rinnovati i contratti agrari.

Anche nel Nord Europa, e ancor prima che fosse compreso dalla tradizione Cristiana, era festeggiato il solstizio d’inverno, che i Celti chiamavano YUL, da cui il termine anglosassone Yule che significa, appunto, Natale.

E’ dai popoli scandinavi che sembri, derivi la tradizione dell’albero. Poco prima del solstizio, infatti, ogni famiglia si recava nel bosco, recidevano un abete che poi in casa decorava e sotto il quale passavano la notte precedente il solstizio mentre oggi, ed anche nelle nostre case, sotto i nostri alberi di Natale ci risposano… i regali!

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