festival dei tacchi
Share

Si è appena conclusa con un bilancio altamente positivo, registrando il
sold out di tutti gli spettacoli, la XXI edizione del Festival dei Tacchi di Jerzu, organizzato dal Cada Die Teatro con la direzione artistica di Giancarlo Biffi.

Un’edizione difficile, a causa delle incertezze della ripartenza dopo il lockdown, ma mai messa in dubbio dall’amministrazione comunale che, come espresso dal sindaco di Jerzu Carlo Lai, “non ha smesso di crederci quest’anno e non smetterà mai, perché Jerzu è cultura enologica, è cultura tout court ma è indiscutibilmente, anche, oramai da vent’anni, cultura del teatro”.

La manifestazione, che prende il nome dai tacchi rocciosi del Monte Troiscu, che domina l’abitato ogliastrino, ha visto alternarsi, dislocati fra l’Aula Consiliare, la Biblioteca e la Cantina Antichi Poderi, diversi eventi culturali distribuiti nell’arco delle 5 giornate dal 6 al 10 agosto.

Le iniziative culturali hanno spaziato dalle presentazioni di libri ai reading teatrali, da originali proposte musicali a immersioni collettive nella natura, come l’appuntamento “Puliamo il bosco”, un rito ecologico e propiziatorio nel bosco di Sant’Antonio per ricambiare l’ospitalità che da due decenni il territorio e la comunità di Jerzu offrono al Festival.

Fresche e accattivanti le proposte letterarie, come la presentazione del
romanzo d’esordio della giovanissima Angelica Grivèl Serra, “L’estate della mia rivoluzione” edito da Mondadori, con la partecipazione di Tonino Serra e Giacomo Mameli, e l’ultima fatica letteraria di Ilario Carta, “Espiazioni collettive”, pubblicata da Arkadia, ispirato a un antico fatto di cronaca nera avvenuto proprio a Jerzu.

Interessanti i progetti teatrali offerti dai padroni di casa del Cada Die Teatro, come “Gufo Rosmarino, cuore di nonna”, per un pubblico dai 4 ai 99 anni, diretto da Giancarlo Biffi; e ancora l’omaggio al mitico Gigi Riva da parte dell’autore e attore Alessandro Lay, “In Riva Luigi ’69 ’70 – Il Cagliari al dì dello scudetto”, e l’anteprima nazionale “Pesticidio”, una dichiarazione d’amore per la propria terra, martoriata dall’avidità economica ma unita da un’anelito verso la giustizia e l’amore per l’ambiente, scritto a quattro mani da Pierpaolo Piludu e Andrea Serra.

Giancarlo Biffi
Giancarlo Biffi

Fruttuose anche le collaborazioni fra la compagnia ospitante e alcune compagnie amiche del Festival, come la coproduzione Cada Die/Ogliastra Teatro, che ha visto il grande mattatore Max Paiella portare in scena l’anteprima nazionale “Kolonia Paradies”, un ironico viaggio nelle memorie vacanziere infantili dell’artista romano. Infine largo ai giovani allievi del Cada Die Teatro diretti da Mauro Mou, che hanno affrontato il tema della ribellione giovanile nello spettacolo “Sporchi di Polvere”, un’azione scenica tratta dall’Antigone di Sofocle nata in seno al progetto laboratoriale “Cuori di panna smontata”.

Non sono mancati i grandi nomi della scena teatrale nazionale, a partire da Moni Ovadia che, come ha raccontato in un’intervista a Mediterranea, ha narrato dei viaggi di scoperta e di conoscenza dei tre “Capitani coraggiosi”, Ulisse, Achab e Noè che, sulle onde dello stesso mare, hanno compiuto il “folle volo”: una produzione del Teatro Pubblico Ligure con la regia di Sergio Maifredi. Un altro grande classico della letteratura di viaggio, “L’isola del tesoro”, è stato rivisitato, sempre con la regia di Maifredi, da Giuseppe Cederna, il soldato Farina nel film “Mediterraneo” che è valso l’Oscar a Tornatore, intrecciando il racconto di Stevenson con la vita avventurosa dello stesso scrittore e drammaturgo scozzese.

Un altro grande protagonista della scena teatrale e televisiva nostrana, Andrea Pennacchi, attore e drammaturgo del Teatro Boxer di Padova, noto al grande pubblico come “Il Pojana”, ospite fisso della trasmissione di La 7 “Propaganda live” di Diego Bianchi, ha calcato il palco degli Antichi Poderi di Jerzu con ben due produzioni. In “Mio padre: appunti sulla guerra civile” l’attore compie un viaggio, reso evocativo e struggente dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, alla ricerca del padre, ripercorrendo la sua storia di partigiano e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla Seconda guerra mondiale. Nel reading “Eroi” invece, l’attore veneto accompagna gli spettatori tra le righe dell’Iliade di Omero rivissuta in chiave moderna, dove si incontrano Bush e Agamennone, Omero e Kill Bill, maestri di judo ed eroi della mitologia per chiedersi cosa rimanga oggi di quell’eroica epopea, fornendo spunti di riflessione sulle moderne economie di guerra.

Echi classici sono giunti anche dallo spettacolo “Metamorfosi di forme mutate” di Massimo Munaro, produzione del Teatro Lemming, liberamente ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio, in cui quattro attori in scena dialogano con quattro spettatori alla volta, rievocando la dimensione intima e sacrale propria del teatro delle origini.

Un viaggio nella memoria del nostro Paese è stato offerto dallo spettacolo “Pesche miracolose – La resistenza di un ragazzo”, messo in scena da Luca Radaelli, attore, drammaturgo e direttore artistico della Compagnia Teatro Invito di Lecco, ripercorrendo i tempi della grande guerra, della Resistenza e della Liberazione. Un’esperienza delicata e poetica ha rappresentato la dedica speciale a Maria Lai, “La capretta di Maria”, racconto teatrale scritto e diretto da Rita Atzeri della Compagnia “Il Crogiuolo” in cui si racconta la vita dell’artista ogliastrina, passata dapprima a scoprire e poi a trasmettere al pubblico, e soprattutto ai più piccoli, l’amore per l’arte contemporanea.

Ma non è stato solo l’intreccio fra prosa e narrazione ad aver avvinto il pubblico del Festival dei Tacchi. Anche la musica è stata protagonista, grazie ai Catalyst & Camillocromo che con “Musica per ciarlatani, ballerine & Tabarin”, un concerto-spettacolo esilarante che, richiamando le vivide atmosfere felliniane, ha coinvolto il pubblico in un turbinio di sorprese e colpi di scena.

Non sono mancati infine, come nelle passate edizioni, interessanti eventi collaterali come arrampicate, corsi di yoga nel bosco e di tessitura presso la Cooperativa Tessile “Su Marmuri” di Ulassai, senza dimenticare gli “Appuntamenti da favola”, i suggestivi racconti destinati ai bambini curati da Sivestro Ziccardi e Francesca Pani.

2 thoughts on “Si conclude il Festival dei Tacchi. Un viaggio fra mito e modernità

Leave a comment.