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Applausi scroscianti e sold out per la pièce teatrale prodotta da Sardegna Teatro, scritto da Marcello Fois e diretto da Veronica Cruciani: Quasi Grazia, mette in scena quello che può essere definito un perfetto “romanzo in forma di teatro”, e racconta alcuni dei momenti cruciali della vita della scrittrice Grazia Deledda.

Nuoro, 1900. In una sera di pioggia scrosciante, Grazia si appresta a partire per Roma con il marito. Lascerà la sua famiglia e la selvaggia e ventosa isola protagonista di tutte le sue opere per sfidare il mondo e le convinzioni sulle donne e il proprio ruolo nella società.

Stoccolma, 1926. Dicembre, Grazia in albergo, il pomeriggio prima di ricevere il Premio Nobel per la letteratura; è la prima e unica donna italiana ad averlo ricevuto.

Roma, 1935. Grazie scopre in uno studio radiologico di avere un tumore al seno, che la ucciderà il 15 agosto del 1936, ma decide di lavorare e non arrendersi per riuscire a concludere il suo nuovo romanzo che uscirà postumo nel 1937 con il titolo Cosima, quasi Grazia.

Lo spettacolo ha inizio con una sedia posizionata al lato del paco, ben illuminata, e intorno il buio. Seduta su questa sedia Grazia, legge. Una scenografia spoglia e minimale vincola lo spettatore a tenere gli occhi puntati sugli artisti, e lo coinvolge nei dialoghi. Sembra semplice e invece non lo è. La sceneggiatura si muove e si evolve insieme con la storia, imprimendo il giusto ritmo allo spettacolo attraverso un gioco di luci, suoni e personaggi eccentrici tratti dalla mitologia che si muovono in scena con grande fluidità, forzando lo spettatore ancora una volta a partecipare alle vicende degli eventi narrati.

Il ruolo di Grazia è abilmente interpretato dalla scrittrice Michela Murgia, alla sua prima prova a teatro. Un’opera che sembra quasi perfetta per un’attrice esordiente, come è la Murgia, che si districa con abilità tra contrasti cromatici e musiche eccezionali nei particolari, con arrangiamenti tecno-dub del compositore elettronico e live performer Arrogalla. I suoni scandiscono il tempo e dividono lo spazio, passando da una semplice nota ripetuta o a un rumore, e fanno compiere un passo decisivo ad ogni momento della storia.

“Quando Marcello Fois ha immaginato questo testo su Deledda e mi ha chiesto di interpretarlo, il potenziale rivoluzionario della sua figura mi ha convinta ad accettare senza riserve. È infatti evidente che Deledda per realizzare sé stessa abbia pagato, oltre ai sacrifici personali, anche un altissimo prezzo sociale: enorme su di lei la diffidenza radicale del mondo letterario italiano, capace perfino di ignorarne il Nobel, e un giudizio sulla sua vita privata che ha portato persino i grandi nomi della letteratura italiana a storcere il naso davanti al suo matrimonio paritario e sodale, così simile alle coppie di potere dello star business contemporaneo, ma del tutto insolito nella bigotta Italia degli anni ‘30.”

L’autrice e attivista dei diritti delle donne, rende molto credibile il ruolo di Grazia, anch’essa irriverente e coraggiosa nella scelta di lavorare e guadagnarsi da vivere scrivendo, senza dover sottostare alle regole e ai pregiudizi dei maschilisti e intellettuali con i quali aveva dovuto scontrarsi. Grazia Deledda non fu mai davvero considerata una scrittrice, divenuta bilingue solo all’età di trent’anni, dovette affrontare per tutta la sua carriera le critiche e i giudizi di chi la considerava rozza e illetterata nonostante l’attribuzione dell’importante premio. La sua determinazione concentrata sulla realizzazione delle proprie aspirazioni, rende Grazia Deledda un’autrice contemporanea che coinvolge e determina la cultura del Novecento in senso vasto, dalla narrativa alla poesia, per portarla fino a noi, senza ometterne l’investimento politico.

Insomma, una rappresentazione concreta, efficace e sensibile, pervasa da crudo realismo e da elementi pittorici che la legano alla terra e alle tradizioni della Sardegna (alcuni discorsi si svolgono in sardo), resa possibile grazie e sopratutto all’ottima interpretazione di tutti gli attori, Lia Careddu, Valentino Mannias, Marco Brinzi, Giaime Mannias.

Lo spettacolo partirà per il tour italiano che toccherà il 3 e 4 novembre Firenze (Teatro Puccini) e dopo aver fatto tappa in altri sette centri si concluderà al Teatro Remondini di Bassano il 16 aprile 2018.

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