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Di Soumaya Bourougaaoui

Due poli mistici che hanno segnato per sempre in una maniera indelibile la vita spirituale Jalāl al-Dīn Rūmi e San Francesco d’Assisi,  Mawlana Rùmi e San Francesco d’Assisi, due persone impegnate in un dialogo aperto a Dio e agli uomini. Due storie simili, in due spazi lontani e diversi. Attraverso la loro vita dialogano tra di loro ed insegnano anche a noi a dialogare. I due grandi mistici si sono incontrati nel film «Quando Rùmi incontra Francesco» realizzato dal regista egiziano Mohamed Kenawi.

Il film mostra il viaggio di una ricerca storica e artistica fatto da un giovane del XXI secolo attraverso diverse storie e poesie di due grandi figure del Misticismo del XIII secolo. È la storia di Pejman Tadayon, un musicista iraniano, vive a Roma.
Nella ricerca per trovare risposte oppure soluzioni ai suoi problemi legati alle tematiche di integrazione, convivenza tra popoli e etnie diverse, si rivolge agli insegnamenti di due simboli del XIII secolo: il mistico e poeta musulmano Rùmi ed il poeta e santo della cristianità San Francesco d’Assisi, fondatore della più grande confraternita monastica cristiana. Pejman lavora per unire musica, danza e poesia per celebrare i due mistici  ma soprattutto per diffondere il loro messaggio universale di armonia e pace fra tutte le religioni e le culture, come è tradizione delle confraternite sufi. Il musicista ha studiato e suonato anche musica medievale, usando vari strumenti antichi e tradizionali della cultura Sufi.

Il regista: «La lavorazione del film è durata un anno e mezzo, dall’inizio del 2016 fino alla metà dell’anno 2017. Lo scopo basilare di questo progetto è quello di  consolidare i rapporti tra Oriente e Occidente. Purtroppo, gli attacchi terroristici sono ovunque, le vittime sono di  ogni razza, di ogni colore e di ogni religione. I musulmani vivono sotto pressioni, alcuni mezzi radiotelevisivi che godono mostrare questi falsi fedeli e fanatici che uccidono nel nome di Dio, senza pensare che in nessuna religione monoteista è presente l’omicidio. L’islàm vuol dire pace, è un vero credente musulmano è l’amante della pace. Io invito al dialogo, il cristianesimo e l’islàm sono due fedi diverse tra loro e nello stesso momento presentano elementi comuni come il monoteismo. Nel misticismo, con particolare riferimento alla storia, scopriamo che i personaggi del mistico musulmano e cristiano erano quasi identici nei campi religioso e culturale, troviamo questo nel film; Jalāl al-Dīn Rūmi e San Francesco d’Assisi, due figure nella storia del mondo che hanno cambiato la vita spirituale dei loro popoli. Da tanto tempo, conosco il musicista iraniano Pejman Tadayon, sono amante della sua musica, assisto sempre  ai suoi concerti. Ho sentito che abbia avuto una grande voglia di creare un progetto musicale che unisce i testi poetici di Jalāl al-Dīn Rūmi e San Francesco d’Assisi, poi gli ho chiesto di seguire il progetto e tradurlo in modo visivo. È nata così l’idea di questo film. Trovo me stesso nel protagonista del film, mi rappresentano le sue parole che sono state scelte con cura, svelando i sentimenti e la sensibilità dei momenti di sconfitta, di rifrazione, di sfida, avolte di depressione. Anche, dopo il completamento del suo lavoro, il musicista non sa se il suo messaggio raggiungerebbe o no le persone…sono gli stessi sentimenti che vivo ora non so se il messaggio che voglio trasmettere, attraverso il film, raggiungerebbe o no le persone… Ma almeno è un tentativo di rispondere a quello che sta  succedendo nella nostra mente».

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