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È stata una delle proposte più apprezzate dal pubblico del Festival Pazza Idea. Femminile Plurale la mostra Letizia Battaglia. Fotografie, allestita da Luna Scarlatta in occasione dell’arrivo a Cagliari della grande fotografa per l’apertura del festival. “Siamo molto felici di offrire alla città una mostra di questo valore e nel vedere quanto il pubblico si sia emozionato e commosso anche per l’opportunità di incontrare Letizia Battaglia.” Così la direttrice artistica Mattea Lissia.

In collaborazione con il Consorzio Camù la mostra resterà ora aperta al pubblico, nelle sale del Centro comunale d’arte Il Ghetto, fino al prossimo 5 gennaio 2019. Prorogata al 5 gennaio anche Repertorio dei Misteri della Mia Infanzia, il progetto artistico di Manuela Fiori sempre per Pazza Idea.

Letizia Battaglia, pur avendo come mai nessuno prima fissato in immagini le stragi criminali nella Sicilia degli anni Settanta, non è solo “la fotografa della mafia”. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, raccontano soprattutto Palermo nella sua complessità: una città grande e terribile ricca di tradizioni, di sguardi di bambini e donne, i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria. La mostra, che rimarrà allestita nelle sale del Centro d’Arte e cultura Il Ghetto per tutta la durata del festival, è una esposizione dedicata ai suoi grandi temi: 30 immagini degli anni della guerra di mafia a Palermo mescolate ai suoi celebri ritratti di bambine, perchè “anche se fragili sono la salvezza, la forza delle nuove donne di domani”.

“Amo fotografare le donne perché sono solidale: devono ancora superare tanti ostacoli verso la felicità, in questa società maschilista che le vuole eternamente giovani, belle, con una concezione dell’amore che spesso, in realtà, è solo possesso. E cerco gli occhi profondi e sognanti delle bambine: mi ricordano me stessa a dieci anni, quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello. Ecco perché le bimbe che ritraggo non ridono mai: le voglio serie nei confronti del mondo, come lo sono stata io”.

Nel progetto di Manuela Fiori, allestito da Revolvèr, una bambina degli anni ‘70 interroga sé stessa e il mondo dei “grandi” con sguardo timido, perplesso, ironico e vi invita a spiare fra i misteri della sua e della vostra infanzia. Trentasei illustrazioni accolgono e circondano i visitatori nei loro nascondigli/capanna. Quali erano le domande e i vostri dubbi bambini? E quali gli inspiegabili imperativi dei “grandi” a cui non potevate sottrarvi? Quali le questioni sospese che ancora vivono e riemergono nei vostri ricordi? Una terza postazione è tutta per voi. Regalateci i misteri delle vostre infanzie scrivendoli su un cartoncino nero con il vostro nome di battesimo, luogo e data di nascita. Domanda chiamerà domanda in un gioco di memorie senza fine.

Le mostre sono visitabili dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

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