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Il cinema basco protagonista della terza serata del Festival del Cortometraggio mediterraneo “Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei”, ore 18.00 a Sant’Antioco (CI)

Sabato 6 dicembre la sezione Focus, dopo aver ospitato nelle passate edizioni Francia, Spagna, Tunisia, Libano, Turchia, Israele e Palestina, quest’anno si concentrerà sui Paesi Baschi con nove film di giovani registi di grande talento. L’apertura della serata è dedicata al grande regista basco Álex de la Iglesia con la proiezione del suo film di debutto cinematografico, il corto “Mirindas asesinas”.

Sarà presente Gaizka Urresti, regista vincitore del Premio Goya 2014, il regista Kote Camacho e Tzema Muñoz uno dei curatori del progetto Kimuak promosso dal Governo Basco e della Filmoteca Vasca, che si occupa di promuovere il cinema dei Paesi Baschi nel mondo.

Ore 18, Focus sui Paesi Baschi
Mirindas asesinas, Álex de la Iglesia, Spagna, 1991, 12′
7.35 de la mañana, Nacho Vigalondo, Spagna, 2003, 8’
Sintonia, José Mari Goenaga, Spagna, 2005, 10’
Eramos pocos, Borja Cobeaga, Spagna, 2005, 16’
Abstenerse agencias, Gaizka Urresti, Spagna, 2013, 13’ (sarà presente in sala)
Don Miguel, Kote Camacho, Spagna, 2014, 6’ (sarà presente in sala)
Zęla Trovkę (Cutting Grass), Asier Altuna, Spagna, 2013, 14’
Minerita, Raúl de la Fuente, Spagna, 2013, 27’
Voice Over, Martin Rosete, Spagna, 2012, 10’

In collaborazione con Kimuak – Filmoteca Vasca. / In collaboration with Kimuak –
Filmoteca Vasca.

Programma generale “Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei” 

La giornata di ieri 5 dicembre 2014, all’interno della sezione Intrecci mediterranei, è stata ricca di spunti sulla tragicità. Dalla guerra e la distruzione che provoca anche alle opere d’arte, giustamente meno citate delle vittime umane, nell’interessante cortometraggio iniziale War on famous canvas, del regista siriano Amjad Wardeh; lo squallore del mondo della prostituzione, e della lotta per la sopravvivenza tra le ragazze immigrate che si vendono per 15 euro e quelle locali che lavorano a costo “sindacale”, nel  film La contre-allée, della francese Cécile Ducrocq; un pugno allo stomaco nel bel cortometraggio The chicken, della regista croata Una Gunjak, girato nella Sarajevo del 1993, quando anche una gallina poteva rappresentare una ricchezza, difesa anche a costo di rischiare la vita…
Da segnalare l’impegno della giovanissima regista marocchina Mahassine El Hachadi (presente ieri in sala) con il suo Carte Postale, una cartolina che ritrae il Marocco meno turistico, a suo dire “quello più autentico, dove le tradizioni vengono ancora rispettate e dove la comunità berbera conserva la sua naturale personalità”. Invece poco convincente è sembrato l’ultimo lavoro di Salvatore Mereu, La vita è adesso, una storia di degrado familiare, dove un bambino cerca di gestire da solo la disperazione del padre dopo la morte della madre. Una situazione risolta tramite i servizi sociali che si prendono cura dei due, padre e figlio che stavano cadendo in una deriva pericolosa di abbandono. Una trama debole, mitigata dalla bravura degli attori.

Due film allegri della serata: Studio Beyrouth, del regista libanese Mokhtar Beyrouth, presente in sala, e 5 Ways to Die, della regista cipriota Daina Papadaki.

Il film più importante per tematica e forza, è stato Selma del regista tunisino Mohamed Ben Attia, presente in sala a rispondere alla domande del pubblico. La Tunisia post rivoluzione vuole cambiare la società, a partire dalla “questione femminile”, il regista ci dice che “le donne in Tunisia sono la parte più forte e propositiva, anche quando in casa stanno in disparte, in realtà hanno un ruolo importante. Ciò che frena la capacità di emancipazione delle donne, a volte sono le donne stesse con il rispetto di tradizioni fuori tempo massimo”, afferma Mohamed Ben Attia. La storia parla di tre generazioni di donne, madre, figlia e suocera. Tre figure che in tutte le parti del mondo si scontrano, in modo particolare nel Mediterraneo. La mamme questo la vuole prendere in mano l’attività di tassista del marito defunto, ma la suocera non è per niente d’accordo, “una donna non può fare questo lavoro, lo farà tuo cognato”. Ma alla fine, madre e figlia decidono di fare lo stesso quello che vogliono. Una piccola storia, in mezzo a migliaia di storie positive della sponda sud del Mediterraneo.

Tutti i cortometraggi sono in lingua originale e sottotitolati in italiano e inglese. Alla fine delle proiezioni il pubblico potrà dialogare con i registi presenti in sala.

Il Festival del cortometraggio mediterraneo è organizzato dal Circolo del cinema Immagini, con il contributo della RAS – Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, Ex Provincia di Carbonia Iglesias – Settore Cultura, Sport e Spettacolo, – Comune di Sant’Antioco – Assessorato al Turismo, Spettacolo e Cultura, Fondazione Banco di Sardegna

Per informazioni

tel: 328 9576482

mail: info@passaggidautore.it

http://www.passaggidautore.it

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