Orgosolo
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Per i turisti più esigenti, quelli che non si accontentano dello splendido mare sardo, ma desiderano esplorare l’entroterra alla scoperta della storia e della gente isolana, Orgosolo ormai da anni costituisce una delle mete preferite e più visitate.

Sono migliaia i visitatori che ogni anno percorrono le stradine del paese per ammirare i famosi murales che decorano i muri delle case orgolesi. Dipinti che raccontano la storia e la quotidianità del paese, che ritraggono la vita dei pastori o che rievocano le lotte per la terra, ma anche opere sulle ingiustizie più lontane o tributi ad artisti mondiali.

Oltre alle suggestioni regalate da un paese ancora autentico nei suoi scorci e nelle sue tradizioni, il turista è al tempo stesso attratto e affascinato dalla meravigliosa natura che circonda Orgosolo.
I boschi del Supramonte sono infatti la cornice di un nuovo tipo di turismo che riscuote sempre più interesse tra i visitatori della Barbagia: le escursioni complete di pranzo con i pastori.
Un tuffo nelle montagne barbaricine alla ricerca delle emozioni di un vita a stretto contatto con la natura, la vita dei pastori. La vita che per una sola giornata i turisti ricercano in quest’angolo di entroterra sardo.

Ma al di là della bellezza di Orgosolo e della maestosità della natura che lo circonda, il paese è anche e soprattutto protagonista dello storico film di Vittorio De Seta “Banditi a Orgosolo”, che narra le vicende del banditismo negli anni sessanta e il rapporto conflittuale con lo stato.
Uno scampolo di storia, il fenomeno del banditismo, che ha indissolubilmente segnato il carattere di un paese e la percezione che se ne ha dall’esterno.
Orgosolo, paese natale di Graziano Mesina, il più famoso bandito sardo, per la sua storia strettamente connessa alle vicende del banditismo e dell’anonima sequestri, è un paese misterioso che suscita sul visitatore una forte attrazione e curiosità.

Risiede anche in questo fascino misterioso il motivo del grande successo turistico di Orgosolo, fenomeno interessante che non è passato inosservato tra studiosi e ricercatori.
In particolare Gino Satta, docente di antropologia all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha studiato l’argomento e scritto diversi saggi tra cui “Turisti a Orgosolo. La Sardegna pastorale come attrazione turistica” e “Rischio à la carte. Sul banditismo sardo come attrazione turistica”.
In questi scritti Satta analizza il fenomeno del successo turistico di Orgosolo e in particolare il grande favore di pubblico che incontra la formula delle escursioni con il pranzo in compagnia dei pastori.

Satta prende spunto da una polemica nata sull’Unione Sarda nel 1997 a causa di un pacchetto vacanze lanciato da un’agenzia turistica cagliaritana e incautamente chiamato “sequestro tour”. Piatto forte della vacanza la simulazione di un sequestro di persona.
Seguirono la condanna da parte del direttore del giornale, indignato per la mancanza di rispetto nei confronti delle vittime dei sequestri e del popolo sardo, ostaggio del fenomeno criminale, e generale ironia sull’assurdità dell’idea del tour operator.

Al di là del sarcasmo, secondo Gino Satta non è possibile archiviare l’episodio come un assurdo passo falso di un’agenzia turistica. Durante i suoi studi sul turismo ad Orgosolo, il legame tra fascino del paese e banditismo si era già evidenziato più volte nei discorsi fatti con gli operatori turistici del luogo. Addirittura, avevano raccontato, si era provato a “movimentare” il pranzo in compagnia dei pastori con l’arrivo di un uomo a cavallo che dopo aver esploso qualche colpo in aria faceva la sua comparsa tra i turisti unendosi al pranzo.
A testimonianza dell’attrazione che esercita il fenomeno “banditismo” sui turisti, Satta raccoglie le testimonianze di alcune guide orgolesi che nell’accompagnare i visitatori alla scoperta dei murales si sentono spesso chiedere di condurli alla casa natale di Graziano Mesina, come se il vero piatto forte della vacanza fosse il contatto con la realtà del banditismo, in questo caso identificato nella casa del più famoso bandito sardo.

Questa morbosa fascinazione per il banditismo, secondo Satta, ha il suo sbocco socialmente più accettabile nel pranzo con i pastori, inconfessabile alter ego dei banditi.
Se il “sequestro tour” non può realizzarsi perchè trascinerebbe con sé un’inevitabile coda di polemiche, il pranzo con i pastori ne rappresenta l’alternativa edulcorata, capace di soddisfare il desiderio dei turisti di scoprire la “vera Sardegna”.

Una terra sospesa nel tempo, fatta di canti e balli primitivi, pastori, vendette e lamenti funebri. E’ questo il panorama onirico che spesso i viaggiatori descrivono, e in questa cornice leggendaria, la figura del bandito d’onore, eroe romantico, ha un posto centrale.
Secondo Satta gran parte del successo turistico di Orgosolo, e della Barbagia in genere, sta proprio in questo stereotipo, nell’identificazione del Supramonte come luogo emblematico dell’identità sarda, e del pastore-bandito come suo simbolo più autentico.

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