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Un tempo, i giovani aristocratici si recavano in Europa per una lunga esperienza di arte e cultura, chiamata Grand Tour, l’Italia non doveva mai mancare. È stato un viaggio galante in un momento in cui il mondo era molto più grande. E mentre i comfort moderni hanno reso il mondo piccolo, il Grand Tour esiste ancora oggi. Il Grand Wine Tour è un’esplorazione dello stile di vita italiano attraverso una delle sue creazioni più iconiche: il vino.

Nasce a Giugno 2018, primo in Italia, il Grand Wine Tour, un marchio di eccellenza nell’ospitalità che distingue le cantine italiane che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.

Il nome scelto non è casuale infatti, è ispirato ai Grand Tour del XVIII e XIX secolo, quando i giovani aristocratici, in prevalenza inglesi, francesi e tedeschi, giravano per le grandi capitali europee. L’espressione Grand Tour sembra aver fatto la sua comparsa sulla guida The Voyage of Italy di Richard Lassels, edita nel 1670. Poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni e, la loro destinazione finale era, il più delle volte, l’Italia. Si trattava di un viaggio formativo, infatti, durante il Tour i giovani imparavano a conoscere, arte, cultura e politica dei paesi europei. Durante il XIX secolo la maggior parte dei giovani istruiti fece il Grand Tour. Più tardi questo viaggio divenne alla moda anche per le giovani donne. Soggiornare in luoghi meravigliosi, nei quali un’accoglienza personalizzata e di alto livello erano sicurmente i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour. Questi stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna: la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.

“Sappiamo anche che i viaggiatori del vino sono interessati non solo al vino. Garantiamo un soggiorno coccoloso o una degustazione di vini di lusso presso le cantine del Grand Wine Tour, ma sappiamo che ami anche l’autentica cucina italiana, i deliziosi villaggi italiani, le città di fama mondiale, la moda italiana, la bella vita e la famosa arte e cultura italiana – in sostanza, tutto ciò che ha reso questo paese una destinazione per i Grand Tours d’Europa in primo luogo.”

Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono diciannove e il numero è in costante aumento.

Piemonte: Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.

Veneto: Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.

Emilia Romagna: Umberto Cesari.

Liguria: Lunae e Poggio dei Gorleri.

Toscana: Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio

Lazio: Casale del Giglio

Campania: Feudi di San Gregorio

Per definire e promuovere il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della qualità

Il Manifesto è un decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti al progetto. Un documento in 10 punti che specifica in maniera chiara i presupposti di utilizzo del marchio e gli obiettivi che lega ognuna delle realtà vinicole presenti.

La Carta della Qualità determina invece, una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, come detto, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: si tratta una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile accedere al progetto.

 

Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione The Grand Wine Tour si è inoltre dotata di un Organo Tecnico. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta Garibaldi (la nostra intervista qui), ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.

The Grand Wine Tour ha selezionato solo l’eccellenza nell’ospitalità, per garantire un’esplorazione della cultura italiana attraverso l’elemento più divertente dell’Italia: il vino.

 

Scoprite di più su: www.thegrandwinetour.com

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