Disoccupati dell'ambiente di Napoli
Share

Articolo di Maria Melania Barone

“Vulimm ‘o post’ “. Questo il grido che si leva dalla folla di disoccupati stabilizzatisi dinanzi a Palazzo San Giacomo. Erano tutti intenti ad aspettare il neo-sindaco per far sentire il loro grido di rabbia. Migliaia di persone specializzate nella raccolta differenziata, bonifiche e riqualificazione del territorio che stanno tranquillamente a casa. Ma la colpa è della Regione o del Comune?

“Giggino” è entrato a palazzo San giacomo da sole due settimane quando viene per la prima volta attaccato dai braso. Fioccano come spighe di grano i movimenti di protesta e le manifestazioni, l’ultima di qualche giorno fa l’8 Novembre quando il Sindaco viene bloccano nella sua auto blu e assalito da un gruppo di precari del progetto bros che reclamano il lavoro promesso.

Singolare sicuramente il fatto che la protesta sia rivolta proprio al Sindaco de Magistris e non a Caldoro, cioè al Presidente della Regione Campania che ha stanziato 20 milioni di euro per la formazione di queste persone.

Che il neo-sindaco arancione prima o poi si sarebbe scontrato col problema “monnezza” lo sapevamo già, ma certamente nessuno si aspettava tanta violenza. 20 milioni di euro è costato il progetto Bros, acronimo di Budget per il reinserimento occupazionale e sociale. Una scelta d’obbligo a Napoli dove c’è assoluta necessità di risolvere due problemi: lavoro e rifiuti.

Napoli produce infatti circa 1500 tonnellate al giorno di cui 200 riciclabili. Se ne recupera insomma circa il 30%. A complicare le cose però è il malfunzionamento di tutto il resto: la linea2 dell’inceneritore di Acerra, il gioiellino tanto propagandato dalla coppia B&B, risulta inattiva. Il sistema di smaltimento è lento e le discariche sono sature. Quale miracolo potrà salvare Napoli? Il Sindaco arancione ha affermato che l’unica strada percorribile è un progetto a base di impianti di compostaggio per il riciclo dei rifiuti. Insomma l’unica via di salvezza è una soluzione “verde”, il più “verde” possibile.

Per realizzarlo però occorre fare la differenziata. Per fare la differenziata occorre avere il personale per raccoglierla porta a porta. Un problema questo non da poco. Ma la Regione fu lungimirante 2 anni fa quando spese 20 milioni di euro per formare migliaia di disoccupati grazie al progetto Bros. Un progetto che poneva Napoli in linea con le direttive europee. Un progetto voluto fino in fondo che ha sfornato migliaia di uomini esperti in bonifiche e riciclaggio. Un personale valido da impiegare nella raccolta differenziata. Assieme a loro ci sono i volontari del comitato antidiscarica di Chiaiano e le 881 persone retribuite per non fare nulla ed iscritte ai cosiddetti Consorzi di Bacino. In tutto 4000 precari, ma Napoli potrebbe dare lavoro proprio a tutti, l’importante è rendere il sistema efficiente.

I disoccupati del progetto Bros non potevano non appoggiare Luigi De Magistris in campagna elettorale, soprattutto quando annunciò ai microfoni di Lucia Annunziata di voler “impiegare per il porta a porta anche tutti coloro che hanno frequentato i corsi di formazione ma non sono mai stati utilizzati”. Infatti il personale a Napoli serve così come servono 90 milioni di euro necessari per portare la differenziata al 50%.

Una soluzione del genere si prospettava già due anni fa: i precari del progetto Bros infatti hanno creduto fino alla fine di poter essere impiegati nella differenziata, eppure qualcosa non andò per il verso giusto. Bertolaso in collaborazione col ministero del Lavoro lanciò un piano per l’utilizzo dei precari nel settore rifiuti. A quel punto bastava utilizzare le risorse stanziate dal piano regionale per il lavoro. Una soluzione a cui si oppose Gennaro Mola ex assessore all’igiene del comune di Napoli e delegato del sindaco Rosa Russo Iervolino. A quel punto non si utilizzarono più i corsisti braso formati dalla Regione Campania, ma persone assunte dai privati legittimati dall’Asia.

Il Sindaco ci tiene a sottolineare che il primo presupposto per eliminare l’emergenza è favorire un clima di confronto costruttivo, quello con Caldoro. Un dialogo cominciato già dall’incontro del 9 Giugno e durato sino ad oggi.

Attualmente i rifiuti sono stati spediti in Olanda via mare grazie all’ok da parte del Commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik. Si tratta però di una soluzione transitoria, volta solo ad aiutare un paese membro in una situazione di emergenza. Si attende pertanto il mese di Dicembre quando un Consiglio di Stato dovrebbe riunirsi per decidere se sarà possibile trasportare i rifiuti partenopei in altre regioni italiane. Già, infatti alcuni imprenditori padani hanno mostrato il loro interesse per la “munnezza” partenopea e tutte le offerte saranno vagliate attentamente dal Sindaco e dalla sua giunta in favore di quelle maggiormente convenienti. E per la differenziata? Beh, questo è un vero giallo. Attualmente la differenziata nel capoluogo si attesta intorno al 16%, ma si spera che il nuovo dialogo tra Caldoro ed il Sindaco arancione possa gettare le basi per un nuovo piano di smaltimento e di lavoro.

E proprio il lavoro è stato oggetto delle ultime critiche al sindaco eletto nel capoluogo campano: De Magistris avrebbe infatti partecipato alla fine di ottobre ad una manifestazione di lavoratori napoletani “Napoli si ribella”, dove ha lanciato un appello a Caldoro, quello di schierassi dalla parte dei lavoratori per difendere il lavoro. Ma non passano nemmeno due settimane che sul sito Dagospia il giornalista Carlo Tarallo rende nota una strana “nomination”: la cugina del Sindaco assunta nell’Assessorato allo Sport. Un’accusa forte quella di nepotismo ce indigna profondamente il Sindaco il quale risponde citando le statistiche: “tra 21 mila dipendenti è statisticamente probabile che mia cugina possa essere stata assunta non sotto mia indicazione”. Il giornalista Carlo Tarallo allora risponde al Sindaco affermando che i 21mila dipendenti sono stati assunti tramite concorso pubblico mentre la cugina è stata nominata.

A questa polemica se ne aggiunge un’altra ancor più pensante e cioè quella del compagno di partito Lorenzo Diana, ex parlamentare IDV e presidente del mercato ortofrutticolo che ha sto improvvisamente un’impennata de proprio stipendio di circa 10 mila euro. Diana però afferma di non aver chiesto alcun aumento al Sindaco arancione.

Si tratta di notizie queste, che fanno indignare profondamente i cittadini campani, nonostante il Sindaco sia stato fortemente acclamato in periodo elettorale e stia lavorando fermamente per migliorare la condizione della città di Napoli perché come afferma egli stesso: “gli ostacoli non mi spaventano, ma rafforzano il mio intento. É normale che quando si mettono in atto cambiamenti radicali, ai giorni di allegria si alternano quelli di tensione, ma il mio percorso continua inarrestabile, perchè devo ai cittadini napoletani il cambiamento, ovviamente in meglio”.

Leave a comment.