Permafrost 2013 Iceland
Share

Fino al 21 dicembre 2019 sarà visibile Primitive Elements, mostra personale del fotografo Francesco Bosso (Barletta, 1959), a cura di Filippo Maggia, presentata da CREVAL e realizzata in collaborazione con l’autore negli spazi della Galleria delle Stelline.


Con una selezione di oltre quaranta fotografie di medio e grande formato e un video documentario con un’intervista a Bosso, Primitive Elements propone una sintesi della sua ricerca fotografica condotta negli ultimi 15 anni in zone del mondo ancora incontaminate, pure e primitive come appaiono ai nostri occhi.
 
Il 2019 sarà ricordato come l’anno in cui il cambiamento climatico è divenuto un’emergenza globale, registrando una serie di record negativi il cui impatto sul pianeta ha provocato e continuerà a provocare “fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia umana e con essi sofferenze, perdita di vite, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la nostra vita” (fonte WWF).
 
A partire da queste considerazioni, Primitive Elements propone un percorso di conoscenza tra scenari e paesaggi naturali fatti di ghiacciai, scogliere, oceani, isole vergini, foreste pluviali: ritratti di una terra ideale, luogo incontaminato ormai in via di sparizione che non siamo in grado di lasciare in eredità alle generazioni future. La scelta delle foto in mostra vuole stimolare nel pubblico la consapevolezza, sempre più urgente, della necessità di tutelare l’ambiente e di promuovere con convinzione un cambiamento culturale che affondi le sue radici nell’uso responsabile delle risorse naturali e in particolare dell’acqua, elemento centrale del paesaggio naturale e antropico su cui Bosso ha lavorato intensamente realizzando immagini in tutto il mondo. Particolarmente significativi, in questo senso, gli scatti realizzati dall’autore in ambiente Artico, dove il riscaldamento globale sta facendo sentire i suoi effetti in modo drammatico, a testimonianza dello stato di emergenza a cui siamo giunti.
 
Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, nel suo saggio “Un disastro silenzioso” sottolinea: “Sono sintomi di un disastro silenzioso, di un grave malanno del clima terrestre. Il riscaldamento globale – come previsto da decenni – ha effetti più rapidi alle alte latitudini boreali rispetto ad altre zone, un fenomeno noto come “amplificazione artica” […] Se l’immensa quantità di ghiaccio presente sull’inlandsisgroenlandese fondesse, i mari del mondo crescerebbero di circa sette metri: allora sì che tutti sarebbero costretti a prendere atto dell’importanza di quelle remote e inospitali regioni glaciali perché l’acqua irromperebbe nelle proprie vite tanto a Venezia come a Manhattan!”
 
Fotografo di paesaggio formatosi alla scuola americana di Kim Weston – nipote del grande maestro Edward – e di John Sexton e Alan Ross – assistenti di Ansel Adams, uno dei padri fondatori della fotografia paesaggistica – Francesco Bosso lavora esclusivamente in bianco e nero, scattando su pellicola di grande formato con banco ottico e stampando personalmente tutte le opere in camera oscura, su carta baritata alla gelatina d’argento e con successivo trattamento al selenio.
Da anni, Francesco Bosso è rappresentato in Italia dalla galleria Photo & Contemporary di Valerio Tazzetti, punto di riferimento della fotografia contemporanea.
 
“Fotografo anomalo rispetto al panorama contemporaneo, esclusivo nella ricerca personale quanto nel metodo d’indagine e indifferente ai trend che oggi contraddistinguono l’utilizzo delle immagini,– sottolinea il curatore della mostra, Filippo Maggia – Bosso tende a spiazzare lo spettatore invitandolo al silenzio e alla contemplazione, ben distante dunque dalla necessità di colpire e aggredire che accomuna molta della produzione attuale caratterizzata da immagini che nascono per essere velocemente consumate e immediatamente rimpiazzate da altre.”
 
Primitive Elements presenterà un allestimento in cui isole di luce si alterneranno a zone di ombra profonda, essenziale e funzionale nel voler restituire la condizione di attesa e stupore che il fotografo ha vissuto in prima persona e che vuole ora restituire allo spettatore, come se quei luoghi fossero realmente di fronte a lui.
 
La mostra sarà accompagnata da un’esaustiva pubblicazione edita da Silvana Editoriale, che comprenderà alcuni contributi critici sul lavoro di Francesco Bosso e la riproduzione di tutte le opere esposte.

Leave a comment.