La casa come specchio della cultura di chi la abita, della sua interiorità, del suo sentire, ma al contempo luogo di intense pulsioni, di incontri amicali e di affetti, del prendersi cura di sé e di chi si ama.
Red Lab Gallery/Miele di via Solari 46 a Milano inaugura martedì 29 ottobre alle 18.30 la nuova stagione espositiva in uno spazio completamente rinnovato con la mostra dell’autore salentino Pio Tarantini, Nell’interno.
L’esposizione, a cura di Gigliola Foschi, apre il ciclo espositivo “Habitami” e pone l’accento sul concetto dell’abitare, dove l’uomo da sempre si definisce e si racconta.
Pio Tarantini, fotografo pensatore raffinato e sapiente, presenta una decina di opere fra cui alcuni polittici, svelando sin dal titolo il suo personale racconto romantico sul senso del nostro esistere tra le cose, tra l’interno dello spazio abitativo e l’interiorità di chi lo vive e lo anima con la sua presenza.
Intento che si palesa mettendo “in collisione” costante lo spazio e le figure/immagini che vi si muovono fra reale e immaginario: quasi un’espediente, o un incantesimo, da parte dell’autore per ricordare che l’abitare porta con sé costantemente frammenti di memoria, fili invisibili che anche nel fluire del tempo mantengono vive esistenze, ricordi, verità.
Gigliola Foschi: “Lontano da una logica puramente descrittiva l’autore trasforma le sue opere in un racconto poetico attraversato da una “rêverie” malinconica e vibrante. La realtà su cui egli posa lo sguardo si anima creando una tensione tra la precisione cristallina degli interni da lui raffigurati e l’emergere e lo svanire di figure femminili rese fluide, inquiete e sfuggenti grazie a un “mosso” che pare dotarle di un’intensità interna e misteriosa”.
Dissolvenze che permettono alle immagini di espandersi tra spazio e tempo, per racconti che sembrano rimanere costantemente in sospensione: una donna quasi evanescente appare fugace davanti a una vecchia casa con il tradizionale intonaco rosso del Salento, mentre altre, conturbanti e sensuali, ma sempre visivamente sfuggenti, ci contemplano davanti ad antiche specchiere che ricordano quelle dei boudoir, sostano davanti a un comò aperto, a un letto di ferro battuto come quelli che si usavano un tempo nelle case per bene del Salento.
“Nel contrasto tra il mutamento e ciò che sembra eterno” – racconta Pio Tarantini – “si trova la sostanza di queste apparizioni. Sembrano durare un secondo e invece rimangono lì, intrappolate per sempre”.
Allusive, frammentarie, dilatate, simili a cenni aperti verso altri possibili racconti interiori, nell’operato di Tarantini le immagini vengono trattate con estrema cura e sensibilità, s’inoltrano in un tempo dilatato, capace di estendersi inquieto dal passato al futuro. Esse ci rivelano come la realtà non sia solo uno scenario nel quale ben apparire, ma sia anche composto di oscurità, di storie profonde e inconoscibili, latenze e fugacità.
I racconti fotografici di Pio Tarantini verranno affiancati dalle suggestive installazioni luminose di Nino Alfieri come la scultura “Light Sphere” dove “Nell’interno” la luce satura dei led si trasforma visivamente in un cosmo.
Durante il vernissage l’artista, che da anni ormai si dedica alla realizzazione di opere fondate sullo studio della riflessione della luce e della fluorescenza, coinvolgerà lo spettatore in una esperienza sensoriale totale denominata “Matrix Forms”, avvalendosi dell’esperienza artistica del fotografo Antonio Delluzio.
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Red Lab Gallery/Miele è un laboratorio di sperimentazione, pensato per promuovere innanzitutto la cultura delle immagini ma aperto a contaminazioni e narrazioni di diverso tipo. Un luogo dove vengono individuati nuovi modi di esporre, raccontare, far vivere l’arte visiva, intesa come partecipazione interattiva e bidirezionale.
Tante le mostre, i workshop, i talk che confluiscono in Red Lab Gallery/Miele coinvolgono protagonisti del panorama contemporaneo e diverse realtà culturali.
Pio Tarantini
Nato nel 1950 nel Salento, vive e lavora a Milano. Esponente della fotografia contemporanea italiana, inizia ad esporre nei primi anni Ottanta e ad oggi i suoi lavori sono stati presentati in gallerie private e sedi pubbliche in Italia e all’estero. Nel 1985 apre a Milano la galleria La Camera Chiara e comincia a scrivere di fotografia per diverse testate. Dal 1995 al 2017 tiene il corso di Fenomenologia degli Stili presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e dalla sua esperienza didattica nasce il volume Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile, pubblicato nel 2010 da Edizioni Favia (Bari).
Ha partecipato al progetto sui beni architettonici e ambientali Archivio dello Spazio della Provincia di Milano e al progetto di Sociologia Visuale Photometropolis presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Milano Bicocca.
È stato un esponente di punta della Galleria Fotografia Italiana Arte Contemporanea di Milano in quanto autore e caporedattore della pubblicazione trimestrale Pagine di Fotografia Italiana.
Nel 2014 pubblica Fotografia araba fenice (Edizioni Quinlan, Bologna), una selezione dei suoi articoli e saggi più recenti. Attualmente scrive articoli, tiene conferenze, workshop e seminari su vari aspetti del Linguaggio Fotografico. Dirige la rivista FC- FOTOGRAFIA E [È] CULTURA.