La Certosa di Santa Maria a Chiusa di Pesio
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«Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo poiché un giorno Egli dirà: “Sono stato ospite e mi avete accolto”. E a tutti si renda il debito onore». È quanto scriveva San Benedetto nel capitolo 53 della sua Regola, interamente dedicato al tema dell’accoglienza. Allora, secondo la tradizione, era il 534 e la carità fraterna si esprimeva anche con un tributo di giusto rispetto a poveri e a viandanti. Oggi certi valori si sono affievoliti, eppure i monasteri, gli eremi e i conventi continuano a rimanere luoghi di generosità e di condivisione e sono sempre più numerosi coloro che avvertono il bisogno di soggiornarvi per riflettere e per ristorare lo spirito. Giovani e non solo, di ogni nazionalità, di ogni estrazione sociale e di ogni credo, persino atei, che negli angoli più ameni d’Italia cercano la pace e l’incontro con la natura, l’essenza della vita e l’io più profondo. La scelta, da nord a sud, è ampia e spesso può contare sul supporto della tecnologia informatica. Sono tante, per esempio, le strutture che possiedono un sito internet facilmente consultabile da chi decide di partire per interrompere i ritmi frenetici della quotidianità. Per prenotare, poi, di solito è sufficiente inviare una e-mail.

In Piemonte, a 900 metri d’altezza in territorio di Chiusa di Pesio, si può visitare la Certosa di Santa Maria (certosa@missionariconsolata.it), che dal 1173 contempla lo splendido paesaggio nel quale è incastonata e in cui i Missionari della Consolata curano le anime.
Sul monte che domina Bardolino, in Veneto, sorge l’Eremo di San Giorgio (ospiti@eremosangiorgio.it), dove risiede una comunità di Monaci Benedettini Camaldolesi, lieta di offrire un’esperienza fatta di preghiera, di lectio divina e di silenzio. Nella stessa regione, ai piedi dei Colli Euganei in Comune di Teolo, si trova l’Abbazia di Santa Maria Assunta di Praglia (foresteria@praglia.it), retta dai Monaci Benedettini Sublacensi, che garantiscono a tutti la possibilità di effettuare un ritiro spirituale. In Liguria, nella collina sopra La Spezia, le Monache Benedettine del Monastero di Santa Maria del Mare (madre@santamariadelmare.191.it) attendono coloro che vogliono conquistare la serenità interiore attraverso la riflessione individuale o di gruppo.
In Umbria, in comune di Terni, a quota 800 metri sul Monte di Torre Maggiore, c’è la Romita di Cesi, un eremo circondato da boschi incontaminati. Frate Bernardino Greco (frabernardino@la-romita.net), francescano e fulgido testimone di una fede d’altri tempi, è l’unico religioso a dimorarvi stabilmente e insieme agli animali che accudisce con amore accoglie chi dopo un’ora di marcia raggiunge il suo angolo di paradiso. Vicino ad Assisi, invece, si può meditare nell’Eremo delle Carceri (eremo.carceri@tiscali.it), edificato dove una volta si rifugiava San Francesco e dove adesso i Frati Minori e le Clarisse Missionarie del Santissimo Sacramento continuano a vivere secondo i suoi ideali. L’Abbazia di Sant’Antimo (foresterie@antimo.it) si trova in Toscana, immersa nel verde della campagna di Montalcino. Qui i Canonici Regolari applicano alla lettera la Regola di Sant’Agostino e sette volte al giorno si incontrano in chiesa per pregare con il canto gregoriano. La partecipazione degli ospiti alle funzioni è ben accetta.
Nel Lazio, a sud di Roma, l’Abbazia delle Tre Fontane (info@abbaziatrefontane.it) ricorda il sito in cui sarebbe stato martirizzato l’apostolo Paolo. Secondo la leggenda, infatti, dai tre rimbalzi della sua testa mozzata sarebbero scaturite tre sorgenti, ancora attive. Chi va a vederle, tra l’altro, può far tappa nella storica bottega che vende il cioccolato e il liquore di eucalipto prodotti dalle mani sapienti dei Monaci Trappisti della Stretta Osservanza.
A spingere molti a recarsi al Convento – Santuario del Volto Santo (voltosanto@tiscali.it), a Monoppello in Abruzzo, nel Parco Nazionale della Maiella, è la presenza di una sacra effigie del viso di Cristo, impressa in un delicatissimo velo, che i Frati Francescani Cappucini conservano da quattro secoli.

In Campania, nel punto più alto dei Campi Flegrei, l’Eremo del Santissimo Salvatore (eremo.camaldoli@libero.it) guarda Napoli e il suo golfo. Abitato in passato dai Monaci Camaldolesi, è stato rilevato dalle Suore di Santa Brigida, che concedono volentieri i loro spazi anche per l’organizzazione di mostre e di convegni.
In Puglia, su un colle non distante da Monte Sant’Angelo, i Monaci Diocesani dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano (info@abbaziadipulsano.org), pur essendo vincolati da stretta clausura, sono disponibili al dialogo e mostrano con piacere gli eremi di cui è disseminata la zona. Quelli finora censiti sono ventiquattro e non tutti, data l’ubicazione, sono agevolmente accessibili.
Chi ama la Sardegna può alloggiare nel Monastero di San Pietro di Sorres, accanto all’omonima chiesa romanica. Qui, su un colle ricco di storia in territorio di Borutta, i Monaci Benedettini Sublacensi si dedicano alla preghiera, allo studio e ai lavori manuali e padre Bruno Masala (padrebruno@alice.it) fornisce informazioni a chiunque desideri programmare qualche giorno di riposo all’insegna della semplicità. In Sicilia, a una decina di chilometri da Monreale, il soggiorno nell’Abbazia di San Martino delle Scale (info@abbaziadisanmartino.it) non è privo di stimoli intellettuali perché i Monaci Benedettini Cassinesi sono anche custodi di cultura e nella biblioteca hanno sistemato oltre settantamila opere. Il loro impegno a favore della conservazione del patrimonio librario e artistico è sfociato nell’istituzione di una Accademia di Belle Arti e di Restauro.

Questi non rappresentano che pochi esempi perché le oasi di quiete, in perfetto equilibrio con il creato, sono centinaia. E, ora che la corsa è quasi un imperativo, la chiave di risoluzione a tanti problemi che affliggono l’uomo e il pianeta probabilmente sta proprio lì, dove gli insegnamenti impartiti sono ancora quelli delle origini, l’ospitalità è sempre sacrosanta e frate sole e sora luna sorridono come ai tempi di San Francesco.

1 thought on “L’ospitalità nei luoghi dello spirito

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