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LONG LIGHT”

Sean Scully a Villa e Collezione Panza, Varese

da venerdì 19 aprile 2019 a lunedì 6 gennaio 2020

L’armonia viene da quello che sai, è un’affermazione di quello che giàsai (…) Quindi la disarmonia è molto più interessante, è un’affermazione di vita molto più dell’armonia, perché alla fine, nel corso della storia, trasformiamo sempre la disarmonia in armonia”

Si aggiunge un nuovo tassello al complesso percorso di valorizzazione della multiforme collezione permanente di Villa e Collezione Panza, Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Varese, e della figura del conte Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Long Light” dedicata al maestro americano Sean Scully.

L’esposizione, a cura di Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza, aprirà al pubblico da venerdì 19 aprile 2019 a lunedì 6 gennaio 2010.

In mostra sono convocate 60 opere dai primi anni Settanta a oggi ripercorrendo per la gran parte la produzione dell’artista statunitense di origine irlandese, offrendo una profonda e robusta visione della sua ricerca e riconfermandolo tra i protagonisti della scena pittorica contemporanea.

Sean Scully, Passenger Red Orange 1999

La sua poetica, espressiva e minimalista allo stesso tempo, e la sua ricerca sul colore, il gesto, gli equilibri, le geometrie e la luce si sposano perfettamente con la sensibilità etica ed estetica di Giuseppe Panza creando un’affinità elettivache si riflette nel progetto di allestimento della mostra dove le opere di Scully dialogano con quelle di artisti quali David Simpson, Phil Simps, Max Cole, John McCracken, ribadendo ancora una volta la volontà della Fondazione di proporre mostre intrinsecamente legate al luogo che le ospita.

Il percorso di visita si snoda tra le sale della villa al primo piano fino alla grande Scuderia del piano terra dove le opere ripercorrono circolarmente e quasi per intero la produzione dell’artista in un serrato incontro- scontro tra astratto e figurativo, a partire dai primi lavori su carta fino ai più recenti (la serie Eleuthera), dove le forme di matissiana memoria riaffiorano sulla tela. L’itinerario di visita si conclude poi nel parco con un inedito site specific che entrerà a far parte della collezione permanente: giocando con preziosissimi Landline di vetri, appositamente realizzati per l’occasione, Scully trasforma la serra del giardino, di epoca Portaluppi, in un raffinato e riflettente ambiente di luce e colore.

Sean Scully, Passenger Line Pink Blue 2004

Le opere in mostra, carte, fotografie, installazioni e dipinti dalla superficie vibrante, creano una corrente che pulsa attraverso le stanze della villa generando una sensazione di ipnotica seduzione. Dai primi acrilici su tela degli anni ’70 – come Backcloth o East Coast Light 2 – che Scully definisce “supergriglie”, intricate trame di linee spesso riccamente colorate che creano illusioni spaziali, seguono i neri monocromi – come Upright Horizontals Red Black – dove per l’artista il nero non è un vuoto o un’ombra, ma un colore e dove l’equilibrio tra sensualità e austerità è alterato in favore della prima, fino ai Doric composizioni architettoniche distribuite per piani verticali e orizzontali rese evanescenti da un ardito tonalismo che attraverso la sovrapposizione di piani cromatici, trasmettono l’intensità materica del colore. Si giunge poi alla serie dei Passenger che, descrivendo dipinti nel dipinto e paesaggi dentro a paesaggi come finestre aperte sul mondo esterno, riconducono l’osservatore al dispositivo dell’opera come “finestra” che collega l’interiorità e l’esteriorità che tanto attrasse Panza durante le sua ricerca collezionistica.

Ancora una imponente serie di Landline, espressive e ardite partiture di colori in linee orizzontali, attivano un movimento poetico che va al di là dell’astrazione e dove i contorni dei paesaggi si distendono e sfumano per rivelare la dimensione emozionale, fisica e personale di esperienze, traumi e memoria. Ispirate agli anni di Scully in Irlanda le opere rimandano principalmente ai quei momenti in cui l’artista si soffermava a guardare il mare, ispirazione intensificata durante il suo soggiorno veneziano dove l’acqua scorre attraverso i canali lasciando

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