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Novembre è iniziato e il grande giorno si avvicina: il festival delle lingue minoritarie sarà per la prima volta a Cagliari.
Inutile dire quanto questo fatto sia importante per la Sardegna e anche per me, visto che mi hanno affidato l’incarico per tutta l’organizzazione.

Dicevo che quindi il 28 sarà il grande giorno, o meglio lo sarebbe se io non mi fossi messa nei pasticci da sola. Sono una bravissima organizzatrice di eventi, la mia società la “Non solo eventi” lavora moltissimo e non c’è evento a Cagliari che non ci veda all’opera. Però oltre che essere una grande professionista sono anche una grande casinista e riesco sempre a infilarmi in situazioni assurde dalle quali poi fatico ad uscire.

E questa è una di quelle volte. E’ successo tutto per colpa di quella maledetta chat di facebook, un giorno cazzeggiando sul social mi accorgo che tra le richieste di amicizia c’è sto pezzo di bono “Daniele”. Boh io non lo conosco, cioè uno così io me lo ricorderei bene. Continuo a indagare sulla mia memoria: un cliente? Un collega? Un amico di un amico? Niente zero! Non ricordo!

Insomma alla fine la curiosità è troppa, e lui troppo bono per non fare quel click, e così zac accetto la sua amicizia. Lui inizia a scrivermi, e così scopro che non lo conosco per nulla (lo sapevo .. un bono così me lo sarei ricordato), e che lui vedendomi tra amici di amici è rimasto colpito tanto da volermi conoscere. Cioè, lui, un bellissimo uomo che vuole conoscere proprio me? Penso che di sicuro abbia sbagliato facendo click, si sia confuso. Ma lui dice che voleva conoscere proprio me.
E a questo punto io ricordo che nel social io ho un po’ barato, cioè non proprio barato, ho solo un po’ migliorato le mie foto, insomma non ne trovavo una che mi piacesse e così ho messo la foto di una fotomodella non troppo conosciuta, mia cara amica, che è solo bella e che, diciamola tutta, completamente diversa da me.
Comunque, continuando a fare amicizia con Daniele, scopro che lui è sardo ma vive in Irlanda da molti anni, e non viene in Sardegna da tanto tempo. Ora lavora li, come fotografo, in un’importante Azienda e non ha nessuno e nulla che lo leghi alla Sardegna. All’inizio questo fatto mi fa respirare, si in fondo un’amicizia platonica era quello che mi serviva: nessun impegno, nessun litigio e soprattutto il mio finto look era al sicuro, lui non mi avrebbe mai visto e non avrebbe mai scoperto questa “piccola“ bugia.

E intanto io posso dedicarmi quasi completamente, tranne le mie numerose chat, all’organizzazione dell’evento. Tanti musicisti da convocare, teatro da organizzare, personale da coordinare e insomma, un sacco di cose da fare.
Ma potevo forse essere fortunata per una volta nella vita? No, certo che no. Infatti il diavolo fa le pentole e non i coperchi e che cosa mi doveva capitare? Chi decide di partecipare al festival? Lui, il fotografo che si era “dimenticato” di dirmi che è anche un bravissimo musicista, che compone musica e che i testi sono in lingua sarda, perché lui è pure uno studioso della lingua e della cultura isolana. Ma io dico, piccolino il ballista, cioè tenermi nascosta una cosa così!
Ah gli uomini: bugiardi nel DNA, pieni di cazzate e non si mettono il minimo problema. Noi donne non siamo così, non abbiamo bisogno di mentire, noi siamo vere e sincere. Si va be la foto è stata solo un dettaglio insignificante, certo che però ora come ne esco? Cavolo, mi ci vuole un piano. Va bene che non è detto che ci vediamo no? Cioè lui viene a Cagliari, io magari mi potrei nascondere e non farmi vedere per tutto il festival. Certo che essendo l’organizzatrice dell’evento sarà un po’ difficile nascondermi, però lui sarà impegnato tra prove e festival.. Cavoloooo sono nei guai.

Insomma cerca che ti cerca una soluzione non la trovo e il grande giorno arriva.
Calma, devo stare calma. Basta che stia dietro le quinte, e che cerchi di non farmi vedere, da lui. Intanto sto nel mio ufficio, e ho detto ai miei collaboratori che sono molto impegnata e che non voglio assolutamente essere disturbata. Però sono troppo curiosa, basta vado a dare uno sguardo, uno soltanto, senza farmi vedere. Sta iniziando e sono tutti troppo presi per badare a me.. Poi ho il cappellino, gli occhiali, lui non mi ha mai visto e passo sicuramente inosservata. Ok ci siamo, ora tocca a lui e al suo gruppo.. Che emozione, manco fossi io a dover andare sul palco.
Ma che fa non arriva? Escono tutti e lui dove cavolo è?
“Costanza, Costanza dove sei?”, che pizza vuoi vedere che ci sono altri casini? Non mi lasciano in pace neanche un secondo.
“Si sono qui”, ops “Daniele?”
“si sono proprio io, e tu devi essere Costanza“
“e come hai fatto a riconoscermi?”
“hahah, dici per la foto? Pensavi che ci cascassi? Con la foto della fotomodella? Sciocchina, a parte che nel tuo profilo ti hanno taggata in un sacco di foto dai…”
“e quindi non sei arrabbiato perché ho mentito?”
“ma no dai, sei stata molto carina e simpatica, e se sono qui e soprattutto per te…”
“Ora vai che devi suonare”
“Vado e dopo, comunque vada, si festeggia”
“Si volentieri, dopo a buffai”

Pipias arrevèscias
“Come scusa?”
“Ho detto dopo a buffai”
“No, dimmi che stai scherzando, ti prego”
“Ma scusa non hai detto che si va a festeggiare?
“Non sarai mica di quelle sarde che parlano in sardo, o che usano lo slang? Ti prego dimmi che non è così.”
“Ma qualcosa, sono sarda, perché?”
“Perché è da gente del popolo, ignoranti. Scusa ma io le persone così proprio non le tollero”
“Ma se sei pure uno studioso della lingua, sei venuto qui a cantare in sardo, scrivi pezzi in sardo … cioè sei qui al Festival delle lingue minoritarie”
“Si certo, questo fa molto intellettuale, ma fuori da questo contesto, cioè a casa, o con la mia donna, no proprio no. Scusa ma mi sono sbagliato, ora vado. Peccato sei carina e simpatica ”
“Dani posso dirti un’ultima cosa? ….. E poba!”

2 thoughts on “Lingua sarda, racconto semiserio sul vero amore

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