Contratto di matrimonio tunisino
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Articolo scritto da Ouejdane Mejri “Associazione Pontes dei Tunisini in Italia”

Se il contratto del matrimonio è unificato nella sua sostanza e nella sua forma nel mondo arabo-musulmano, le cerimonie e i rituali che gli sono associati si differenziano non solo da un paese all’altro ma addirittura da una regione all’altra.

Nell’islam il matrimonio è un contratto stipulato tra una donna e un uomo in sede religiosa ed è suscettibile di condizioni particolari come la presenza di testimoni che certificano che non ci sono vincoli alla sua stesura e una dote minima offerta dal futuro sposo alla sua promessa. Se la religione offre un modello molto semplificato della cerimonia, la tradizione locale ha spesso sviluppato attorno all’istituzione del matrimonio dei riti articolati che portano gli sposi a formare di fatto una coppia riconosciuta come tale dinanzi alla società.

In Tunisia, il matrimonio rappresenta, per chi sceglie di rispettare gli usi e costumi tradizionali, un percorso ordinato che inizia paradossalmente con la prima cerimonia di matrimonio ufficiale fino all’ultima sera di divulgazione pubblica dell’unione (Ishhar) che finisce con il vero e proprio inizio effettivo della vita di coppia. Infatti, alcuni fidanzati scelgono di festeggiare la loro unione con i famose sette giorni e sette notti celebrando insieme non solo ai propri cari ma anche agli amici e ai conoscenti svariate occorrenze.

Inizia quindi il tutto con la firma del contratto del matrimonio che viene stipulato nella casa della futura sposa con la presenza dei testimoni e sotto la guida dell’ufficiale delegato dallo stato civile (‘adoul) che enuncia ai futuri sposi i loro obblighi e diritti nell’ambito di questa unione. La dote, spesso simbolica viene registrata per convalidare il matrimonio e i famosi vocalizzi (zaghrit) delle donne presenti alla cerimonia concludono questo primo atto formale. Una preghiera di benedizione del matrimonio viene celebrata nella moschea del quartiere dai maschi delle due famiglie e permette anche in un gesto simbolico di rendere pubblica in sede comunitaria questa giovane unione. Se gli sposi sono davanti a Dio e alla legge a tutti gli effetti coniugati, non è ancora suonata l’ora del ricongiungimento vero e proprio. Lo sposo dovrà aspettare ancora qualche giorno prima di vedere la sua promessa varcare la soglia della casa nuziale.

hammamIl percorso continua con svariate giornate e serate al femminile durante le quali la sposa sarà sottoposta a diverse cure di bellezza e di ornamento. Si inizia con la festa dell’hammam in cui le donne della famiglia sono invitate a rendersi al bagno turco per un rito di “purificazione” in cui si coniuga il canto e il ballo con trattamenti specifici e curati della sposa e delle sue accompagnatrici. In seguito, arriveranno le serate dell’Henné, la sposa, sempre al centro dell’attenzione di chi la sta festeggiando, potrà per tre sere consecutive essere abbellita da decorazioni sui palmi delle mani e dei piedi con l’henné e il harkous (preparazione artigianale colorante profumata ai chiodi di garofano). Si coniugano in questi riti, la tradizione islamica che associa l’henné al paradiso celeste, con altri riti più popolari che accostano simboli grafici come il pesce e il ramo con la protezione dal male e la prolificità.

L’ultima serata al femminile (Outiya), che come le altre vede partecipare le donne di entrambe le famiglie nuovamente unite, tutte rigorosamente accompagnate dalle musiche festeggianti di diverse orchestre anche esse al femminile, permette a tutte le donne della famiglia di sfoggiare i loro più bei abiti tradizionali. Questa serata permetteva e plausibilmente permette tutt’oggi alle mamme di incrociare giovani fanciulle di altre famiglie che potrebbero essere candidate future spose ai propri figli. I matrimoni forzati sono un fenomeno inesistente in Tunisia ma questi momenti di incontro tra famiglie permettono sicuramente di farsi un idea su quali possibili unioni si potrebbero “facilitare”, alla maniera di un sito di incontri online, decisamente più tradizionale.

Lo sposo da parte sua potrebbe essere celebrato da una cerimonia alquanto insolita, che viene celebrata in Tunisia in modo particolare nelle zone costiere, durante la quale viene sottoposto a una acconciatura pubblica. Al centro della festa questi viene posto su un piedistallo e il suo parrucchiere di fiducia potrà procedere con il taglio e la rasatura della barba sotto il suono frastornante della musica popolare dell’orchestra locale.

Un giorno di riposo (Raha) è alquanto necessario prima di affrontare l’ultima sera chiamata appunto matrimonio (‘Ers). Questa festa grande raggruppa tutti, uomini e donne di entrambe le famiglie, amici e conoscenti che si ritrovano per festeggiare la chiusura delle cerimonie. Si balla, si danza, si mangia e si celebra la nuova coppia in un momento di condivisione che permette di proclamare il matrimonio non solo più in sede religiosa ma in sede pubblica. L’unione tra gli sposi stremati da questa successione di serate danzanti oramai “pubblicizzata” diventa allora ufficiale e si auspica che la loro vita di coppia sia bella quanto le feste che hanno condiviso con i propri cari.

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