Sikitikis
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Cagliari (ITALIA)

 

A tu per tu con Gianmarco Diana

 

“Sposarsi alla folla è la loro passione e la loro professione” avrebbe commentato un filosofo nel descrivere il loro sguardo critico e poetico nei confronti di una realtà che deve essere colta in ciò che ha di assolutamente unico e irriducibile: la bellezza. Innamorati della vita universale e delle “belle cose”, i Sikitikis, entrano nella folla del web, con un nuovo progetto musicale che muta improvvisamente e profondamente il modo di fare e proporre musica, rompendo con i modelli precedenti. Una musica “ambulante” che si aggira tra le reti tribali del web, diffusa, suonata e fruita attraverso una delle forme principali d’ascolto dei nostri tempi: Youtube. Un canale preferenziale quest’ultimo, scelto anche dalla band cagliaritana, che consente l’ascolto della musica nel suo farsi suono e immagine ad una più vasta platea di utenti. Un valido supporto per i Sikitikis che non smettono di sognare e di produrre brani musicali non necessariamente realizzando Compact Disc.

I concerti rimangono il loro punto di riferimento insieme alla centralità di esibirsi come efficace comunicazione, ad un pubblico sempre più vasto che possa realizzare l’incontro e lo scontro e quindi il confronto artistico tra idee immagini e suoni. L’interconnessione di questi elementi con la rete globale Internet potenzia le possibilità di diffusione della musica dei Sikitikis offrendoci una nuova e complice occasione di “cantare al mondo” attraverso dei testi che invitano ad un nuovo sguardo rivoluzionario e bello dell’essere nel mondo.
“La mia piccola rivoluzione” è il primo brano di questo “disco anti disco” che insieme a “Le belle cose” rappresenta un progetto musicale in divenire. Diventerà un disco “vero”?
Non è detto che questa raccolta di canzoni diventi “fisicamente” un cd. In questo momento abbiamo affrontato un discorso legato ai mezzi del web, a Facebook (quindi ai social network) ed in particolare alla piattaforma video Youtube, visto che i contenuti di questo progetto verranno caricati attraverso il nostro canale: Le belle cose Tv.

L’atterraggio ai social network è una strategia alternativa che garantisce una maggior diffusione del vostro lavoro?
Ci siamo resi conto che ultimamente postare video su Youtube ha un’efficacia promozionale addirittura maggiore di quella che spesso hanno i mezzi tradizionali come i comunicati stampa, gli spot ecc. Ovviamente stiamo ragionando nell’ottica dei piccoli-medi numeri, non dei grandi numeri. Da questo punto di vista, è ormai un dato quasi scientifico che il numero di visualizzazioni superiore alle 100 mila su Youtube, vale ormai come biglietto da visita per un musicista e il proprio progetto musicale.

Forti di quello che era accaduto con “Voglio dormire con te” che ebbe questo exploit su Youtube, e forti anche dei buoni risultati dei nostri successivi video (Tsunami e recentemente Le belle cose), abbiamo deciso di impostare la quasi-totalità della comunicazione dei nuovi brani dei Sikitikis proprio sul nostro canale Youtube. Tra l’altro è un mezzo attraverso cui è possibile immediatamente uno scambio con i ragazzi, con le persone che vanno a vedere i video o solo per ascoltare la traccia. You tube è un mezzo in cui è possibile stabilire una comunicazione diretta con gli ascoltatori; è il mezzo attraverso cui un ragazzo o una ragazza ascoltano la musica al giorno d’oggi; siamo nell’era di Internet, nell’era della musica digitale, dell’mp3, siamo nell’era in cui stampare cd e vinili riguarda semplicemente la voglia di creare un feticcio e riguarda sempre meno le persone che dovrebbero acquistarlo. La fruibilità, quella grossa, passa soprattutto attraverso il web.

Parliamo dei testi, cosa contraddistingue questi ultimi pezzi musicali? “La mia piccola rivoluzione”, “Le belle cose” hanno testi sociali, sentimentali e sono molto musicali; essi dicono qualcosa di più, sono in grado sempre di accomunare, di creare una sorta di complicità immediata.
Tenendomi sul generale, non essendo io direttamente a scrivere i testi, posso dirti che siamo sull’onda di “Dischi fuori moda”. In quell’album come in questi ultimi brani i testi si caratterizzano per una maggior “apertura” e “solarità”. Ciò in parte si deve ad una certa crescita anche anagrafica degli elementi del gruppo, sempre più vicini ai 40 che ai 30, che ha portato ad un’analisi del tutto diversa sia del mondo, sia del modo in cui si osserva e della scelta delle parole con cui rappresentarlo. Innegabile, d’altro canto, anche il fatto che la soglia d’età delle persone che ascoltano i Sikitikis si sia abbassata; per la prima volta siamo arrivati ad un pubblico un po’ più giovane. Anche questo, in un gioco di cortocircuito, ha inciso, facendo si che le parole si avvicinassero maggiormente al linguaggio di chi oggi ha 19/20 anni e che in forme “divertentistiche” segue e supporta la band e il mondo creato dalla band (vedi ad esempio le serate Golpe, dove io e Diablo siamo nei panni di organizzatori e djs).

“La mia piccola rivoluzione” offre una serie di immagini “calde”, quasi domestiche: l’idea della prima colazione, di svegliarsi con il sole. È quasi un omaggio alla tradizione italiana “del volare modugnano”. “Le belle cose” invece è proprio un pezzo “Sikitikis”, rappresenta un altro campo da gioco, un Celentano riportato nel 2012. Il testo ripete 6 frasi come un mantra e conclude affermando “Cosa fai se ti pigliano in giro? Ma quando mai che ti pigliano per il culo!”: il messaggio penso sia assolutamente condivisibile ed è anche divertente; tra l’altro – come racconta Diablo – nacque da un commento più o meno paro paro che Ale scrisse su uno stato FB: “qualcuno non ama le belle cose e ci vogliono dividere perché insieme siamo pericolosi perché le belle cose sono la morte dei cattivi pensieri e i cattivi pensieri portano denaro nelle tasche delle brutte persone!”. Non è un sillogismo, ma un meccanismo interessante di ragionamento che sottoscrivo in pieno in questo caso, e penso che a livello ritmico e metrico, funzioni molto bene. Il pezzo è un “pedalone”, ovvero un pezzo che gira tutto sullo stesso accordo, dall’inizio alla fine. Il video targato Shibuya, è a parer mio, riuscito perfettamente a centrare il focus della canzone, affidato alla geniale partecipazione di Timothy Raschio (il pupazzone animato da Daniele Pettinau) insieme ad una serie di comparse fantastiche tra ballerini di tango e hip hop.

Progetti in corso? Dove sono ora i Sikitikis? Chi c’è dietro di voi? Quale la strada editoriale, musicale scelta per voi?
Intanto, come novità non trascurabile c’è l’entrata nel gruppo del nuovo batterista, Sergio Lasi, proveniente dai Cellophane Flowers, musicista dallo stile molto interessante, che ben si sposa con il nuovo volto dei Sikitikis. “Le belle cose” rappresentano un nuovo corso da cui – come detto – non necessariamente nascerà un album; può darsi che si confezioni una pennina USB magari da acquistare all’ingresso dei nostri concerti, come una delle forme alternative per far circolare la nostra musica. Si è consolidato il contratto editoriale con la Sugar Music di Caterina Caselli ed ora aspettiamo di capire se possa nascere anche una collaborazione discografica. Ma noi non amiamo stare fermi e abbiamo deciso di muoverci in questo modo. Prossimi brani che renderemo disponibili sono “Aria” e “Col cuore in gola”, per poi tornare in studio a registrare ad aprile, probabilmente qui in Sardegna stesso, ma col nostro fidato produttore Manuele Fusaroli. Insomma: mai stare fermi e continuare a suonare… sempre!

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