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Innovazione come parafrasi della libertà di Giorgio Gaber «La libertà non è star sopra un albero,/non è neanche avere un’opinione,/la libertà non è uno spazio libero,/libertà è partecipazione.»”

Innovazione, tecnologia, sviluppo economico, politiche di collaborazione, coraggio, nuove professioni, welfare e mercato libero, mare, isolamento, rete delle reti, resilienza, coworking, sostenibilità.

Ho messo a caso delle parole chiave, o keywords, come si usa dire in ambiente web. Parole o nuvole di parole che non hanno una sistemazione casuale, ma sono la risultante di un algoritmo che le sceglie e le posiziona nello spazio apposito. Le parole in internet hanno un significato più che mai importante: la scrittura e la lettura, l’uso delle parole è tornato ad essere di importanza sostanziale e non solo estetica. Internet ha superato la fase di “massa di informazioni” per entrare nel mondo organizzato e funzionale della “redazione e organizzazione di discorsi”. Si comunica come, più e meglio dei vecchi media. La rete ci aiuta, noi aiutiamo la rete a crescere. C’è una sottile soddisfazione nell’apprendere di non essere solo spettatori passivi di un sistema, ma essere invece presenti e potenzialmente capaci di cambiare i significati.

La Sardegna sembra aver scoperto da anni una vocazione allo sviluppo digitale, in diversi campi. Dall’informatica alle biotecnologie, dalla ricerca sul genoma alla rete delle reti. Primi in Italia ad aver aperto la strada allo sviluppo del web, siamo ancora protagonisti di esperienze di altissima qualità.

Gli esempi di promotori innovazione in Sardegna sono tantissimi: dall’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, ai vari incubatori di imprese (pubblici o privati), agevolatori di startup, le fablab, due parchi scientifici regionali Sardegna ricerche e Porto Conte di Alghero, non meno importante il centro di ricerca CRS4. Un player molto importante come Tiscali e in particolare il laboratorio continuo di startup di Open Campus. In Sardegna, prima che altrove si è accesa una miccia che ha liberato potenzialità silenti che aspettavano di esprimersi attraverso la cultura e l’uso degli strumenti digitali.

L’innovazione non riguarda solo l’aspetto tecnologico. Oggi non basta più inventare una nuova App per creare innovazione, c’è una grande ricchezza di contenuto della parola “Innovazione”. Si tratta dell’oggetto, del processo produttivo, del nuovo modo di comunicare, di vendere, di risparmiare tempo, denaro e soprattutto senza consumare e inquinare l’ambiente.

Fare rete, costruire ricchezza

Oggi l’innovazione deve necessariamente essere sostenibile. L’innovazione presupporre l’inclusione di più professionalità, non è solo il frutto di una singola intuizione ma di una partecipazione diffusa di intelligenze. L’innovazione è il prodotto stesso della rete, strumento principale di scambio di contenuti, successivamente modello di comportamento umano. La Sardegna in questo momento storico è una formidabile palestra di cooperazione, e concorrenza al rialzo per quanto riguarda le ricerche, i progetti per il futuro applicati alla realtà.

La parola “resilienza” testimonia un nuovo modo di intendere la realtà, ossia rivalutare in senso positivo le criticità tipiche di un determinato territorio. Ma è un nuovo apparente: il riuso, il cambio di prospettiva, la mutazione di abitudini e migliorie nei processi produttivi, è probabilmente una pratica antichissima. Si tratta di sopravvivere al meglio agli attacchi della crisi economica, ma non solo. Come già accennato, l’idea del singolo non basta più. C’è bisogno di avere molti punti di vista, anzi il numero maggiore di intelligenze su uno stesso argomento. Solo condividendo le nostre intuizioni e conoscenze ci sarà in futuro la possibilità di trasformare i problemi in possibilità.

Tutto questo distrugge, finalmente, la convinzione innata che i sardi sono invidiosi e non collaborano!

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