Flavia Carta, gestore del canile di Ghilarza
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Ghilarza

È finalmente iniziato il conto alla rovescia per il canile di Ghilarza, gestito da Flavia Carta.

I lavori della nuova struttura che dovrà accogliere tutti gli ospiti a quattro zampe sono infatti terminati e si attende soltanto il permesso definitivo da parte della ASL; anche se non è ancora possibile stabilire una data precisa per l’inizio del trasloco, ormai non manca molto e il nuovo rifugio si prepara ad accogliere i sessantuno animali che al momento alloggiano presso il vecchio canile sito in località Trempu, lungo la strada per Fordongianus.

La storia di questa struttura inizia tredici anni fa, quando Flavia prese in gestione il canile che già si trovava in loco e mise in piedi una associazione per la protezione degli animali. Dal 1998 l’Associazione “I Miei Amici” è infatti iscritta al registro regionale del volontariato e Flavia, che ne è la rappresentante legale, ieri come è oggi la sola responsabile del rifugio.

Sette giorni su sette, il suo è un impegno costante che non concede domeniche né vacanze poiché i cani necessitano di cure continue: che sia una passione diventata scelta di vita appare subito chiaro, così come non si può non vedere il grande cuore di questa ghilarzese coraggiosa e infaticabile che porta avanti una battaglia che, come lei sa bene, non tutti capiscono o condividono.

Gli occhi dei piccoli e grandi ospiti raccontano tante storie, ma il denominatore comune è l’abbandono: alcuni vengono raccolti per strada, a Ghilarza o in altri paesi, spesso in condizioni pietose di disidratazione e denutrizione, altri vengono invece lasciati davanti al cancello del canile, se non gettati all’interno come fossero oggetti; talvolta Flavia trova cucciolate intere persino sotto la sua macchina davanti alla porta di casa. L’accoglienza è scontata: Flavia non chiude la porta in faccia a nessuno e negli anni passati sono stati gestiti contemporaneamente addirittura oltre cento cani. Così come a ciascuno viene dato un nome, perché là dentro nessun cane è un numero sul quale lucrare, come accade al contrario nei canili-lager.

L’obiettivo principale da raggiungere resta sempre quello dell’adozione: la maggior parte di questi cani aspetta purtroppo da una vita dal momento che si tratta per lo più di animali in età avanzata (in molti casi quindici anni o più), con conseguenti patologie dovute anche all’invecchiamento; ciò finisce per condizionare le scelte di chi si rivolge all’Associazione, scelte che nella stragrande maggioranza dei casi si indirizzano preferibilmente verso i cuccioli o comunque verso i cani più giovani. Ma la responsabile non si scoraggia e spera che, prima o poi, anche i suoi amici più vecchi possano avere la possibilità di trascorrere almeno gli ultimi anni di vita con una famiglia vera.

“Nel corso di quest’anno – racconta Vito Silla, collaboratore di Torino – abbiamo fatto 78 affidi e credo siano veramente tanti per un’associazione piccola come la nostra”. Sebbene Flavia sia fisicamente sola a mandare avanti la struttura, da tempo può contare infatti sulla collaborazione di alcuni volontari, non solo qui in Sardegna, che l’aiutano nelle attività dell’Associazione, prima fra tutte la gestione di un sito internet e di un gruppo presente sul noto social network Facebook, attraverso cui si cerca di rendere visibile il canile il più possibile ai fini di ricevere qualche aiuto, sotto forma di denaro, cibo o medicinali, e al tempo stesso aumentare il numero delle adozioni canine.

In effetti, come conferma Flavia, la rete si è rivelata uno strumento fondamentale e tanta gente anche nel resto d’Italia, in particolar modo nel Nord, si è interessata al caso del rifugio di Ghilarza. Tutte le adozioni vengono seguite con scrupolo dai volontari, sia prima che dopo il trasferimento del cane a casa della nuova famiglia. Esiste persino la possibilità di adottare a distanza gli animali meno fortunati che restano al canile: versando un contributo mensile è possibile provvedere al mantenimento di un cane, incluse le cure veterinarie, da parte di quelle persone che per vari motivi non possono tenerlo con sé; al momento soltanto una quindicina gode di un’adozione di questo tipo, ma si garantisce comunque a tutti cibo e assistenza.

Visitando il vecchio canile ci si rende perfettamente conto del perché si sia reso necessario costruirne uno nuovo: per quanto pulita regolarmente, la struttura, calda d’estate e fredda d’inverno, è ormai fatiscente e il tetto in amianto minaccia la salute degli animali, in molti casi già precaria. Senza contare lo sfratto esecutivo che da tempo pesa sull’Associazione poiché il terreno appartiene a un privato, al quale l’affitto è stato finora pagato con il denaro che il Comune di Ghilarza concede per il mantenimento degli animali; per questi ultimi, tolta quella grossa spesa, non restano alla fine che pochi centesimi al giorno.

Il nuovo rifugio, al contrario, sorge in località Malosa su circa un ettaro di terreno assegnato in concessione dall’amministrazione comunale in cambio di un canone d’affitto annuale contenuto.

La costruzione principale è costituita da un blocco di diciotto box più altri quattro box prefabbricati per l’isolamento; il progetto prevede anche un secondo blocco che potrà essere realizzato successivamente. Sono stati ricavati altri ambienti, tra i quali l’infermeria, uno spazio apposito dove preparare il cibo, due uffici, la sala d’attesa per il pubblico e cinque bagni di cui uno per invalidi; presenti pure tre galoppatoi e un piazzale in terra battuta con pavimentazione in ghiaia.

Le spese finora sostenute, comprese quelle per l’impianto elettrico, l’allaccio alla rete fognaria e la vasca interrata per la raccolta dell’acqua piovana, ammontano a circa 120.000 euro, di cui la quasi totalità è stata finanziata dall’Associazione “Squadra 4 zampe” di Milano che ha creduto fin da subito nell’importanza di questo progetto. Nel frattempo l’Associazione “I Miei Amici” ha realizzato calendari e panettoni, messi in vendita in occasione delle feste di fine anno; i fondi raccolti contribuiranno a finanziare il canile. Sempre preziose, naturalmente, anche tutte le offerte donate dai sostenitori privati che continuano a permettere il mantenimento degli animali.

Si può contribuire persino con oggetti usati ma ancora in buono stato con i quali allestire l’infermeria (si necessita ancora, ad esempio, di un tavolo in ferro per visitare i cani, di uno sterilizzatore di strumenti chirurgici, etc.) o arredare gli altri spazi (scrivanie, sedie e armadi in ferro); molto ben accette nuove piantine di qualsiasi tipo per adornare pian piano il terreno in gran parte ancora spoglio.

In attesa del trasferimento nella nuova sede, il vecchio canile rimane aperto ogni giorno e chiunque ne avesse piacere può far visita ai cani.

L’Associazione raccoglie dalla strada anche gatti abbandonati, che per ovvi motivi non vengono alloggiati nella stessa struttura ma provvisoriamente presso case private. Per qualsiasi chiarimento è possibile parlare direttamente con Flavia Carta al numero di telefono 348 9039241.

Informazioni dettagliate si trovano comunque sul sito internet http://www.zampesarde.it/ che offre informazioni e immagini di tutti gli ospiti del canile, nonché tutti i contatti telefonici e quelli e-mail dell’Associazione. Ecco i riferimenti utili per sostenere il canile di Ghilarza:

– bonifico bancario tramite il seguente iban: IT 15 F 07601 17400 000093396794 intestato a Associazione Protezione Animali Ghilarzese “I Miei Amici”

– versamento sul c/c postale n° 93396794 intestato a Associazione Protezione Animali Ghilarzese “I Miei Amici” – Via Francesco Loi n. 19 – 09074 Ghilarza (OR)

– postepay n° 4023 6005 7716 9594 intestata a Flavia Carta, codice fiscale: CRTFLV65H63E004A

– codice fiscale dell’Associazione: 90024910953 per donare il 5×1000 della propria dichiarazione dei redditi

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