Foto di A.Duranti
Share

I favolosi anni ’60. Quelli in cui Sirimavo Bandaranaike viene eletta Primo Ministro in Sri Lanka, in cui viene Pubblicato il primo 45 Giri Dei Beatles, Love Me Do. Gli anni in cui Unione Sovietica e Stati Uniti d’America firmano un accordo per la sospensione degli esperimenti nucleari, in cui John Fitzgerald Kennedy diviene il 35° presidente degli Stati Uniti d’America. Gli anni sessanta, gli anni in cui inizia la costruzione del muro di Berlino, in cui John e Robert Kennedy vengono assassinati, in cui il reverendo King marcia pacificamente su Washington, chiedendo il riconoscimento dei diritti Civili. Il decennio durante il quale al cinema vengono proiettati Psyco, 2001: Odissea nello spazio, Mary Poppins, Colazione da Tiffany, Tutti insieme appassionatamente e Easy Rider.

Un tempo molto più vicino a noi di quanto si possa pensare, visto che purtroppo di guerre, repressioni, ingiustizie, mancato riconoscimenti dei diritti più elementari e razzismi dobbiamo vederne purtroppo ancora tanti. Un tempo che ci insegna, forse, che la cosiddetta favola degli anni ’60 non sta nella ineccepibilità, ma nella coscienza che i diritti vanno conquistati marciando per essi perché, come dice la protagonista del musical, it’s changing out there! You’ll like it. People who are different, their time is coming!

Questi, e molti altri ancora, gli avvenimenti che fanno da sfondo al musical messo in scena il 31 ottobre e il 1 e 2 novembre al Teatro Massimo di Cagliari dalla Compagnia Teatrale EllioT, nata nel 2008 su desiderio di alcune persone accomunate dalla passione per le arti musicali. Lo scopo di Elliot, quello di unire le persone e le loro passioni, «convinti che solo nei rapporti umani si possa trovare la vera realizzazione e affermazione di sé stessi», si realizza per la prima volta nel 2013, presso il Teatro Comunale di Sinnai con lo spettacolo Welcome to the musical, riproposto poi al Teatro Auditorium del Conservatorio di Cagliari.

Da quel momento il chilometro zero del musical, che avanza a grandi passi da U.S.A., Austria e Germania con i grandi esempi di Broadway, Vienna e Stoccarda (si vedano The Phantom of the Opera, Elisabeth e Rebecca), si declina a Cagliari con la parola EllioT. Il prodotto di EllioT è rigorosamente fatto in casa (comprese le scenografie: chapeau!), come le cose buone, a partire dalla musica di Massimiliano Defraia (batteria), Luca Manca (tastiere), Francesco Mocci (pianoforte), Andrea Morrone e Andrea Pani (chitarre) e Fabio Useli (basso). Proprio come le cose buone, come la pasta o la Sacher, quanto visto a novembre al Teatro Massimo si fa gustare con piacere lasciando numerose sensazioni. Fra queste, la più consistente è quella di assistere a uno spettacolo ben fatto, dai ritmi della commedia il cui incastro non cede, grazie a una regia attenta (Alessia Melis e Cristina Melis al timone con l’attenta cura di Juri Orrù e Manuele Diana) e a un lavoro collettivo di ballerini e coro.

Al centro del musical i rapporti interpersonali fra ragazzi e genitori condizionati da stereotipi, passioni, amori, integrazione razziale e cambiamenti sociali. Baltimora, la città più grande del Maryland, considerata il porto degli Stati Uniti, diventa il palcoscenico per le tensioni fra un gruppo borghese di ragazzi bianchi, guidati dalla ricca e snob Velma Von Tussle (Laura Ortu), e quello emergente di ragazzi afroamericani, capeggiati da Seaweed, giovane voce nera, interpretato da uno scioltissimo Filippo Moro, figlio di Parlantina Maybelle, impersonata e cantata dalla bravissima Alessia Melis, la cui voce raschia e lascia il segno (I Know Where I’ve Been e Big, Blonde And Beautiful), che, in lotta per un posto nel programma televisivo musicale Corny Collins Show, a loro modo attueranno la loro rivoluzione integrando musiche e balli in un contesto fino a quel momento egemonizzato dai ragazzi della classe dirigente caucasica. Ad aiutarli la protagonista Tracy (Cristina Melis), innamorata del bello e bravo della scuola Link (Alessandro Verbicaro), e la corpulenta madre Edna, interpretata con verve da Giacomo Melis che si attiene alle sfumature date al personaggio da John Travolta nella versione cinematografica regalando però alcuni aspetti personali.

A dare corpo alla vicenda i cammei di Corny Collins (Riccardo Cotza), la voce di Inez (interpretata da Roberta Ibba), Roberto Cretara, nei panni di Wilbur, il padre infantile e sensibile della protagonista, e Silvia Follesa, sulla scena Penny, la migliore amica di Tracy, oppressa da una madre bigotta (Roberta Lodo), che inclinando il busto e inforcando un paio di occhiali offre un’interpretazione autonoma rispetto al personaggio della versione originaria del musical.

I brani Good Morning Baltimore, che cita ironicamente il Melting pot di persone che vivono nella città di mare, e il brano (Hey mama) Welcome to the 60’s conquistano il pubblico, grazie anche al contributo del trio delle Dynamites (Francesca Deiana, Desirée Fadda e Marta Macis).

Il contorno, composto dal coro, diretto da Andrea Pes e Cristina Melis, formato dall’intero corpo di danza, chiosa la vicenda e regala finalmente a Cagliari il suo musical. Ritmi che da tanto tempo non si aveva l’occasione di ascoltare nel capoluogo dell’Isola.

Il consiglio di chi scrive è di tenere d’occhio il musical in Sardegna (Ghostbusters-Live e Rocky Horror Show il 27 e 28 dicembre al Teatro Comunale di Sassari) e la Compagnia EllioT perché ne vedremo delle belle. Bravi!

Leave a comment.