Panorama di Cosenza
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Una città mediterranea nelle forme e nello spirito.Cosenza, l’antica città dei bruzi, circondata da sette colli, racconta la forza della sua identità attraverso dominazioni sedimentate e assimilate. Nella confluenza del fiume Crati con il Busento, simbolo della città, si scorge un antico richiamo, un senso di fascinazione e repulsione che connota sguardi e vissuti.

Dall’abbraccio dei due fiumi, dopo aver attraversato il ponte Martire, la via dedicata al filosofo e naturalista cosentino Bernardino Telesio sospinge verso la bellissima piazza dove sorge il duomo, che mantiene ancora il suo stile romanico del secolo XII, con la facciata divisa in tre parti e con tre portali ad ogiva; all’interno, tra affreschi e tele il monumento funebre di Isabella d’Aragona, moglie di Filippo III di Francia, testimonia il suo passaggio da Cosenza nel 1271 durante il viaggio di ritorno dall’Oriente. Nella navata destra, un sarcofago tardoromano contiene probabilmente le spoglie di Enrico VII Honestaufen.

In piazza XV marzo, il teatro di tradizione “Alfonso Rendano”, in stile neoclassico, recentemente riportato all’antico splendore, è accompagnato dalla Biblioteca civica, che custodisce importanti opere sulle Calabria, tra cui incunaboli e manoscritti del XVI e del XVII secolo, e dall’Accademia cosentina, simbolo del tradizionale fervore culturale della città. Dalla piazza s’intravede il castello normanno-svevo, di probabile origine saracena, ricostruito per volere del figlio di Roberto il Guiscardo, Ruggero, e poi ampliato da Federico II. Ma è passeggiando tra i vicoli del centro storico che si respirano suggestioni napoletane e catalane, dove l’odore dei panni stesi si confonde con quello di cucina.

Più in basso, di grande impatto architettonico è la Galleria nazionale di Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza regionale ai beni storici, artistici ed etno-antropologici. All’interno, tra le altre cose, è possibile ammirare la preziosa Stauroteca, dono di Federico II alla città, ed anche la bella icona bizantina raffigurante la Madonna del Pilerio, che avrebbe salvato i cosentini da una terribile pestilenza nel 1602 e dal terremoto del 1873. Proseguendo, da corso Plebiscito la cupola barocca rivestita in rame della chiesa di San Domenico si erge in tutta la sua bellezza. A due passi, il museo dei Bretti e degli Enotri, nel vicino complesso monumentale di Sant’Agostino.

Cosenza è una città multiforme, medievale e rinascimentale, nello stesso tempo antica e postmoderna. Vecchio e nuovo si intrecciano nel centralissimo percorso pedonale di corso Mazzini, dove le sculture del Museo all’aperto Bilotti accompagnano la zona commerciale in uno scenario surreale. Realizzato grazie alle importanti donazioni del facoltoso collezionista Carlo Bilotti, l’allestimento comprende opere di De Chirico, Manzù, Dalì, Greco, Consagra, Rotella, Sosno. Un’operazione singolare che affascina e disorienta, che ormai è parte integrante dell’immaginario collettivo dei cosentini. D’altra parte è insito nella storia della città: la leggenda secondo cui il re goto Alarico sarebbe stato sepolto, con il suo tesoro ed il suo cavallo, nel letto deviato del fiume Busento, richiama un’attitudine profonda alla contaminazione e al confronto con l’altro, una disponibilità, umana ed intellettuale, che carica di senso tutto il territorio.

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