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Nella storia della letteratura italiana, la scrittura femminile è stata da sempre oscurata. In ogni epoca è mancata la testimonianza viva delle donne, che avrebbe potuto donare ai lettori una prospettiva inedita e più ampia.

Cerca di ovviare a questa non più tollerabile omissione l’antologia scolastica Controcanone, pubblicata per Loscher Editore dall’autore Johnny L. Bertolio, già distintosi nel 2021 per la volontà di colmare il vuoto della rappresentanza femminile nel canone scolastico. Oltre alle autrici, si dà spazio anche a personalità storiche che hanno lasciato testimonianze scritte: è il caso, nel Medioevo, di santa Chiara, che scrisse la Regola delle sorelle povere (le future clarisse), o di Eleonora d’Arborea, giudichessa che presiedette alla composizione, in sardo, della Carta de Logu.

E se in Italia, sul Novecento da tempo si lavora alla riscoperta e valorizzazione di autrici italiane come Goliarda Sapienza, Alba de Céspedes e Anna Maria Ortese, riguardo ai secoli precedenti c’è ancora molto da fare, anche a causa del persistere di un certo pregiudizio nei confronti della produzione femminile in quanto tale. Non solo le voci di donna sono restituite alla memoria storica, ma anche quelle di autori dimenticati o relegati ai margini, solo perché non allineati ai modelli culturali dominanti, sovvertendo il mito dell’autore “aureo” e blasonato. Controcanone, manuale destinato specificatamente al trienni delle scuole superiori ma fruibile da ogni lettore curioso e sensibile, ambisce a recuperare molti di quei nomi, che meritano attenzione sia per le loro biografie che per i contenuti affrontati nelle loro opere. Infatti, al di là infatti del percorso cronologico, che dagli albori della letteratura italiana giunge alla contemporaneità, l’antologia propone un contrappunto di tematiche quanto mai attuali e scottanti. Parole che suonano talvolta come veri e propri atti d’accusa, a ricordare che la letteratura può agire nel sociale, incarnarsi nel reale, essere rivoluzionaria.

I testi sono accompagnati da un’offerta didattica in chiave interdisciplinare e di educazione civica, per contribuire alla formazione non solo di attenti lettori, ma anche di cittadini consapevoli. L’autore Johnny L. Bertolio ne parla su Mediterranea.

Partiamo dal titolo dell’antologia: Controcanone rispetto a quale canone?

Controcanone intende integrare, nel triennio delle scuole superiori, lo studio delle autrici e degli autori marginalizzati dal canone tradizionale. Fin dal Risorgimento, infatti, si è sentita la necessità di proporre a studenti e studentesse un modello ben preciso di autore: cattolico ma anticlericale, politicamente impegnato, profeta dell’Unità ma vittima del potere, come Dante, Machiavelli o Foscolo, i grandi “padri della patria”. Del resto, nemmeno quando le scrittrici hanno vinto premi letterari (come il Nobel di Grazia Deledda, premio a cui fu più volte candidata la poetessa Maria Luisa Spaziani), ciò è stato sufficiente per vederle automaticamente incluse nel canone della scuola. Alcune compaiono solo come compagne di…”.

Johnny L. Bertolio

Quali le novità rispetto alle logiche delle antologie tradizionali?

“Nonostante il Ministero dell’Istruzione abbia ribadito in più occasioni la flessibilità delle sue indicazioni nazionali e la libertà di insegnamento, i manuali scolastici continuano a privilegiare le opere considerate “capolavori”, al massimo relegando le autrici in brevi schede o capitoli di “letteratura al femminile”. Controcanone dà piena visibilità, biografica, storica e tematica ad autrici e autori dei margini, mantenendo vivo il dialogo con il canone, per mostrare come questo venga intaccato, seguito o ribaltato. Attendiamo di vedere presto pubblicato un manuale paritario, con uomini e donne insieme; intanto godiamoci questo strumento di rottura controcanonico.»

Pensa che i lettori non si sentano più rappresentati dagli autori “canonici”?

“Il nostro obiettivo non è ovviamente quello di non far leggere più Dante o Montale, ma di mostrare come le loro non siano state le uniche voci della letteratura. Oggi poi i ragazzi e le ragazze sono molto attenti a certe tematiche e la lettura di romanzi “non canonici”, come quelli di Pier Vittorio Tondelli, Goliarda Sapienza o Igiaba Scego, può insegnare loro un modo alternativo per rappresentarsi”.

Quali questioni affronta nei percorsi tematici del volume?

“Insieme a una carrellata storica dedicata perlopiù alle autrici, abbiamo proposto due capitoli tematici, anche per fornire agli/alle insegnanti uno strumento diverso. Una sezione è dedicata ai grandi esìli della storia italiana: quello giuliano-dalmata, quello valdese, fino alle migrazioni dagli altri continenti; un’altra invece valorizza quella che in inglese si definisce diversity, cioè “variegatezza” (NON “diversità”), per l’inclusione di autori e autrici omo, bi e transessuali; infine una serie di brani in versi e in prosa su quella terribile forma di segregazione che è stata la vita nei cosiddetti manicomi”.

Quali criteri di scelta ha adottato nel suo percorso letterario?

“Visto che molti di questi testi entrano per la prima volta in un libro scolastico, la responsabilità è stata tanta; si sono privilegiati in generale brani in cui la scrittrice manifesta piena consapevolezza della propria vocazione letteraria (come in Cosima di Deledda o in una poesia di Antonia Pozzi). Inoltre, vista la pressante richiesta di spunti interdisciplinari e di educazione civica, vari brani affrontano questioni legate all’ambiente, all’istruzione universale e naturalmente alla parità di genere, definite nell’Agenda 2030”.

Perché le donne sono state in larga parte estromesse dal “canone” scolastico?

“Forse la risposta più semplice, almeno per l’oggi, è la pigrizia, la mancanza di un canale diretto tra la ricerca accademica internazionale (le scrittrici italiane del Rinascimento sono studiatissime e pubblicate negli Stati Uniti, ad esempio) e la scuola. In passato c’è stata una rimozione consapevole, causata dalla retorica del “merito”, per cui solo le veramente capaci sarebbero degne di essere studiate. Ma come fa a valere il criterio del merito se si vive in una società non paritaria, nella quale chi decide le regole del gioco (gli uomini al potere) non rappresenta tutti coloro che vi partecipano (uomini E donne)? Senza contare che degli autori si studiano le opere maggiori e minori, mentre dalle autrici si dovrebbero pretendere solo lavori eccezionali”.

Judith with the Head of Holofernes, ca. 1600. Found in the collection of Galleria Borghese, Rome. Artist Galizia, Fede (1578-1630). (Photo by Fine Art Images/Heritage Images via Getty Images).

Esiste una scrittura tipicamente “femminile” o si tratta di un luogo comune?

“Questo è un altro luogo comune, che ha a lungo giustificato l’esclusione delle autrici, appunto perché in fondo tutte simili e di levatura modesta. Non è così! È chiaro che se un gruppo di poetesse aderisce a un codice letterario come il petrarchismo, sarà possibile notare delle analogie, ma ogni autrice (come ogni autore) ha una sua personalità e un suo modo di declinare la scrittura. Non si parla mai di “scrittura maschile”, non si dovrebbe parlare di “scrittura femminile”. Oltretutto il criterio dello stile (come quello del merito) rischia di essere discriminatorio: se in un contesto ostile alla parità di genere emerge la scrittura letteraria di una donna (un sonetto, un romanzo manoscritto, un dialogo ecc.), dovremmo studiarla proprio perché prima di tutto una testimonianza viva, per definizione rivoluzionaria, che ci aiuta a far luce sull’epoca in questione da una prospettiva inedita”.

Nell’antologia, le autrici sono viste solo da un punto di vista letterario o secondo un più ampio spettro della femminilità?

“Studiare i testi e leggere le biografie delle autrici italiane dal Trecento al Novecento non significa solo ripercorrere il cammino di emancipazione delle scrittrici, ma anche la storia del diritto di famiglia, le follie giuridiche legate al matrimonio riparatore, le vicende delle monacazioni forzate, tacitamente incoraggiate da certo clero. Ne emergono non “figure femminili” piatte, prive di personalità, ma donne in carne e ossa, che si proiettano più o meno direttamente nei loro personaggi letterari”.

L’autore nel campus dell’università di Toronto accanto alla statua di Northrop Frye

Vi sono elementi di interattività e di stimolo ad una fruizione critica?

“Per proporre strumenti nuovi anche dal punto di vista didattico, Controcanone contiene molti spunti operativi, per esempio di dibattito, su questioni scottanti, come l’omofobia o il ruolo dei social networks. Anche il corredo iconografico è attivato, cioè le immagini non sono utilizzate come mero riempitivo, ma arricchite di varie didascalie che ne spiegano i dettagli. Ci sono poi linee del tempo per ogni secolo costruite in modo da evidenziare la scrittura delle donne in contemporanea con quella degli uomini. Sfogliando queste pagine illustrate sarà possibile notare come è cambiato anche il modo di rappresentare il corpo delle donne da artisti e artiste spesso dimenticate. Eroine come Giovanna d’Arco o Giuditta ricorrono nell’opera di molte scrittrici e pittrici, che forse hanno intravisto in loro, che pure rispecchiano in parte la mentalità patriarcale, un futuro di riscatto”.

Biografia dell’autore

Johnny L. Bertolio si è diplomato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha conseguito il PhD alla University of Toronto, dove ha maturato una variegata esperienza nella didattica dell’italiano. Attualmente collabora come autore, formatore e redattore nell’ambito umanistico con Loescher, per cui ha pubblicato Le vie dorate. Un’altra letteratura italiana: da san Francesco a Igiaba Scego (2021) e Controcanone: la letteratura delle donne dalle origini a oggi. Con percorsi tematici su altri “esclusi” dal canone (2022); scrive inoltre per «La ricerca».

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