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Lunedì 12 e martedì 13 febbraio nella Stazione Leopolda di Firenze si terrà la Chianti Classico Collection 2018, la manifestazione annuale organizzata dal Consorzio Vino Chianti Classico e riservato agli operatori e alla stampa.

Negli stand allestiti dagli oltre 180 produttori presenti, si potranno degustare in anteprima le ultime annate del Chianti Classico nelle sue tipologie Annata, Riserva e Gran Selezione, con servizio sommelier. E più precisamente degusterete:

• Berardenga Chianti Classico 2016
• Rancia Chianti Classico Riserva 2015
• Colonia Chianti Classico Gran Selezione 2013

Si svolgerà anche una tavola rotonda utile a discute i problemi del mondo vitivinivolo e, verrà inoltre presentato in assaggio anche l’Olio DOP Chianti Classico raccolto 2017.

Il Chianti è sicuramente uno dei vini rossi italiani più conosciuti nel mondo: patrimonio e orgoglio della Toscana da secoli; la sua produzione si divide fra “Chianti DOCG” e “Chianti Classico DOCG”.

E che differenza c’è fra vino Chianti e vino Chianti Classico? Chianti e Chianti Classico sono quindi due denominazioni distinte, con disciplinari di produzione differenti, diverse aree di produzione, propri Consorzi di Tutela. L’appellativo “Classico” non è un semplice aggettivo: c’è infatti una bella differenza tra dire vino Chianti e vino Chianti Classico. Molti lo ignorano, tanti non attribuiscono il reale peso alla corretta nomenclatura, ma Classico, significa “il primo”, “l’originale”. Il vino Chianti viene prodotto utilizzando uve Sangiovese per almeno il 75%del totale; il vino Chianti Classico è invece prodotto (le operazioni di vinificazione, conservazione e imbottigliamento) all’interno della zona di origine denominata, appunto, “Chianti” e la vinificazione avviene con uve Sangiovese per almeno l’80%. Ogni bottiglia deve riportare l’indicazione “Chianti Classico” e la specifica “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”, che sarà presente anche nella fascetta sulla capsula.

Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.

La storia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale.

La leggenda narra che, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia gabbia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.

Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla gabbia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire con un grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere.

Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

Il colore del vino Chianti DOCG è un bel rubino vivace che, con l’invecchiamento, tende a presentare riflessi granato. L’odore richiama sentori floreali ed in particolar modo di viola e mammola, e con il procedere della maturazione tende a diventare sempre più spiccatamente fine. Il sapore è armonico, asciutto e leggermente tannico; man mano passa il tempo, il gusto tende a diventare via via sempre più vellutato ed equilibrato. Ad eccezione delle riserve, è un vino da apprezzare nei primi anni successivi alla vendemmia. La gradazione alcolica deve essere di minimo 10,50%

Nel vino Chianti Classico DOCG il colore è un rubino intenso, con profumi floreali e di frutti rossi. Il sapore è asciutto, pieno e intensamente e tannico; con il procedere della maturazione, questo si affina sempre più diventando vellutato e morbido al palato. La gradazione alcolica minima per il vino Chianti Classico è di 12° per quello giovane, mentre il “Riserva” deve avere un contenuto volumico in alcol almeno di 12,5°. Il Chianti Classico d’Annata è un vino da apprezzare giovane, ma la Riserva e la Gran Selezione si prestano ad un lungo invecchiamento.

Per i vini più maturi è sempre consigliato stappare la bottiglia almeno un paio d’ore prima di servirlo, in modo tale da poter permettere al vino di ossigenarsi e di sprigionare i caratteristici aromi; se necessario, può essere consigliato anche l’utilizzo di un decanter.

Immagini: http://www.chianticlassico.com

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