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Anche il vino può avere delle storie da raccontare, a chi sa ascoltarlo. Grida, sonnecchia, bisbiglia. Racconta grandi cose, racconta di progetti e speranze, riporta alla mente autunni meravigliosi ed estati calde e profumate. Ogni bottiglia è un piccolo miracolo, una capsula del tempo per conservare un soffio di altri tempi e altri luoghi. E quindi chiudi gli occhi, respira e senti l’essenza stessa di territori autentici e suggestivi.

È sempre affascinante raccontare di una cantina che, partita dal luogo di origine della famiglia, il Mejlogu (luogo di mezzo), ha deciso di spingersi sopra un massiccio che si eleva fino a 700mslm per poi scendere rapidamente verso la costa, in un territorio dipinto, sospeso tra terra e mare. Qui inizia l’avventura vitivinicola di Andrea Ledda.

Mejlogu significa luogo di mezzo, e infatti e’ l’area situata al centro del Logudoro, splendida regione nel nord della Sardegna. 

Il Mejlogu è una terra dolce, esposta alla luce ed al vento, perfetta per le vigne. L’uva matura vicino ai ciliegi, i grappoli prendono forza dalla terra calcarea e sabbiosa. La Cantina Ledda sa bene che ogni terroir o zona di produzione è unico nelle sue caratteristiche specifiche e identifica le condizioni ambientali, le particolarità del suolo, il terreno e la tradizione enologica di una specifica zona geografica che determinano le caratteristiche organolettiche e la tipicità del vino. Sul crinale meridionale di uno splendido massiccio, a 400 metri di altezza, si estende il loro primo vigneto di 6 ettari: uno strato di argilla che sostiene un banco di sabbia silicea, coltivato con uve Moscato, Vermentino, Cannonau, Muristellu. Dai suoli sabbiosi nascono infatti vini profumati con tannini levigati e colorazioni chiare. I terreni di questo genere, hanno un ottimo drenaggio delle acque e hanno tendenza a mantenere il calore, dando origine a vini profumati, finissimi di piacevole acidità e tannino. I suoli marnosi o calcarei aggiungeranno al vino la mineralità e ulteriori sfumature al naso.

Il Vermentino Giaru, premiato con la medaglia di Bronzo nell’unico Concorso Nazionale sul Vermentino. Ideale come aperitivo, a tavola si sposa con pietanze a base di mare. E il Cannonau Ceràsa, ai quali si aggiunge l’intrigante blend di uve rosse sarde: Rùju IGT Isola dei Nuraghi Rosso. La sinuosità del Cannonau incontra i sentori selvaggi e mediterranei del Muristellu per dar vita ad un vino piena espressione della Sardegna, terra dolce ed aspra insieme. Perfetto per accompagnare a importanti piatti della cucina di terra.

Uno spettacolo per gli occhi del visitatore, uno spettacolare terroir per la produzione di vini minerali e caldi, come solo la terra vulcanica riesce a dare.

I terreni vulcanici sono ideali per la produzione di ottimi vini. Sabbiosi, con ceneri molto fini e particolarmente permeabili: le condizioni ideali per ottenere uve di grande qualità. Sono inoltre straordinariamente ricchi di fosforo, di magnesio e di potassio: ne derivano vini perlopiù bianchi caratterizzati da una complessità e sapidità difficilmente raggiungibili da altri suoli, e soprattutto da grandi mineralità e acidità, oltre che adatti a essere invecchiati.

Nella tenuta di 8 ettari sulla sommità vulcanica di Monte Pelao, a 730 metri s.l.m. è stato impiantato un vigneto sperimentale, esempio unico in Sardegna di vigna su un vulcano. Coltivato anch’esso con uve Moscato, Vermentino, Cannonau, Muristellu. Uno splendido altipiano di terreno basaltico che ha prodotto il Vermentino Azzèsu, premiato con la medaglia d’oro al Concorso Mundus Vini – Meininger. Adatto per accompagnare a importanti piatti della cucina di mare.

Dall’assemblaggio delle uve di Moscato autoctono, presenti sui diversi vigneti, nasce il Bagliori, un Moscato Passito concentrazione di dolcezza e freschezza, carezze dolci e sferzate di speziature con finale leggermente amarognolo. Un gioiello da godere in felice compagnia.

Ci siamo quindi spinti verso la Gallura, terra aspra ed affascinante come poche, dai paesaggi mozzafiato.

Terra di elezione di uno dei più nobili vitigni italiani: il Vermentino, che qui trova la sua massima espressione.

Un vigneto immerso nel granito e nei venti marini.

Le zone ideali per la coltivazione del Vermentino della Cantina Ledda sono quelle in prossimità del mare. Un vigneto di 12 ettari, configurato come una terrazza sul mare – a circa 300 metri di altitudine che guarda lo strabiliante arcipelago de La Maddalena. Nelle zone litoranee e nell’immediato entroterra, dove altri vitigni risentirebbero dei venti salmastri del maestrale e della prolungata siccità, il Vermentino dà il meglio di sé. In particolare predilige un microclima ventilato con una buona esposizione al sole, contribuiendo a conferire alle uve maturazione, grado zuccherino e acidità particolari e uniche, e al vino profumi, struttura e carattere.

La roccia di granito che diventa terra nobile da coltivare ad uva ha permesso di produrre il loro primo Vermentino di Gallura DOCG Soliànu. Premiato con la Medaglia di Bronzo nell’unico Concorso Nazionale sul Vermentino  e 91/100 in “5 Star Wines – 2018” Concorso Vinitaly 2018.

Si abbina perfettamente alla grande cucina di mare. Si consiglia di servirlo alla temperatura di 10-12 °C.

Realizzare dei vini che possano emozionare, affascinare, fino a far innamorare perdutamente, come solo la Sardegna riesce a fare.

1 thought on “Cantina Ledda: storia, paesaggi, progetti.

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