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Gaza (Palestina)

Martedì 15 marzo, ci sarà una protesta a Gaza e in Cisgiordania: si chiederà l’unità politica dei palestinesi.

Il 15 marzo si riuniranno a Gaza city molti gruppi giovanili, artisti e musicisti rapper, con l’obbiettivo di chiedere l’unità politica della Palestina. Per chiedere la fine delle divisioni interne tra i partiti principali, Fatah e Hamas, per porre fine alla divisione paralizzante. I due blocchi controllano il potere politico ma soprattutto i media, che informano la popolazione secondo i loro interessi: l’informazione è manovrata dalla politica.

La popolazione, in particolare i giovani e giovanissimi, sono stanchi di questa situazione e chiedono unità e maggiore impegno per chiedere la fine dell’embargo, la fine di una situazione terribile che costringe migliaia di persone a vivere in uno spazio piccolissimo.

“Gaza è la più grande città della Striscia di Gaza, è parte dei territori palestinesi. La città, che ha una popolazione di circa 400.000 abitanti, è abitata fin dal 3000 a. C. I poteri dell’ANP sulla città, conferiti dagli Accordi di Oslo, sono oggi osteggiati manu militari da Hamas, organizzazione che controlla de facto in via esclusiva il territorio. La città è spesso (impropriamente) chiamata in inglese Gaza City per distinguerla dalla Striscia di Gaza a cui essa ha dato il nome. Alcuni dati: Superficie-151 km²; Abitanti-409.680 (2006); Densità-2713 ab./km²” cit. wikipedia

Una delle città più densamente abitate al mondo, dove la maggioranza sono giovani e giovanissimi. La stessa situazione dell’Egitto, dove il 70% della popolazione ha meno di quarant’anni. Gaza è chiusa dal mare e dai territori, una prigione a cielo aperto. La geografia del luogo è strategica, e alimenta il pluriennale controllo da parte di Israele.

Abbiamo intervistato via skype Mousheera Jammal, una coraggiosa ragazza di Gaza

Mousheera Jammal
Mousheera Jammal

Puoi parlarci di te? Chi sei e cosa fai nella vita?

Mi chiamo Mousheera Jammal ho 27 anni. Studio legge e lavoro come attivista per i diritti umani presso il TJP (Liberty Report from Gaza) e con l’UNESCO.

Vivi a Gaza?
Vivo qui da sempre e durante tutta la mia vita non ho visto altri posti. Non conosco nulla oltre la mia città.

Quali sono le condizioni materiali e umane in cui sei costretta a vivere?

Molto spesso assistiamo a degli attacchi, bombardamenti, oltre al pluriennale blocco dal parte di Israele, che non ci permette una vita normale. Una vita difficile, ma noi non ci arrendiamo a questa realtà. Vorremo cambiare le cose dal basso, vorremmo fosse il popolo a dire la sua.

L’idea della manifestazione “Beware the Ides of March”, è stata tua?

Non solo. La manifestazione è frutto dell’incontro tra molti giovani, anche gruppi nati su facebook per discutere della situazione a Gaza in previsione delle elezioni politiche.

Cosa volete chiedere attraverso questa manifestazione?

Chiediamo unità
Chiedete la formazione di un partito unico in Palestina?

Noi abbiamo bisogno di essere uniti, noi abbiamo bisogno di una sola voce per la Palestina. Subiamo un’occupazione e vogliamo combatterla, per tornare in uno stato di diritto, per riavere i nostri diritti. Ogni giorno veniamo attaccati e vine bombardata la popolazione. Bisogna agire in fretta, c’è chi si oppone alla difesa dei diritti umani a Gaza a nella West Bank.

A Gaza sembra si giochi una partita internazionale, tra Fatah, Hamas e le nazioni estere che li appoggiano. E’ così?

Non saprei, ma sicuramente dalla divisione tra loro chi ci rimette è la gente di Gaza.

In Italia, e in Europa non si parla molto della situazione a Gaza nei media tradizionali, qualche notizia solo da internet. Da voi esiste un’informazione libera?

Le notizie da noi sono molto povere, circolano solo quelle che decide la politica. I media sono controllati da Hamas.

L’espressione usata è “the media are for the barts not for the people” dove barts è un modo di dire per riconoscere Hamas (ndr)

C’è un potere economico forte che può controllare i media a Gaza e di conseguenza il potere politico?

Hamas controlla tutto, attraverso il suo staff.

Il partito ha molto denaro a disposizione per controllare i media? In occidente questo è un punto fondamentale per stabilire un giusto equilibrio democratico.

Il partito prende i soldi dal popolo attraverso le tasse. C’è anche un controllo attraverso l’autorità palestinese ma non sono molto informata sulla procedura.

Ma chiudendo con la vostra manifestazione. Ci puoi dire di più?

Sarà una manifestazione pacifica, piena di giovani che vogliono gridare la loro voglia di libertà e di democrazia. Vogliamo la fine delle divisioni, e gli stati esteri devono aiutarci a raggiungere l’unità politica della Palestina, la nascita dello stato palestinese!

Per saperne di più: http://www.journeytogaza.blogspot.com/

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