Cena con Gramsci
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E’ un titolo molto curioso quello scelto da Davide Daolmi, autore dell’omonimo testo teatrale. Testo che ha girato l’Italia con un grosso successo di pubblico e di critica. Da questa esperienza è stato ricavato un libro, un “fumetto d’autore”. Si può attribuire a questo testo la qualità del linguaggio teatrale, che insieme alla bellezza dei disegni, ne fanno un piccolo grande lavoro sul pensatore sardo. Immagini sempre in sintonia con lo stile onirico del testo. Il lavoro sul fumetto è realizzato da Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, sul progetto di Roberto Rampi.

Parlare oggi di Gramsci è un’impresa titanica, è uno degli autori più studiati al mondo. Un modo efficace è quello dell’immaginario teatrale, (arte tanto amata dal giovane critico e giornalista Gramsci). I personaggi ragionano di filosofia e di politica, di “prassi” e di “cultura popolare”, dell’arte del “consenso” e di intelligenza da conquistare con lo studio. Sembra superfluo affermare che tanti spunti che suggerisce il pensatore Gramsci sono attuali ancora oggi, che le sue idee sono solo in nuce, sviluppate senza una direzione prevista. Gramsci, se lo si sa guardare, si trova molto spesso vicino ai problemi dell’attualità. Problemi mai risolti, come il ruolo degli intellettuali nella gestione del potere. Intellettuali che guardano il paesaggio reale, piuttosto che descriverlo e magari cominciare a crearne un altro.

La storia è ambientata ai giorni nostri. Uno studente fuori sede di filosofia decide di fare la tesi finale su Gramsci. I dubbi, normali per chiunque faccia una tesi di filosofia, in questo caso diventano abnormi. La notte il ragazzo incontra due fantasmi che saltano fuori da un baule nella sua stanza in affitto a Torino, esattamente nella città dove aveva vissuto il giovane Gramsci da studente. Si vuole raccontare la storia di Gramsci attraverso i dialoghi e le allucinazioni notturne del ragazzo, il libro racconta delle sofferenze, delle difficoltà di Gramsci. Per poter scrivere la storia di una persona, ci si deve in qualche modo identificare in essa. Cercare di capirne il contesto storico, le informazioni esterne che possono aumentarne la comprensione attuale. Identificarsi con il pensiero di Gramsci non è facile, senza essere condizionati dalla sua situazione personale, di padre costretto alla prigionia, di politico costretto all’inattività a vantaggio di chi stava fuori, di un filosofo costretto alla pochezza di materiali di studio, amputando le enormi possibilità di speculazione concettuale.

Tutto questo scompare nel linguaggio fluido del fumetto, nel racconto partecipativo con il lettore, si umanizza il pensatore sardo, cercando di riportarlo ai giorni nostri nell’alter ego del ragazzo, in un esperimento a tratti riuscito, a tratti meno, con il rischio di semplificare troppo la storia di una persona che è diventata storia universale. Il lavoro, complessivamente, è un ottimo metodo di iniziazione al pensiero gramsciano.

Ideatori del progetto

Roberto Rampi laureato in filosofia teoretica è un operatore culturale e uomo politico. Si occupa di valorizzazione dei beni culturali, comunicazione e formazione.

Marta Galli laureata in lettere moderne con indirizzo teatrale, si occupa di ideazione, produzione e comunicazione di progetti culturali e teatrali.

L’indifferenza è il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica

Antonio Gramsci

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