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Siamo felici di inaugurare la nuova stagione dello spazio espositivo virtuale Vivi_Art, dedicato a artisti noti e meno noti,  alcuni già molto conosciuti, altri a volte scovati per voi sul web, a volte conosciuti attraverso segnalazioni di amanti dell’arte, che tanto successo ha riscosso sul nostro magazine negli scorsi anni.

Concedetemi una piccola civetteria, il nuovo spazio si chiama Vivi_ART – vivi l’arte e non metterla da parte, che  – confesso – rappresenta  il mio piccolo hortus conclusus da coltivare e condividere insieme a chi leggerà e godrà delle nostre webmostre.

LA WEBMOSTRA DI QUESTO MESE: SORELLE

LE ARTISTE: Cristina e Stefania Ariu

Con le sorelle Cristina e Stefania Ariu, ceramiste di Mogoro ma cagliaritane d’adozione a tutti gli effetti, riprendiamo l’attività della nuova stagione delle nostre webmostre.

Ma ecco chi sono le nostre artiste in breve.

Chi conosce Stefania fin da bambina, la ricorda con in mano matite e carta, intenta a disegnare. E non ha mai smesso, tanto che ha frequentato l’istituto d’arte a Oristano, diventando maestro d’arte. Qualche anno a progettare arredamenti d’interni ma nella prima metà degli anni ‘90 apre il suo laboratorio di ceramica.

In quegli anni, Cristina, mentre scriveva una tesi di Storia dell’arte e sognava di girare il mondo scrivendo di pittura e scultura, trascorreva parecchio tempo nel laboratorio della sorella approcciandosi quasi per gioco con l’argilla.

A distanza di qualche anno, esattamente nel 2001, rendendosi conto di avere in fondo un sogno comune, decidono di unire le loro forze e le loro debolezze e danno vita alla piccola bottega di Via Costituzione 16.

SORELLE

Abbiamo scelto di riprendere l’attività di questo spazio con l’arte delle sorelle Ariu per vari ordini di motivi.

Il primo è senz’altro rappresentato dall’ecletticità  a 360 gradi (stavolta è corretto) dell’arte che Cristina e Stefania esprimono insieme in ogni loro manifestazione, anche personale. E questo avremo modo di dimostrarlo con le immagini.

Il secondo è invece rappresentato dalle diverse personalità, complementari tra loro, delle due sorelle: Cristina esuberante, allegra, ironica ma poetica, narrante, impegnata socialmente, la “porta sul mondo” della loro attività; Stefania introversa, romantica, sognatrice, stupenda disegnatrice, il back office dell’arte Ariu.

Il terzo motivo è dato dalla estrema iconicità e varietà della loro espressione artistica, dall’immediatezza con cui sono riuscite a trasmettere un’immagine di Sardegna mai banale, mai olografica, sempre nuova e raffinata, che oramai ha oltrepassato i confini  nazionali ed è diventata “virale” per utilizzare un termine modaiolo, felicemente contaminando tutto il mondo.  A me è infatti capitato anni fa, che parlando delle loro splendide pecorelle, un’amica abbia subito esclamato: “ne abbiamo inviate due ai nostri parenti in Canada e Australia!”.

Ma le Sorelle Ariu non sono solo ricciute pecorelle, sono molto altro: sono le donnine, ovvero le varie Barrosa (la più conosciuta), Atzura, Bonixedda, Curiosedda, Indigna, Arrendia, Arroscia, Arrannegadedda – l’intero bixinaula comunità matriarcale tipica della nostra Isola che scandisce e illustra la vita di paese, interpretandola in chiave ultramoderna ed essenziale in tutte le declinazioni familiari: da sole, in gruppo, con infanti, compagni e padri; sono le differenze cromatiche, di materiali, forme e grandezze; sono i presepi,  le lampade, tutti oggetti ormai diventi cult; sono i pannelli da parete e il favoloso portale in bronzo, realizzato su loro disegni, del Santuario di Bonaria a Cagliari.

Sono lo studio certosino, sono la capacità di disegno plastico di Stefania (già da soli dei capolavori, quei disegni), le notti passate a tratteggiare, a creare, a fare riccioli, a studiare nuovi cromatismi e nuove sfumature per le loro ceramiche: lucide, opache, grezze, lavorate, mai uguali.

Sono le collaborazioni importanti come quella con lo scrittore e giornalista Francesco “Frisco” Abate e il suo libro “Mia madre ed altre catastrofi” ispirazione per la originale serie di pannelli creata apposta, in cui protagonisti sono principalmente la mamma e il mitico battipanni (n.d.r: chi ha letto il libro sa di che cosa parlo).

E, ancora, la prestigiosa collaborazione con il regista Enrico Pau per il film “Accabbadora”, nel quale si scorgono qua e là le creazioni Ariu; collaborazione che ha portato alla  successiva mostra dal titolo “Alba 1943″  realizzata a Nuoro nel maggio 2017 in occasione dell’inaugurazione del nuovo Teatro Eliseo.

Sono le vulcaniche esplosioni di una creatività impossibile da tenere a bada. Ma più che le mie parole, potrà la galleria.

Un piccolo enorme patrimonio creativo che da Mogoro, passando per Cagliari, si sta spargendo per il mondo.

Godetevi questa sfilata d’arte, colore e materia potente.

Viviana Maxia

LA GALLERIA

Le origini

Le pecorelle

Il “Bixinau”:

Barrosa, Atzura, Bonixedda, Curiosedda, Indigna, Arrendia, Arroscia, Arrannegadedda e le loro famiglie

Il portale del Santuario di Bonaria (ph. Cristina Ariu; ph. matrimonio courtesy Fabio Bandel)

Le collaborazioni

Con Francesco “Frisco” Abate e il suo libro Mia madre e altre catastrofi

Con Enrico Pau e il suo film L’Accabbadora. Le immagini sono della mostra in occasione dell’inaugurazione del nuovo Teatro Eliseo a Nuoro

Il Presepe

I disegni di Stefania

Il video (realizzazione Alex Miozzi)

Per contatti si può consultare il sito http://www.ariuceramiche.it/

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