Vino biologico
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Molti degli alimenti prodotti industrialmente e commercializzati in tutto il mondo, e il vino non costituisce un’eccezione, presentano, a dispetto del loro aspetto appetitoso, un sapore e un aroma notevolmente standardizzati. Non c’è, quindi, da stupirsi se un numero sempre maggiore di persone spenda parte del suo tempo alla ricerca di cibi sani a più alto valore intrinseco in termini di storia, tradizioni e territorio. La tendenza a dare maggiore importanza alla genuinità dei prodotti e alla sicurezza delle tecniche di produzione è presente anche nel settore vitivinicolo. La produzione di vino biologico costituisce oramai un elemento molto rilevante della produzione enologica nazionale, nonostante permanga il vuoto legislativo per quanto riguarda il loro riconoscimento ufficiale1. Il vino biologico è prodotto da uve coltivate secondo criteri biologici senza l’aiuto o la necessità di fertilizzanti, trattamenti o erbicidi di sintesi. Altro elemento essenziale che caratterizza i vini biologici sono le tecniche di vinificazione che limitano quanto più possibile l’uso di additivi chimici.

In Italia attualmente sono coltivati circa 43mila ettari di vigneto biologico, con una crescita nell’ultimo biennio del 14percento. Uno sviluppo trainato dal trend positivo di tutto il mercato biologico che, a dispetto della crisi economica, ha visto nel 2009 un aumento delle vendite pari al 7percento2. La riduzione della forbice di prezzo con i vini convenzionali, infatti, ha fatto si che il vino biologico reggesse bene alla crisi. Sono più di 10mila le aziende viticole biologiche, situate per lo più nel centro-sud, in particolare Sicilia, Puglia e Toscana, anche se importanti produttori sono presenti nel Veneto orientale. In Italia si registra un forte divario tra nord e sud. Se da un lato, infatti, i vitigni biologici si trovano prevalentemente nel meridione, dall’altro invece il prodotto è venduto quasi esclusivamente al nord.

Sebbene siano stati i piccoli produttori a mostrarsi più sensibili a questo tipo di viticoltura, negli ultimi anni alcuni grandi marchi blasonati hanno deciso di convertire al biologico la loro produzione vinicola. Tra questi le cantine di Barone Pizzini, storica azienda che produce 350mila bottiglie l’anno delle famose bollicine Franciacorta, oppure la Meloni Vini, tra i primi a produrre biologico a Selargius, con oltre 4 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo3. Tra i piccoli produttori, l’azienda il Cefalicchio a Canosa di Puglia produce 80 mila bottiglie l’anno con metodi dell’agricoltura biodinamica4, una scelta ancora più radicale della viticoltura biologica, che attraverso pratiche naturali mira a promuovere la fertilità del terreno e quindi la qualità dei prodotti. Nonostante la grande confusione normativa in materia, è in forte crescita il numero di etichette da agricoltura biologica in molti ristoranti italiani ed esteri. Con il passare degli anni, quindi, il vino biologico è riuscito a offrire una buona qualità media sfatando il luogo comune che voleva questi vini qualitativamente inferiori a quelli convenzionali.

Se fino a qualche anno fa il biologico era considerato una tendenza un po’ eccentrica riservata a pochi iniziati e il suo mercato era piuttosto marginale, oggi il vino biologico ha conosciuto una crescita importante sia dal punto di vista dell’offerta che da quello della domanda. La tendenza più importante, però, è che tanto i consumatori quanto gli addetti ai lavori hanno compreso che il biologico non è solamente sinonimo di sano e sostenibile, ma un modo per valorizzare i prodotti dal punto di vista della qualità e del sapore. Il vino biologico, quindi, più di quello convenzionale, è in grado di esprimere non solo uno stile di vita più sano, ma anche un modo più autentico di veicolare la relazione tra vitigno e territorio, esprimendo meglio la sua storia, il clima e il suolo che l’hanno prodotto.

1 La Commissione Europea, lo scorso giugno, ha ritirato la proposta di regolamento sulla vinificazione biologica a causa della divisione tra i 27 paesi membri sulla presenza di solfiti. Il vino biologico attualmente è commercializzato come “Vino da uve da agricoltura biologica”. Per superare la situazione di stallo le organizzazioni biologiche dei diversi paesi europei hanno adottato la Carta Europea del Vino Biologico (CEVinBio). I produttori di vino biologico così potranno valorizzare il loro prodotto, indicando in etichetta le pratiche virtuose di produzione, ad esempio l’abbattimento dei solfiti.

2 Giorgio dell’Orefice, Cresce l’Appeal dei Vini Biologici, in “IlSole24Ore” del 11 aprile 2010

3 Vini Naturali, Boom in Tutto il Mondo. Bottiglie Uniche nella Carta dei Ristoranti Top, in “Affari&Finanza”del 23 marzo 2010

4 Giorgio dell’Orefice, op. cit.

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