Anani malattia del sangue
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di Laura Gatto

Facciamo un’eccezione alla nostra linea editoriale (la quale permette di pubblicare articoli che riguardano l’area geografica mediterranea), pubblicando la storia di un ragazzo che rischia di morire per mancanza di cure adeguate.

 

Anani, 20 anni, paura nei suoi occhi, ha il terrore di morire di drepanocitosi come è già successo al fratello e a tanti altri ragazzi delle sue parti.
La drepanocitosi, anche conosciuta come anemia falciforme, è una malattia del sangue di origine genetica non suscettibile di guarigione definitiva e molto diffusa in Togo e nei paesi del Mediterraneo. I globuli rossi di Anani, per la caratteristica forma a falce, non permettono la corretta ossigenazione del suo sangue e il dolore rappresenta per il ragazzo un compagno di vita inseparabile.

Il dolore di Anani ha leso il suo benessere fisico e si è insinuato minaccioso e terrifico in ogni sua possibilità di realizzazione personale. La comparsa di osteomielite da infezione ossea, cioè piaghe, che nel caso specifico, si sono localizzate ai calcagni, insieme alla degenerazione del fegato e della milza hanno distrutto i sogni della sua intelligenza brillante costringendolo ad interrompere la frequenza all’università di Lomè.
L’unico aiuto e conforto che rimane ad Anani è quello che gli viene offerto generosamente da Enzo Liguoro, fondatore e responsabile della “Associazione Mama Africa” e della casa-famiglia “Papà Enzo”, rivolte a restituire speranza e dignità alla gente e ai bambini orfani di Togoville. Dal dispensario dell’Associazione in Africa, Anani riceve il rifornimento mensile per le cure quotidiane che sortiscono però soltanto un sollievo momentaneo, infatti, Anani necessiterebbe di regolari trasfusioni ma gli ospedali del luogo le praticano solo nei casi di emergenza in cui è possibile salvare la vita di una persona nel complesso sana, prassi attuata a causa della scarsità dei donatori di sangue.

Sono certa che in molti vi starete chiedendo: “ma senza trasfusioni e cure adeguate non è anche Anani a rischio di vita?”. Sì, purtroppo lo è ma la diffusione della malattia e l’impossibilità di guarigione definitiva, in un contesto di risorse limitate, fanno di Anani e degli altri ragazzi con drepanocitosi dei casi abbandonati al proprio destino perché senza speranza di vita. In realtà, la terapia-salasso-trasfusionale rappresenterebbe un’opportunità di prolungare e migliorare la vita di Anani ma, in Africa e quando è possibile reperire il sangue, essa si effettua dietro pagamento di una somma di denaro superiore alla paga del padre del ragazzo, un maestro che percepisce 30 euro mensili.

È così che la salute da diritto diviene una speranza di vita brutalmente negata ma noi non possiamo e non dobbiamo rimanere senza far niente aggiungendo al lancinante e debilitante dolore fisico anche il lacerante dolore dell’indifferenza: dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo unirci ad Anani e a tutti i ragazzi come lui nella lotta quotidiana contro la drepanocitosi. A voi rivolgiamo questo appello con la speranza di una adozione a distanza e con la speranza ancora più grande e risolutiva di un’adozione del ragazzo qui in Italia dove le cure sarebbero facilitate e gli permetterebbero di vivere una vita normale ritrovando un equilibrio psicofisico e sociale. Naturalmente, saremo disposti ad accogliere qualsiasi altro vostro contributo e qualsiasi altra forma di aiuto PER CAMBIARE IL DESTINO DI ANANI.

Per conoscere le attività svolte da Mama Africa e per aiutare Anani consultare il sito www.mamafrica.it in cui troverete i numeri telefonici e la mail dell’Associazione.

 

 

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