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Si chiude con grande successo di pubblico la prima edizione sarda di Suns, il festival internazionale della canzone in lingua minoritaria

Premiato il friulano Loris Vescovo e la Orchestra terrestre per la migliore canzone. Loris Vescovo era accompagnato da diversi “continenti”, dall’Europe all’America latina fino ad arrivare all’India per poi tornare in Friuli dove nasce il progetto. Un gruppo dalle culture diverse, minoritarie, assieme al gruppo romancio Me+Marie, che parteciperanno di diritto alla finale al teatro Giovanni da Udine dell’11 dicembre’.

Che valore ha questo festival? Un valore non certo economico, o non solo. Recuperare il patrimonio storico che rappresentano le lingue minoritarie è un lavoro assolutamente controproducente, non ha molte prospettive commerciali, ma rappresenta una di quelle sfide culturali da non perdere. Ci sono universi interi che ogni giorno scompaiono nel mondo, un processo naturale, forse. E’ possibile dialogare con una tradizione, con una lingua che nasce cinquecento anni fa, questo festival ne è la prova. Trasportare le parole antichissime in un contesto punk-rock, fare del mandolino uno strumento modernissimo, il sardo come lingua rap che combatte le storture delle occupazioni militari.

Quale esigenza culturale soddisfa? Come risponde il pubblico all’ascolto di una lingua minoritaria come il sardo, il ladino o il friulano?

 

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