Manuele Bonaccorsi, foto di Sabina Murru
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Cagliari (ITALIA)

Serata di discussione civile alla libreria Murru di Cagliari per la presentazione del libro “Il potere assoluto” di Manuele Bonaccorsi.
Intervistato egregiamente da Andrea Frailis, lo scrittore ha risposto alle domande dure con ancora più dura determinazione verso la ricostruzione della verità storica.

Ai giornalisti ed alla informazione viene chiesto di fare un patto sacro con il proprio pubblico, come diceva sempre Montanelli “il mio padrone è il mio lettore”, si deve riconoscenza a chi legge gli articoli, a chi compra i libri, a chi crede alle firme. Si, perché la firma testimonia la proprietà intellettuale della verità del proprio lavoro. Questi sono principi generali, come dire la base della deontologia professionale, la base del comportamento onesto di chi fa il giornalista.

Questa piccola premessa per evidenziare quali dovrebbero essere le nostre idee sull’Italia di oggi, se fossimo bene informati ed esistesse un pluralismo completo dell’informazione. Oppure semplicemente che il potere mediatico non influenzasse tutti i fatti da comunicare e permettesse una autonoma presa di posizione dei lettori-ascoltatori di tele e radio giornali.

La domanda che il giornalista Frailis rivolgeva al giornalista Bonaccorsi, è come sia possibile che l’Italia non si indigni più? Come mai nessuno si sente in dovere di difendere un principio generale, come la buona gestione delle risorse pubbliche?
Il caso della Protezione Civile è emblematico per diversi aspetti venuti alla luce solo alcuni mesi fa, ma per Manuele Bonaccorsi, Bertolaso esiste da molto prima dello scandalo de La Maddalena o delle olimpiadi di nuoto di Roma o dal più “grasso affare” del terremoto de L’Aquila.

Il capo della Protezione civile, organizzazione funzionante senza alcun dubbio, sta al potere da molti anni in Italia. Ha attraversato diversi governi, e si è “accaldato” sull’attuale in modo più evidente. In quest’ultima legislatura il capo Bertolaso ha trovato la sua dimensione di grande organizzatore, libera gestione in assoluta autonomia, se non l’unico obbligo di fronte al suo unico datore di lavoro che è il Governo e in particolare il Presidente del Consiglio dei Ministri.

In due si ragiona meglio, ci sono meno passaggi e si fa più in fretta. E’ la fretta cattiva consigliera, si diceva una volta. Invece oggi la fretta diventa urgenza, diventa necessità. Formula magica espressa chiaramente dallo scrittore che spiega il sistema dell’assegnazione degli appalti per la Protezione civile. Si ipotizzi una grande opera che si lascia diciamo, al lato dei problemi del Paese, e la si lasci insoluta proprio fino a quando non diventa una necessità, una sorta di emergenza solo perché non la si è affrontata nei tempi che erano invece molto larghi, tempi giusti. Insomma un evento normale diventa emergenza proprio per darlo in appalto, senza gara d’appalto, alla Protezione civile.

Quest’ultima si preoccupa, visti i tempi stretti e la fretta, di trovare subito nell’elenco di imprese a disposizione in Italia quelle che potrebbero risolvere subito la gravosa situazione in cui si è arrivati. Ma ci si è arrivati per caso? No, secondo Manuele Bonaccorsi, e c’è da fidarsi di lui. Se guardiamo al G8 che doveva tenersi in Sardegna, i lavori da fare si conoscevano da tempo e da tempo la Regione Sardegna si era attivata ad organizzare e mettere a disposizione i fondi, tra l’altro gli unici spesi a La Maddalena. Ma Berlusconi cercava da tempo un posto diverso, strano perché ormai i lavori erano iniziati e tutto sembrava andasse a meraviglia. Evidentemente bisognava dar lavoro ad altre imprese, scelte da Bertolaso, ma in realtà dal Governo. Il terremoto è stato solo un pretesto, tanto, pare, avessero già deciso di cambiare la destinazione dell’evento.
In Sardegna si chiude. Niente più lavori, niente più occupazione da creare, niente strade di collegamento al sito e precisamente niente più Sassari-Olbia.

Questo è solo un caso. Ma la cronaca ne trova e ne troverà molti altri. L’informazione può coprire fino ad un certo punto la verità, fino al punto esatto dell’assegnazione degli appalti, dopo può scoppiare lo scandalo. I guadagni sono già al sicuro e nessuna condanna potrà prosciugare i conti correnti delle imprese che hanno già fatto i lavori.

E’ a questo punto che troviamo molto interessante l’inchiesta dello scrittore e giornalista Manuele Bonaccorsi, poiché la sua indagine e i suoi dati vengono pubblicati dall’editore Alegre, molto prima dello scandalo venuto fuori dall’Espresso e poi da tutti i grandi quotidiani. Il giornalista si era preso in anticipo la briga di indagare sulle questioni poco chiare della più amata organizzazione italiana.
E lo è ancora. Le migliaia di volontari della Protezione civile ci rassicurano sulla bontà del lavoro che fanno, i vigili del fuoco sono lavoratori rispettati e amati per l’impegno pagato a 1300 euro al mese.
Ciò che dovrebbe cambiare è proprio il Potere assoluto del capo. Non è possibile essere impunibili, neanche per chi fa un lavoro così nobile. O meglio dovrebbe, poiché ormai si occupa solo di organizzare eventi, togliendo lavoro a chi per fare quel mestiere si è preso pure una laurea.

Ognuno faccia il proprio mestiere: la Protezione civile prevenga e aiuti nella ricostruzione dei disastri naturali, gli organizzatori di eventi si occupino di “progetti finalizzati alla creazione e sviluppo di eventi per conto di soggetti terzi, a carattere commerciale, culturale, celebrativo, relazionale”(fonte wikipedia), e i giornalisti di dire la verità, come ha fatto egregiamente Manuele Bonaccorsi.

 

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